Almanacco

40 anni fa veniva liberato il generale James Lee Dozier

Il blitz che segnò l'inizio della fine per le Brigate Rosse

Tutto ebbe inizio a Verona, il 17 dicembre 1981. Giovedì. L’allora sottocapo di stato maggiore, James Lee Dozier, addetto alla logistica del Comando delle Forze Armate terrestri Nato nell’Europa meridionale era a casa Hausarbeit schreiben lassen . Intorno alle 18 un gruppo di cinque persone si presentò alla porta. Quattro di loro entrarono con l’inganno dentro l’abitazione, spacciandosi per idraulici. Immobilizzata la moglie del militare statunitense, i rapitori sequestrarono Dozier a bordo di un furgone.

La rivendicazione da parte delle Brigate Rosse

Nella tarda serata di quello stesso giorno, con una telefonata al giornale Ansa, arrivò la rivendicazione: «Qui Brigate Rosse, abbiamo rapito il boia della Nato James Lee Dozier. Ora è rinchiuso nel carcere del popolo e sarà sottoposto al giudizio del proletariato»
Seguirono altri comunicati da parte dei terroristi, tra cui una foto del rapito con la nota stella a cinque punte affissa alle spalle. Un chiaro riferimento al macabro sequestro dell’onorevole Aldo Moro. Per settimane Dozier rimase incatenato sotto una tenda, costretto a subire torture.


James Lee Dozier
James Lee Dozier durante il sequestro a Padova

Dopo 42 giorni di sequestro, la svolta nelle indagini

Le indagini partirono immediatamente ma dopo oltre un mese di ricerche ancora non davano i risultati sperati. Nel tentativo di portare in salvo il prima possibile il generale americano, fu persino avanzata una trattativa con gli agenti del Kds bulgaro. Il “Komitet za dăržavna sigurnost” (Comitato per la Sicurezza dello Stato) era l’istituto dei servizi segreti dell’allora Repubblica Popolare di Bulgaria nel corso della Guerra Fredda, vivamente interessato a possibili segreti militari del vecchio “blocco occidentale”. Tuttavia anche questo sforzo si rivelò infruttuoso. Il tassello mancante sembrerebbe essere stato trovato quindi dalla Polfer di Verona: nel corso di un fermo, un ragazzo tossicodipendente avrebbe dato informazioni rilevanti sulle Brigate Rosse pur di essere lasciato andare. Si tratta però solo di una delle varie ipotesi di come si sia giunti ad una svolta nelle indagini.

Il blitz che segnò l’inizio della fine per le Brigate Rosse

Certo è il fatto che il 28 gennaio 1982, un’incursione dei Nocs permise di snidare il covo dei terroristi a Padova, il blitz nell’appartamento sito al primo piano di via Pindermonte – 2, sarà a lungo ricordato come uno dei più spettacolari interventi delle forze speciali italiane. Iniziato alle 11.20 e durato appena 90 secondi, permise di salvare il generale Dozier. Al contempo ha significato l’annichilimento delle Brigate Rosse venete guidate da Antonio Savasta, il cui pentimento diede inizio alla fine dell’organizzazione terroristica di matrice comunista.

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