CronacaSanremo 2021

Il conduttore di Sanremo agita lo spettro dell’annullamento “Non voglio il Festival della desolazione”

Amadeus preferirebbe non posticipare Sanremo in primavera

Sanremo, si o no? La data del Festival si avvicina, ma il dibattito è ancora vivo: il primo nodo da sciogliere riguarda il pubblico in sala, ma da non trascurare anche l’avvicendamento dei cantanti e degli ospiti per l’intrattenimento.

Problemi che il conduttore, ha promesso di risolvere o, altrimenti, preferisce rimandare il Festival al 2022Se lo posticipi a maggio non è Sanremo, ma il Festivalbar”, ha dichiarato Amadeus.

Amadeus: “Sanremo a marzo oppure nel 2022”

Dopo la conferma delle date per l’edizione 2021, è partito il conto alla rovescia per il nuovo Sanremo targato Amadeus, ma i grattacapi per il conduttore sono ancora tanti, troppi. È stato lo stesso showman a snocciolarli, uno per uno, in un’intervista al Corriere della Sera, in cui è stata avanzata anche l’ipotesi di uno slittamento della manifestazione al 2022.

Il pubblico di figuranti

A causa del covid non sarà possibile riempire le poltrone dell’Ariston con il solito numero di persone, questo all’indomani del veto imposto dal Prefetto di Imperia, che ha escluso tassativamente la presenza del pubblico in Sala. Amadeus ha dichiarato di aver risolto il problema con l’ingaggio di un numero di figuranti, sufficiente a riempire quasi 400 posti della platea, con il giusto distanziamento. La galleria, invece, resterebbe vuota.

Posticipare

Niente posticipo ai mesi primaverili, il Festival si fa a marzo i slitta al 2022 “Se lo posticipi a maggio non è Sanremo, ma il Festivalbar. E poi chi ci dice che a maggio avremo lasciato le mascherine e potremo abbracciarci tranquillamente?”, ha dichiarato Amadeus al Corriere.

Sanremo a tutti i costi?

Quella del conduttore non è una presa di posizione: dopotutto, hanno rimandato le Olimpiadi, perchè non Sanremo? Amadeus ha ribadito la sua ferma intenzione di coniugare spettacolo, rispetto delle regole e tutela della salute. Ma, se uno di questi aspetti dovesse venire meno, o dovesse essere privilegiato a scapito di tutto il resto, allora preferisce rimandare “Tante persone che mi chiedono di fare un grande Festival perché la musica è in fin di vita. Il Festival blindato non serve a niente, non è uno spettacolo televisivo, passerebbe alla storia per il Sanremo del Covid, per il Sanremo della desolazione. Intorno al Festival da 70anni a oggi è sempre stato costruito uno spettacolo. Se in una partita di calcio mi togli il pubblico, mi levi le porte, riduci a 8 i giocatori e il pallone sì ma sgonfio, forse è meglio rimandare la partita”.

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