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Accadde nel 1845, il Texas divenne ufficialmente uno Stato Americano

Tramite dei negoziati segreti con lo stesso Houston, il Presidente Tyler stipulò un trattato di annessione nel 1844. Fu così che il Texas divenne il ventottesimo Stato dell'Unione

Con la locuzione annessione texana si indica l’annessione politica, avvenuta nel 1845 della Repubblica del Texas da parte degli Stati Uniti; fu così che il Texas divenne il ventottesimo Stato dell’Unione il 29 dicembre 1845.

Nel 1845 il Texas divenne ufficialmente uno Stato americano

Il  29 dicembre 1845 il Texas divenne ufficialmente uno Stato americano, sebbene gli abolizionisti americani non vedevano di buon occhio l’entrata di un ulteriore Stato schiavista nell’Unione, un anno dopo che James K. Polk divenne presidente degli Stati Uniti, il congresso votò a favore del suo ingresso.


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La Repubblica del Texas (1836–1845): in verde i territori texani contesi dai messicani.

Il governo statunitense non nascondeva la propria intenzione di fissare la nuova frontiera sul Rio Grande (e non sulle rive del fiume Nueces) e di annettere la California messicana. Domandò inoltre al governo messicano un’indennità per compensare le perdite subite durante la rivoluzione messicana. Questi fattori, unitamente alla perdita del Texas, furono alla base della guerra messicano-statunitense del 1846-1848.

Fatti antecedenti: esplorazione spagnola

A causa delle sue imponenti dimensioni e della posizione strategica, gli europei incominciarono a interessarsi al Texas sin da quando arrivarono per la prima volta nel Nuovo Mondo. Dopo la conquista delle Grandi Antille, gli spagnoli si rivolsero verso il Continente americano. Credendo forse che in questa terra sconosciuta si trovasse il mitico Stretto di Anián, che avrebbe dovuto essere una rotta navigabile verso l’Asia, essi si accinsero a esplorare l’attuale Texas.


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Alonso Álvarez de Pineda.

L’esplorazione ebbe inizio nel 1519, quando Alonso Álvarez de Pineda raggiunse per primo la costa del Golfo del Messico e ne disegnò una mappa.

Nel 1528 il conquistador Álvar Núñez Cabeza de Vaca, un superstite della spedizione di Pánfilo de Narváez, fu il primo europeo ad arrivare in questa zona. Fu seguito da Francisco Vázquez de Coronado che esplorò il nord nel 1541 in cerca di oro e pietre preziose, ma la sua ricerca si rivelò infruttuosa. L’anno seguente, i sopravvissuti della spedizione di Hernando de Soto provenienti da est esplorarono la zona e altri viaggi vennero effettuati sotto la guida dei Francescani durante il XVI e XVII secolo.

Texas francese

Nel 1685 l’esploratore francese René Robert Cavelier de La Salle, nel corso di una spedizione alla ricerca della foce del Mississippi, sbarcò nella baia di Matagorda e fondò una colonia che chiamò Fort Saint Louis. La sua spedizione arrivò in seguito sul Rio Grande e sul fiume Trinity e perdette due navi durante una tempesta: una di esse, chiamata La Belle, venne ritrovata nel 1995 e costituisce un sito archeologico. La Salle partì poi alla volta del Canada, ma nel marzo 1687 venne ucciso nel corso di una ribellione sulla costa del Texas.


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Avvertiti della presenza francese alle porte della Nuova Spagna, la corona spagnola inviò quindi una decina di spedizioni tra il 1685 e 1689 per trovare l’insediamento francese. Infine nel 1689 Alonso De León ritrovò Fort Saint Louis, che nel frattempo era stato abbandonato a causa delle epidemie e dell’ostilità degli indiani, e lo distrusse l’anno successivo nel corso di un secondo viaggio. La Francia continuò a rivendicare il Texas fino al trattato di Parigi del 1763.

Texas spagnolo (1680-1821)


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La Missione Alamo.

Il Texas nel 1716 fu integrato nella colonia della Nuova Spagna e rimase sotto il suo dominio fino all’indipendenza del Messico nel 1821. L’installazione degli spagnoli, che in realtà aveva avuto inizio già nel corso del XVIII secolo, era una risposta all’espansione francese in Louisiana e nei territori circostanti, causata dal desiderio di preservare le ricche miniere d’argento del Messico. Materialmente si manifestò mediante l’arrivo di nuovi coloni, la fondazione di forti e missioni gesuitiche e francescane e lo scontro con le ostilità dei popoli nativi.

I primi insediamenti

Il più antico insediamento europeo in Texas fu Ysleta del Sur Pueblo, successivamente trasformato in riserva, situato nella parte occidentale della regione lungo il Rio Grande. Fu fondato nel 1682 dai frati francescani e dagli indiani Tigua.

Nel 1690 fu fondata la missione francescana di San Francisco de los Tejas lungo il fiume San Pedro Creek, in ciò che è successivamente diventata la contea di Houston, ma a causa della minaccia degli indiani Nabedache che abitavano la zona i religiosi furono costretti a lasciare il sito nel 1731 e si trasferirono a San Antonio.


