Abruzzo: uccise un orso nel 2014, condannato a risarcire il Parco e le associazioni ambientaliste
C’è finalmente un colpevole per l’uccisione di un orso a Pettorano sul Gizio, Parco nazionale d’Abruzzo e Molise nel 2014. La Corte d’Appello de L’Aquila ha sancito, con la sentenza del 22 luglio 2020, che Antonio Centofanti, 67 anni, ex operaio Anas in pensione, è responsabile civilmente dell’uccisione dell’esemplare, ribaltando quanto stabilito dalla sentenza di primo grado. L’uomo dovrà risarcire i danni al Parco nazionale d’Abruzzo e Molise e alle associazioni ambientaliste, che si sono costituite parti civili.
Orso ucciso nel Parco nazionale d’Abruzzo e Molise: condanna solo civile per l’assassino
Per un vizio di forma, che ha provocato l’inammissibilità dell’appello proposto dal procuratore generale, unico modo per ottenere una condanna penale, la condanna è solo civile ed è stata possibile proprio grazie al fatto che le associazioni ambientaliste Wwwf Italia, Lav e Salviamo l’Orso avevano impugnato la sentenza di primo grado e avviato l’appello per la condanna civile.
I commenti delle associazioni ambientaliste
“Esprimiamo la nostra soddisfazione per questa sentenza – dichiara Filomena Ricci, delegato regionale del Wwf Abruzzo – che al di là degli aspetti formali, condanna in maniera inequivocabile chi ha imbracciato un fucile e sparato a un Orso. È la prima volta che in un processo indiziario per lo sparo a un orso bruno marsicano si accerta una responsabilità, seppure solo civile, e si infligge una condanna. Ci auguriamo che questa vicenda giudiziaria ribadisca l’importanza della tutela della fauna selvatica e dell’orso marsicano in particolare e non veda più impuniti gli episodi a danno degli animali selvatici”.
“Questa è una sentenza destinata a creare un precedente giurisprudenziale importante in tema di uccisione di animali selvatici – continua l’avvocato Michele Pezone, che ha rappresentato le Associazioni ambientaliste nel processo -. Si è arrivati a questo risultato grazie a esami e prove scientifiche, quali analisi medico-veterinarie, autopsia, consulenze balistiche. L’esito del giudizio ripaga dell’impegno profuso in questa vicenda e sottolinea la grande attenzione che merita un animale come l’orso marsicano, simbolo della nostra Regione“.
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