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19 maggio 1925, nasceva Malcolm X uno dei più grandi e discussi leader afroamericani del XX secolo

Malcolm X, nato Malcolm Little, noto anche col nome islamico El-Hajj Malik El-Shabazz, e diversi soprannomi come Detroit Red e Omowale (Omaha, 19 maggio 1925 – New York, 21 febbraio 1965), è stato un politico statunitense, attivista per i diritti umani e leader nella lotta degli afroamericani. Fu uno dei più grandi e discussi leader afrostatunitensi del XX secolo. Una complessa evoluzione filosofica lo condusse all’Islamismo che egli riteneva capace di abbattere ogni barriera etnica e ogni forma di discriminazione.

19 maggio 1925, nasceva Malcolm X

Malcolm X nacque a Omaha in Nebraska, figlio di Earl Little e Louise Norton Little. Suo padre, predicatore battista e sostenitore di Marcus Garvey, morì nel 1931, ufficialmente per essere stato investito da un tram; tuttavia, nella sua autobiografia, Malcolm sostenne che il padre era stato assassinato dallo stesso gruppo di sostenitori della “supremazia bianca”, paradossalmente denominato Black Legion (Legione Nera), che aveva perseguitato la famiglia costringendola a trasferirsi più volte e al quale si attribuiva l’incendio che aveva distrutto la loro casa due anni prima.

La madre di Malcolm, originaria di Grenada era per metà bianca perché nata in seguito ad uno stupro da parte di un bianco. A causa delle persecuzioni e delle controversie sulle reali cause della morte del marito, Louise soffrì in seguito di gravi e ripetuti crolli emotivi. Alcuni anni dopo la morte di Earl fu dichiarata insana di mente e rinchiusa in un istituto psichiatrico. I figli furono separati tra famiglie affidatarie diverse ed orfanotrofi.

Malcolm terminò la junior high school ottenendo i migliori risultati della sua classe ma, stando a quanto scritto nella sua autobiografia, abbandonò quando il suo insegnante preferito gli disse senza mezzi termini che diventare un avvocato di fama non era “un obiettivo realistico per un negro”. Lasciata la scuola, Malcolm ebbe i primi problemi con la legge che lo portarono in un centro di detenzione, da cui uscì per trasferirsi per qualche tempo a Boston, presso la sorella maggiore Ella Little Collins.

In seguito trovò lavoro come lustrascarpe presso un night club; nella sua autobiografia, avrebbe ricordato di aver lustrato le scarpe a Duke Ellington e altri grandi musicisti neri. Inoltre trovò anche lavoro come cameriere in un treno. Trasferitosi poi nel quartiere di Harlem, a New York, si diede a una serie di attività illegali fra cui spaccio di droga, gioco d’azzardo, sfruttamento della prostituzione, estorsione e rapina. Quando fu esaminato per la leva durante la Seconda guerra mondiale, i medici lo trovarono psichicamente non adatto; in seguito, Malcolm X sostenne di aver finto una patologia mentale per evitare le armi.

Il carcere e la militanza

Il 12 gennaio 1946, all’età di 20 anni, Malcolm fu arrestato e condannato a dieci anni con l’accusa di violazione di domicilio, possesso illegale di armi da fuoco e furto. Alla Charlestown State Prison si guadagnò il soprannome di Satana per il suo continuo imprecare urlando al cielo, specialmente contro Dio e la Bibbia.

Il nome

Nel 1950 l’FBI aprì un fascicolo su di lui dopo che scrisse una lettera al presidente Truman, esprimendo le sue posizioni contro la guerra di Corea e dichiarandosi comunista. Fu nel medesimo anno che Little iniziò a firmarsi “Malcolm X”. Storicamente, agli schiavi neri negli Stati Uniti d’America veniva assegnato il cognome dei loro padroni. Sebbene non fosse figlio di schiavi, l’origine del suo cognome di nascita era riconducibile ai padroni presso cui avevano servito un tempo i suoi antenati. La scelta di “X” come cognome volle dunque rappresentare il rifiuto di accettare questo legame anagrafico con i padroni di un tempo.

