Curiosità

Alternative al tabacco tradizionale: le proposte sul mercato

Le sigarette elettroniche comparse sul mercato quasi vent’anni fa, contribuendo a rinnovare il mercato dei prodotti per fumatori adulti

Secondo i dati sul tabagismo pubblicati a fine maggio dall’Istituto Superiore di Sanità, i fumatori in Italia rappresentano il 24,2% della popolazione. Il dato, sottolinea Roberta Pacifici, responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS, risente anche degli effetti della pandemia, che ha “significativamente influenzato le abitudini al consumo dei prodotti del tabacco e di nicotina degli italiani”. Tra gli aspetti che caratterizzano la platea dei consumatori adulti di tabacco vi è senza dubbio una crescente diversificazione delle modalità di consumo; al fianco delle sigarette tradizionali, infatti, si stanno facendo spazio, specie negli ultimi anni, svariati prodotti alternativi: di seguito, vediamo quali sono.

Le sigarette elettroniche (e-cig)

Nel sopra citato rapporto dell’ISS si legge che “in Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono il 2,4% della popolazione, ovvero circa 1.200.000 persone. Dopo un trend che vedeva negli anni precedenti una diminuzione degli utilizzatori, questi nel 2022 sembrano essere di nuovo in aumento”.

Le sigarette elettroniche hanno fatto la propria comparsa sul mercato quasi vent’anni fa, contribuendo a rinnovare significativamente il mercato dei prodotti per fumatori adulti. A discapito di quanto potrebbe sembrare dal nome, le e-cig non contengono tabacco; si tratta, infatti, di dispositivi elettronici di vaporizzazione che trasformano in aerosol una soluzione composta da acqua, aromi e una quantità variabile di nicotina. Il fumo prodotto dalle sigarette elettroniche ha un colore chiaro per via della presenza, all’interno della soluzione, si una sostanza che fa da veicolo per le fragranze (in genere il glicerolo o il glicole propilenico). L’atomizzatore presente all’interno della sigaretta elettronica viene azionato da un apposito sensore che, a sua volta, si attiva quando l’utilizzatore inspira l’aria attraverso il boccaglio. Se la cartuccia è estraibile, il device è “a sistema chiuso”; se, di contro, il liquido va ricaricato esternamente, la e-cig è “a sistema aperto”.

I riscaldatori di tabacco

Noti anche come THP (acronimo di Tobacco Heating Product), i dispositivi a tabacco riscaldato “vengono utilizzati abitualmente o occasionalmente dal 3,3% della popolazione italiana, circa 1.700.000 persone”, come rileva l’ISS, che evidenzia come il loro utilizzo sia triplicato nel corso degli ultimi tre anni.

A differenza delle sigarette elettroniche, i THP non vaporizzano una soluzione aromatizzata ma riscaldano una miscela di tabacco; benché sul mercato vi siano numerosi modelli differenti, in linea di massima un device di questo tipo sviluppa una temperatura piuttosto alta (che si attesta tra i 250° e i 350°) ma non abbastanza da innescare la combustione del tabacco. In tal modo, il dispositivo non produce cenere e le emissioni di fumo sono di molto inferiori rispetto a quelle di una sigaretta tradizionale.

Ma come funziona un riscaldatore di tabacco? I vari modelli in commercio in tutto il mondo adottano tecnologie differenti. Il sistema di riscaldamento più diffuso resta quello elettronico, di tipo resistivo o induttivo. I dispositivi a tabacco riscaldato di gloTM, ad esempio, fanno ricorso ad una specifica tecnologia di riscaldamento a induzione (la Induction Heating Technology), che prevede l’utilizzo di una bobina avvolta attorno alla camera di riscaldamento in cui viene inserita lo stick con la miscela di tabacco. In tal modo, la temperatura massima sviluppata è di circa 250° e, grazie al sistema a induzione, il calore è distribuito in maniera omogenea e progressiva.

Altri dispositivi dello stesso tipo sono dotati di sistemi per il controllo progressivo della temperatura, così da riscaldare il tabacco senza bruciarlo, pur sfruttando tecnologie differenti per il riscaldamento. In alternativa, esistono THP che, grazie alla dotazione di un liquido apposito, producono un aerosol in grado di riscaldare il tabacco; infine, la gamma dei prodotti a tabacco riscaldato, secondo il report 2020 di CORESTA, include anche i device “carbon heated”, ossia quei riscaldatori che usano il carbone come fonte di calore o come medium per riscaldare indirettamente il tabacco contenuto nel dispositivo.

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