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Il 2 agosto del 1998, Marco Pantani vinceva il Tour de France

Il 2 agosto del 1998 Marco Pantani vinceva il Tour de France. Marco Pantani (Cesena, 13 gennaio 1970 – Rimini, 14 febbraio 2004) è stato un ciclista su strada italiano, con caratteristiche di scalatore puro. Professionista dal 1992 al 2003, considerato tra i più forti scalatori di sempre, ottenne in tutto 46 vittorie in carriera con i migliori risultati nelle corse a tappe, vincendo un Giro d’Italia, un Tour de France e la medaglia di bronzo ai mondiali in linea del 1995.

Marco Pantani vince il Tour de France

Nel 1998 partecipò e, per la prima volta, si impose al Giro d’Italia. Rivaleggiando con gli specialisti della cronometro come Alex Zülle, fu in grado di guadagnarsi un margine tale da poter compensare la propria debolezza nelle prove contro il tempo. Pantani prese la maglia rosa – gliela cedette Zülle – il 2 giugno, al termine della frazione di Selva di Val Gardena, e l’indomani controllò il più diretto rivale, Pavel Tonkov, nella tappa dell’Alpe di Pampeago. Decisiva fu la frazione di Plan di Montecampione, il 4 giugno: nell’occasione Pantani, con Zülle ormai alla deriva (quel giorno perse più di mezz’ora), attaccò ripetutamente Tonkov.

Il russo, dopo un duello accanito, dovette cedere subendo un passivo di circa un minuto negli ultimi due chilometri, mentre il romagnolo andò a vincere la tappa e a ipotecare il successo finale. Quell’anno al Giro Pantani fece sua anche la classifica scalatori battendo José Jaime González. Successivamente iniziò la preparazione in vista del Tour de France, che fu rovinata da un avvenimento luttuoso: a quindici giorni dall’inizio della gara francese morì infatti Luciano Pezzi, mentore di Pantani e suo direttore sportivo alla Mercatone Uno.

Nelle prime 7 tappe Pantani accumulò un ritardo di quasi cinque minuti dalla maglia gialla Jan Ullrich: un ritardo che sembrava incolmabile. Ma Pantani, con il passare dei giorni, recuperò la miglior condizione e, con il secondo posto nella tappa Pau – Luchon e la vittoria a Plateau de Beille, ridusse di quasi 3 minuti il suo ritardo. Ma fu con la quindicesima tappa, che andava da Grenoble a Les Deux Alpes, che avvenne la svolta decisiva. Pantani, infatti, andò all’attacco sul colle del Galibier a quasi 50 chilometri dal traguardo, e nonostante le difficili condizioni atmosferiche riuscì a staccare Ullrich arrivando al traguardo in solitaria, con quasi nove minuti di vantaggio sul rivale.

Quel giorno Pantani non solo vinse la tappa, ma si prese anche la maglia gialla, che avrebbe mantenuto fino a Parigi, conquistando l’edizione numero 85 della Grande Boucle e regalando all’Italia un trionfo al Tour dopo 33 anni dalla vittoria del 1965 di Felice Gimondi. In seguito ad ulteriori analisi antidoping, effettuate nel 2004 e disposte da una commissione parlamentare del senato francese, emerse la positività all’EPO ricombinante dei campioni prelevati nelle tappe del 21, 22, 27 e 28 luglio, date che coincidono tra l’altro con le 2 vittorie di tappa conseguite in quell’edizione. Per 16 anni rimase l’ultimo italiano ad aver vinto il Tour, fino al 2014, quando Vincenzo Nibali si aggiudicò la vittoria nella classifica generale.

Chi era Pantani

Soprannominato “il Pirata“, con grandi doti di fondo e di recupero oltre che di scattista, è stato l’ultimo dei ciclisti (dopo Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain) ad aver realizzato l’accoppiata Giro-Tour, ovvero la vittoria al Giro d’Italia e al Tour de France nello stesso anno.

Escluso dal Giro 1999 a seguito di un valore di ematocrito al di sopra del consentito. Pantani risentì del clamore mediatico suscitato dalla vicenda e, pur tornato alle gare non molto tempo dopo, raggiunse solo sporadicamente i livelli cui era abituato. Caduto in depressione, morì il 14 febbraio 2004 a Rimini, per intossicazione acuta da cocaina e psicofarmaci antidepressivi, con conseguente edema polmonare e cerebrale, così come provato dall’autopsia del 2004 e da una successiva perizia medico-legale del 2015.

Paolo Siotto

Giornalista pubblicista dal 2015, collabora per l'Occhio da giugno 2019 dopo diverse esperienze con testate locali tra cui il quotidiano Metropolis. Redattore per Fantacalcio e Calciomercato.it, nel tempo libero ama dedicarsi alla buona musica.

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