Nello stesso anno, Malcolm si trasferì definitivamente presso Elijah Muhammad a Chicago, per tornare poi a Boston con il ruolo di “Ministro del Tempio Numero 2 della Nazione dell’Islam”. Nei tempi successivi aprì numerosi altri templi, diventando ministro di molti di essi. La sua predicazione portò moltissimi proseliti alla NOI; tra i più celebri si ricorda Cassius Clay, che proprio aderendo alla NOI decise di cambiare il proprio nome in Muhammad Ali. Ben presto Malcolm X divenne il numero due del movimento e il braccio destro di Elijah Muhammad. Fra il 1952 e il 1963, certamente anche grazie al grande carisma di Malcolm, la NOI aumentò il numero di iscritti da 500 a 30 000.

 

Mentre lavorava per la NOI, Malcolm X giunse a conoscenza delle numerose relazioni amorose di Elijah Muhammad. Lo stesso Elijah si difese sostenendo che, come “inviato di Dio”, aveva il diritto di avere più mogli; tuttavia, egli non era sposato con nessuna delle giovani segretarie con cui intratteneva rapporti e da ciascuna delle quali ebbe figli. Malcolm non volle mettere a tacere la cosa, mostrandosi polemico e apertamente contrariato, ma non abbandonò il movimento.

Nell’estate del 1963, Malcolm constatò che Elijah e molti altri Ministri di alto livello della NOI erano gelosi della sua popolarità. Progressivamente in conflitto con l’organizzazione, espresse la propria critica circa la marcia su Washington, ribatezzandola la buffonata di Washington dicendo che non trovava nulla di eccitante in una dimostrazione “fatta da bianchi davanti alla statua di un presidente morto da cento anni e al quale, quando era vivo, noi non piacevamo”.

Il 21 maggio 1964, Malcolm X tornò negli Stati Uniti d’America come sunnita, col nuovo nome El-Hajj Malik El-Shabazz. Durante un importante discorso indirizzato all’intera nazione, proclamò:

I diritti umani sono qualcosa che avete dalla nascita. I diritti umani vi sono dati da Dio. I diritti umani sono quelli che tutte le nazioni della Terra riconoscono. In passato, è vero, ho condannato in modo generale tutti i bianchi. Non sarò mai più colpevole di questo errore; perché adesso so che alcuni bianchi sono davvero sinceri, che alcuni sono davvero capaci di essere fraterni con un nero. Il vero Islam mi ha mostrato che una condanna di tutti i bianchi è tanto sbagliata quanto la condanna di tutti i neri da parte dei bianchi. Da quando alla Mecca ho trovato la verità, ho accolto fra i miei più cari amici uomini di tutti i tipi – cristiani, ebrei, buddhisti, indù, agnostici, e persino atei! Ho amici che si chiamano capitalisti, socialisti, e comunisti! Alcuni sono moderati, conservatori, estremisti – alcuni sono addirittura degli “Zio Tom”! Oggi i miei amici sono neri, marroni, rossi, gialli e bianchi!

 

La morte

Il 14 febbraio 1965, Malcolm e la sua famiglia sopravvissero a un attentato dinamitardo contro la loro abitazione. Esattamente una settimana dopo, il 21 febbraio, Malcolm fu assassinato durante un discorso pubblico a Manhattan, all’età di 39 anni, con sette colpi di arma da fuoco. Al funerale di Malcolm X, celebrato il 27 febbraio 1965 ad Harlem, parteciparono oltre 1 500 000 persone. Il suo corpo fu sepolto nel Cimitero di Ferncliff, ad Hartsdale, New York.

 

In seguito alle indagini sull’attentato tre membri della Nation of Islam (N.O.I.) furono arrestati per il suo assassinio: Talmadge Hayer, Norman 3X Butler e Thomas 15X Johnson. Benché tutti e tre fossero stati condannati per omicidio nel marzo del 1966, il solo Hayer confessò le proprie responsabilità, solo in seguito vennero fatti altri nomi sui mandanti, tutti appartenenti alla Nation of Islam. Talmadge Hayer, conosciuto anche come Thomas Hagan, ha ottenuto la libertà condizionale e il 27 aprile 2010 è stato scarcerato.

 

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