Cronaca

Eugenio Scalfari, addio al fondatore di Repubblica: aveva 98 anni

La tragica notizia questa mattina

Sconvolgente notizia diffusa in questi istanti, è morto Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica: l’uomo, originario di Civitavecchia, è scomparso questa mattina all’età di 98 anni nella sua casa di Roma.

È morto Eugenio Scalfari: aveva 98 anni

Sconvolgente notizia diffusa in questi istanti, il fondatore di Repubblica è scomparso all’età di 98 anni nella sua casa di Roma. I campi principali dell’analisi di Scalfari sono stati l’economia e la politica.

Chi era

Scalfari nasce a Civitavecchia (Roma) il 6 aprile del 1924 da genitori calabresi. Iscrittosi dapprima presso il Liceo Mamiani di Roma, sarà poi al liceo classico G.D. Cassini di Sanremo, dove intanto s’era trasferito con la famiglia per via del lavoro del padre, chiamato a svolgervi l’attività di direttore artistico del locale Casinò, nel quale compirà fino alla fine il suo ciclo di studi liceali, avendo come suo compagno di banco il futuro scrittore Italo Calvino.

Tra le prime esperienze giornalistiche di Scalfari c’è Roma Fascista, organo ufficiale del GUF (Gruppo Universitario Fascista), mentre era studente di giurisprudenza. Negli anni successivi Scalfari continua a collaborare con riviste e periodici legati al fascismo, come Nuovo Occidente, diretto dall’ex squadrista e fascista cattolico Giuseppe Attilio Fanelli. Nel 1942 Scalfari sarà nominato caporedattore di Roma Fascista.

La carriera

Dopo la fine della seconda guerra mondiale entra in contatto con il neonato Partito Liberale Italiano, conoscendo giornalisti importanti nell’ambiente. Nel 1950, mentre lavora presso la Banca Nazionale del Lavoro, diventa collaboratore, prima a Il Mondo e poi a L’Europeo, di due personalità che spesso richiama nei suoi scritti: Mario Pannunzio e Arrigo Benedetti. Ricorderà poi, con orgoglio, di essere stato licenziato dalla BNL per una serie di articoli sulla Federconsorzi non graditi alla direzione.

Nel 1955 partecipa all’atto di fondazione del Partito Radicale. Nello stesso anno nasce il settimanale L’Espresso: Scalfari è direttore amministrativo e scrive articoli di economia. Nel 1963 somma la carica di direttore responsabile de L’Espresso a quella di direttore amministrativo. Il settimanale arriva in cinque anni a superare il milione di copie vendute. Il successo giornalistico si fuse con il piglio imprenditoriale, dato che Scalfari continuò a gestire anche la parte organizzativa e amministrativa.

La fondazione della Repubblica

Nel 1976, dopo aver già tentato (inutilmente) di varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che aveva respinto la proposta, Scalfari fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole il 14 gennaio di quell’anno. L’operazione, attuata con il Gruppo L’Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina del giornalismo italiano.

Scalfari, padre del quotidiano la Repubblica e della sua ascesa editoriale e politico-culturale, abbandona il ruolo di direttore nel 1996, dopo che già da tempo aveva ceduto, insieme a Caracciolo, la proprietà a Carlo De Benedetti; gli subentra Ezio Mauro. Non scompare dalla testata del giornale, poiché continua a svolgere il ruolo di editorialista dell’edizione domenicale. Dopo aver lasciato anche la sua rubrica domenicale su la Repubblica, Scalfari si è spento a Roma il 14 luglio 2022.

La vita privata

Nel 1950 si sposa con la figlia del giornalista Giulio De Benedetti, Simonetta, morta nel 2006, dalla quale ha avuto le due figlie Enrica e Donata. Dalla fine degli anni settanta Scalfari è sentimentalmente legato a Serena Rossetti, già segretaria di redazione de L’Espresso (e poi di Repubblica), che sposerà dopo la scomparsa della moglie Simonetta.

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