Almanacco

22 maggio 1988, muore lo storico segretario dell’MSI Giorgio Almirante

Nell'immediato dopoguerra fu tra i fondatori del partito Movimento Sociale Italiano (MSI) nel 1972 la fusione con i monarchici - con la fusione coi monarchici - ha mutato la sigla del suo partito in quella di MSI - Destra Nazionale

Giorgio Almirante è considerato da molti come “l’uomo della grande e demonizzata destra” un esponente politico di altri tempi che ha combattuto con grinta e tenacia per difendere i suoi ideali in una Italia gravemente ustionata dal fascismo.

Nell’immediato dopoguerra fu tra i fondatori del partito Movimento Sociale Italiano (MSI) nel 1972 la fusione con i monarchici – con la fusione coi monarchici – ha mutato la sigla del suo partito in quella di MSI – Destra Nazionale.

Giorgio Almirante: l’uomo della grande destra

In molto casi, seguire un’ideologia porta a procedere a tentoni attraverso un percorso fatto di ostacoli, seccature e contingenze di notevole entità. In altri casi ancora, invece, capita di dover “sconfiggere il drago” per usare un eufemismo, proprio la stessa difficoltà che dovette affrontare lo storico segretario del Movimento Sociale, Giorgio Almirante, nato il 27 giugno del 1914 a Salsomaggiore Terme.


Giorgio-Almirante


Apparteneva ad una famiglia aristocratica, Giorgio Almirante, la stessa che gli ha impartito i valori sacri e molisani dove l’ordine sacro e l’ordine sociale si incontrano per dare, conseguentemente, vita a quell’onestà e quella rettitudine in parte marrita nell’era moderna.

Gli inizi

Visse i primi dieci anni di vita in giro per l’Italia (a causa del lavoro del padre) e, dopo molte vicissitudini, la famiglia si stabilì poi a Torino e infine a Roma. Il padre Mario Almirante lavorò in ambito cinematografico, come direttore del doppiaggio di diversi film, tra cui Luci della ribalta. In seguito, durante il lavoro al giornale di Interlandi, Giorgio Almirante si occupò anche di critica cinematografica. Inoltre, durante gli anni universitari fece brevemente parte di una compagnia teatrale studentesca.


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Parallelamente agli studi, compiuti a Torino presso il Liceo Classico Vincenzo Gioberti, cominciò la sua carriera come cronista presso il quotidiano fascista Il Tevere. In quegli anni si iscrive al Guf di Roma e ne diviene fiduciario; sulle colonne del Tevere si occupò anche di pubblicizzare le attività e lo spirito dell’organizzazione giovanile fascista. Il 28 ottobre 1932 si apre la Mostra della Rivoluzione Fascista in via Nazionale.

Seconda Guerra Mondiale


Giorgio-Almirante


Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale Giorgio Almirante fu mandato come ufficiale di complemento in Sardegna, ma chiese e ottenne una promozione come corrispondente di guerra e partì per la Libia al seguito della Divisione 23 marzo delle Camicie Nere, e partecipò alla Campagna del Nordafrica.

Firmò molti articoli apparsi sul Tevere, abbandonando lo stile retorico e fascista passando a una prosa più asciutta e concisa, d’obbligo secondo lui nei resoconti di guerra. Venne decorato con la croce di guerra al valor militare per essere stato tra i primi a entrare a Sollum e Sidi Barrani, ma ricordando l’episodio non parlò mai di eroismo o di combattimenti, anzi, si schermì più volte.

RSI, Dopoguerra ed MSI

Dal 25 aprile 1945 fino al settembre 1946, pur non essendo ufficialmente ricercato, rimase in clandestinità. In tale periodo, secondo numerose testimonianze, trovò rifugio presso un amico di famiglia ebreo, Emanuele Levi che poteva così sdebitarsi per il fatto di essere stato a sua volta salvato durante la guerra, lui e la sua famiglia, da Almirante, che aveva nascosto questa famiglia ebrea nella foresteria del Ministero della Cultura Popolare durante i rastrellamenti.

Nell’autunno 1946 Almirante partecipò alla fondazione dei Fasci di Azione Rivoluzionaria insieme con Pino Romualdi e Clemente Graziani. Cominciò inoltre a scrivere sul settimanale Rivolta Ideale, una delle maggiori riviste della politica di destra di quegli anni e insieme con Cesco Giulio Baghino si avvicinò al Movimento italiano di unità sociale.


La-Difesa-della-Razza
Giorgio Almirante fu capo-redattore della rivista “La Difesa della Razza” durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. In seguito fondò l’MSI che dichiarò di non avere intenzione di riportare in vita il vecchio regime.