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Modifiche della frontiera dopo il trattato Adams-Onís del 1819.

Il 24 giugno 1699 fu edificata nel basso corso del Rio Grande la missione di San Juan Bautista, che fungeva anche da presidio militare per gli spagnoli. Essa divenne quindi il primo insediamento militare nella zona e lì venne installato un governatore. In seguito furono costruiti nuovi presidi a est, come Fort Taovaya, Los Adaes, San Augustin de Ahumada, Concepcion e San Luis de Amarillas.

Nel 1718 fu inaugurata la missione di San Antonio de Valero, che nel 1803 venne trasformata in una postazione militare e prese il nome di Alamo in onore di Alamo de Parras, la città natale dei soldati, situata nello Stato messicano di Coahuila. Seguirono successivamente altre istituzioni religiose come la missione di San Juan Capistrano (1716) o la missione Nuestro Señora del Espíritu Santo de Zúñiga (1722).


José de Escandón
José de Escandón.

Sotto la guida di José de Escandón vennero anche fondati numerosi villaggi da parte dei coloni tra il 1749 e il 1755 nella regione del Nuevo Santander, che corrispondeva al Texas meridionale e al Tamaulipas messicano.

Durante tutto il XVIII secolo continuò l’esplorazione del Texas da parte di contrabbandieri e commercianti di legname che mantenevano contatti con i nativi. In particolare Zebulon Pike esplorò una parte del Texas tra il 1806 e il 1807

Relazioni con le potenze vicine e i nativi americani

Il trattato di Parigi del 1763, che pose fine alla guerra dei sette anni tra potenze europee, cambiò notevolmente la geopolitica del Nord America: la Francia perse il Canada e la Louisiana, le rive occidentali del Mississippi vennero cedute alla Spagna e il resto della Louisiana divenne statunitense nel 1803. La Nuova Spagna non doveva più temere la presenza francese.


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La Missione Concepcion presso San Antonio.

I missionari, i pionieri e gli avventurieri introdussero i primi cavalli nel Texas spagnolo, oltre a oggetti di metallo e vetro che trasformarono radicalmente la vita dei nativi americani. Il cavallo rinforzò diverse tribù nomadi e contribuì a cambiare la loro distribuzione geografica. I primi contatti tra Europei e nativi furono spesso pacifici, ma ben presto le truppe spagnole e i loro coloni dovettero affrontare i Comanche e gli Apache, confronto che durò per tutto il XVIII secolo.

Dopo la loro indipendenza nel 1783, gli Stati Uniti incominciarono la loro espansione a ovest, e nel 1795 la navigazione commerciale sul Mississippi venne aperta agli americani. La vendita della Louisiana nel 1803 corrispose a un importante aumento del territorio degli Stati Uniti verso ovest. L’influenza americana si tradusse ugualmente con l’arrivo di avventurieri come Philip Nolan o di commercianti e scienziati come William Dunbar e Peter Custis. Il trattato Adams-Onís del 1819 fissò infine il confine tra i territori degli Stati Uniti e i territori spagnoli.

Lo sviluppo del Texas

Nel XVIII secolo la colonia del Texas non era molto popolata: si contavano 500 tejanos nel 1731, e solo 1000 nel 1760. Per incoraggiare l’installazione di nuovi coloni il governo decise così di offrire loro il titolo di hidalgo o benefici finanziari. Venne permesso anche agli anglo-sassoni di stabilirsi nel Texas, guidati da empresarios quali Haden Edwards o Moses Austin.


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Provincia di Coahuila y Tejas nel 1833.

Vi erano numerose difficoltà economiche, causate soprattutto dall’isolamento e dal monopolio spagnolo del commercio. Gli spagnoli avevano scavato miniere in cui erano impiegati soprattutto schiavi indigeni, realizzato opere di irrigazione lungo il Rio Grande, fondato ranch e imposto il sistema delle hacienda, grandi aziende agricole autarchiche che disponevano di diversi edifici raggruppati intorno a una piazza. Anche le missioni cambiarono, divenendo anche centri di produzione agricola e artigianale che utilizzavano il lavoro dei popoli nativi.

La tradizione dell’allevamento estensivo in Texas risale alla colonizzazione spagnola. Gli animali erano seguiti dai charro, antenati dei cowboy, che conoscevano già l’arte del rodeo per catturare i bovini selvatici mediante il lazo.

Texas messicano (1821-1836)

Nel 1821, il Messico si emancipò dalla tutela coloniale spagnola a seguito di una guerra di indipendenza. Dopo un travagliato periodo, il paese si dotò di una costituzione nel 1824 e divenne una Repubblica federale con il Cattolicesimo come religione di Stato. Il Texas venne raggruppato con il vicino Coahuila per motivi demografici, dando forma al Coahuila y Tejas con capitaleSaltillo.


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Antonio López de Santa Anna.