Il 26 dicembre 1946 Almirante partecipò a Roma alla riunione costitutiva del Movimento Sociale Italiano (MSI) facendo parte della prima giunta esecutiva. Ne divenne il 15 giugno 1947 segretario della giunta esecutiva, dal ’48 segretario nazionale e mantenne la carica fino al gennaio 1950. Da segretario del partito, Almirante si spese in modo notevole tanto da rimanere il ricordo di quando, non disdegnando viaggiare per l’intera penisola, dormiva in treni di terza classe («come un apostolo», secondo le parole di Assunta Almirante) e fondando sedi locali del MSI.

Il comizio a piazza D’Ungheria e piazza Colonna

In tanti ricordano ancora le eroiche traversate per l’Italia fatte da Giorgio, un uomo che – mettendoci la faccia – portava il suo partito in ogni angolo del Paese, viaggiando in condizioni precarie e addentrandosi tra i fatiscenti treni dell’epoca. Tuttavia, in tanti ricorderanno anche quel comizio tenutosi a piazza D’Ungheria nell’anno 1946, dove i suoi oppositori fecero irruzione sul palco e facendo così scoppiare una rissa furibonda e dando, conseguentemente, il segnale di una Italia fragile, confusa e che negli anni non ha mai fatto pace col suo passato.


Movimento-Sociale-Italiano-logo
Questo è il logo del Movimento Sociale Italiano, fondato da Giorgio Almirante che poi prese la denominazione di Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale.

 


Nei tumulti scoppiati tra gli oppositori e durante l’intervento della polizia si sentì male e poi morì l’ex federale di Rieti del PNF Pasquale Lugini.

Accuse di fascismo e attività parlamentare

Almirante, per i fatti di piazza Colonna, fu accusato di apologia del fascismo e il 4 novembre 1947 gli fu inflitta una condanna di 12 mesi di confino. Almirante era destinato a Salerno e giunto a destinazione, il questore della città gli comunicò la sospensione del provvedimento disposta dal questore di Roma.


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Nel marzo 1948, in vista delle elezioni politiche Almirante tenne diversi comizi in giro per l’Italia ma la maggior parte di questi gli fu impedita per l’ostracismo degli interventi violenti di militanti comunisti. Solo nel sud la situazione risultò più tranquilla. Il clima politico portò anche ad altri candidati del MSI l’impedimento a effettuare comizi in pubblico. Ciononostante, Almirante riuscì eletto in Parlamento fin dalla prima legislatura (1948) e fu sempre rieletto alla Camera dei deputati. Il 10 ottobre 1948 nel corso di un nuovo comizio, nuovamente in piazza Colonna, si accesero violenti scontri questa volta con le Forze dell’Ordine.

La fine di un sogno

È stato davvero straordinario quando, nel 1975 (durante il periodo della “Destra Nazionale”) Almirante calò il capo e ammise la presenza di estremisti nel suo partito, gente coinvolta nelle orribili e condannate: Strage dell’Italicus e Strage di Piazza della Loggia, dichiarando che:

«Ci sono dei violenti anche tra noi? C’è, lo debbo ammettere, in tanti giovani che ci sono vicini o che sono con noi, uno stato di insoddisfazione, di ribellione contro i miei ordini e le mie direttive». Mettendo così in luce il fallimento del progetto della grande destra.


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Almirante era un uomo di cultura, un uomo che la politica se l’era sudata fino allo stremo, partendo dal basso nonostante le sue origini aristocratiche. Appartenente all’antico retaggio dei duchi Almirante e ultimo di una generazione di attori, quest’uomo ha avuto modo di costruire il proprio pensiero politico partendo dal giornalismo e fu indicato quale segretario del comitato di redazione de “La difesa della razza”, nel periodo in cui fu giornalista nel periodo della Seconda Guerra Mondiale.

Morte


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L’intera fase storica del nostro Paese, quella su cui soffriamo ancora e portiamo i segni indelebili, porta la firma dei grandi uomini che (di destra o di sinistra) non si sono tirati indietro nel lottare a denti stretti e tra questi spicca anche un Giorgio Almirante ricordato da tutti come l’uomo della grande e demonizzata destra. La domenica 22 maggio del 1948, Giorgio Almirante morì a causa di un’emorragia celebrale.

Vita privata


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Gabriella Magnatti, suo marito Giorgio e sua figlia Rita Almirante.

Sposato con Gabriella Magnatti, con cui ebbe nel 1949 una figlia, Rita, nel 1952 conobbe Assunta Stramandinoli, con cui nel 1958 ebbe una seconda figlia, Giuliana. Successivamente, nel 1969, Assunta divenne la sua seconda moglie.

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