Tra il 1821 e il 1822, Moses Austin e suo figlio Stephen Fuller Austin fecero arrivare 300 famiglie anglo-sassoni nel Texas, i cosiddetti Old Three Hundred. La colonia aveva come capoluogo San Felipe de Austin, quando Stephen Austin istituì un posto di giustizia e una milizia, i precursori della Texas Ranger Division. In totale 24 empresarios presero parte alla crescita della popolazione nella regione, oltre allo sviluppo e alla difesa contro gli indiani. Molti di questi immigrati erano anglo-americani possidenti di schiavi.

Il governo messicano si era accorto che gli anglo-americani si rifiutavano di diventare cittadini, cercando di vivere separatamente e non rispettando le leggi sulla schiavitù, formalmente abolita nel 1829. Il presidente messicano Anastasio Bustamante minacciò il Texas di un intervento militare, prese misure per scoraggiare la colonizzazione anglo-americana e infine vietò l’installazione di americani in Texas. Per prevenire l’immigrazione dagli Stati Uniti, vennero costruiti dei forti lungo il confine. Tuttavia queste misure non ostacolarono l’afflusso di americani in Texas: erano 7.000 nel 1830, ma il loro numero salì a 30.000 nel 1834. Per contro i messicani erano soltanto 7.800.


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Anastasio Bustamante.

Il Texas divenne una sfida geopolitica per gli Stati Uniti: gli speculatori americani volevano la grande terra del Texas e il governo vedeva la sua annessione come un modo per mantenere l’equilibrio tra abolizionisti e schiavisti. Nel 1827 e nel 1829, i presidenti John Quincy Adams e Andrew Jackson cercarono di acquistare la regione dal governo messicano, ma senza successo.

Nel 1832, i ribelli attaccarono la guarnigione texana d’Anahuac e il 26 giugno vinsero la battaglia di Velasco. Nell’ottobre dello stesso anno, 55 delegati del Texas si riunirono a San Felipe e scrissero una petizione al governo messicano, chiedendo l’abrogazione delle leggi di colonizzazione e il riconoscimento del Texas come uno Stato a pieno diritto. Un secondo convegno si tenne l’anno seguente per scrivere una Costituzione del Texas. Essa venne consegnata al Presidente Antonio López de Santa Anna a Città del Messico da Stephen Fuller Austin, che venne però arrestato il 21 novembre 1833 con l’accusa di tradimento.

Il governo messicano si trovò costretto a fare concessioni ai texani: l’articolo 11 delle leggi di colonizzazione venne abrogato, consentendo agli immigrati americani di stabilirsi nel territorio e l’inglese venne accettato come seconda lingua. Il Texas venne diviso in tre dipartimenti (San Antonio-Bexar, Brazos e Nacogdoches) e la capitale nel marzo 1833 venne spostata a Monclova. Quando però il governo messicano volle abolire il sistema federale per istituire una gestione centralizzata, la guerra civile si riaccese nuovamente.

La rivoluzione del Texas e l’indipendenza

La rivoluzione del Texas ebbe inizio nell’ottobre 1835 con la battaglia di Gonzales, che vedeva opposte le truppe anglo-americane alla truppe messicane. Il 7 novembre dello stesso anno i rappresentanti delle diverse colonie texane si incontrarono a San Felipe de Austin e dichiararono di voler difendere la Costituzione messicana del 1824.

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Sam Houston nella battaglia di San Jacinto.

Venne così istituito un governo provvisorio e un parlamento eletto e nel 1836, Samuel Houston fu nominato capo delle forze armate per condurre la guerra di indipendenza. Il generale messicano Antonio López de Santa Anna decise di condurre una spedizione punitiva con lo scopo di sedare la ribellione e dal 26 febbraio al 6 marzo condusse l’assedio di Fort Alamo, un’ex missione di San Antonio occupata dai ribelli.

I 5.000 soldati messicani ebbero la meglio sugli insorti ed entrarono nel forte. La battaglia causò circa 200 morti sul fronte dei texani, tra cui il celebre Davy Crockett, e i sopravvissuti vennero catturati e giustiziati su ordine del generale nemico. Gli uomini morti ad Alamo divennero rapidamente eroi per gli indipendentisti, che si dimostrarono pronti a guidare una loro vendetta. Nel frattempo, il 2 marzo a Washington-on-the-Brazos, 59 delegati texani firmarono una dichiarazione di indipendenza dal Messico.


Davy Crockett


L’ultimo scontro ebbe luogo il 21 aprile 1836 nella battaglia di San JacintoSam Houston condusse un esercito di 900 uomini alla vittoria contro l’esercito messicano del generale Santa Anna che venne catturato poco dopo la battaglia. Santa Anna dovette firmare i trattati di Velasco il 14 maggio 1836, che stabilirono l’indipendenza del Texas. Sam Houston divenne il primo Presidente della Repubblica del Texas, ufficialmente riconosciuta dal governo degli Stati Uniti dal marzo 1837, ma non dal Messico.

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