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Ambra Angiolini, la separazione da Renga: “Per me è stato un lutto”

Ambra Angiolini è tornata a parlare della separazione da Francesco Renga, con il quale ha avuto la figlia, Jolanda. Per lei, infatti, è stato un “lutto”, stando a quanto lei stessa ha dichiarato. Ma scopriamo maggiori dettagli in merito a quanto ha detto.

Ambra Angiolini: la separazione da Renga

Con il cantante Francesco Renga si è sposata ed ha avuto due figli, Jolanda e Leonardo. Il sogno d’amore, ad un certo punto è venuto a mancare. Per lei è stato un momento estremamente difficile: “Durante la separazione da Francesco, un lutto vero, fu soprattutto Michele Placido a offrirmi la chiave: nel suo film Sette minuti ho potuto far vivere la mia rabbia. Sono fiera di quel personaggio, che ha la faccia disperata che avevo in quel periodo: per il nervoso mi venivano continui sfoghi cutanei”.

Poi spazio anche alla sua carriera. Ha parlato anche del suo ruolo in Saturno contro di Ferzan Ozpetek. Il suo personaggio a un certo punto dice: “Esagero sempre, è il mio unico pregio”. “Con me Ferzan ha girato più un documentario che un film: ha preso da me tutto quello che non avevo mai pensato di poter usare. Mi ha detto: “Ma tu con ‘sta roba devi lavorare, non con tutto il resto”. Ho imparato che potevo essere interessante usando ciò che avevo sempre pensato fosse da nascondere. Una svolta, e non per i premi: oggi so che posso trasformare cose che altrimenti resterebbero lì a mangiarmi viva”.

La sofferenza con la bulimia

Ambra ha dichiarato: “Da piccola vidi un film in cui c’era una ragazza a una festa in cui tutti erano benvestiti e si divertivano. Le veniva una crisi di panico: prendeva a mangiare qualsiasi cosa dal buffet, poi correva in bagno a vomitare tutto. Quella scena mi è entrata in testa e quando ho cominciato a non stare bene l’ho copiata. La bulimia ha reso il mio corpo colpevole di essere diventato diverso rispetto a quello con cui ero diventata famosa.

Un giorno in aeroporto vedo una rivista con la mia faccia. Titolo: “Ambra scoppia di successo”, e “scoppia” era tra virgolette. Poi vado in autogrill e la signora delle pulizie mi dice: “Ma va, mica sei grassa”. Ho capito che gli effetti di questa situazione erano sotto gli occhi di tutti”. Poi ha continuato aggiungendo: “Alla gente interessava solo che tornassi magra, mentre io stavo facendo i conti con la voragine che avevo dentro. Allora ho chiuso gli occhi: non potevo farmi distrarre da quella roba, non potevo dare retta a loro prima di aver capito cosa mi stesse capitando

Un ruolo decisivo lo ebbe la sua famiglia: “Mia madre mi lasciava bigliettini, Post-it ad altezza vomito. O delle canzoni. Lì per lì mi facevano sentire in colpa, poi è stato importante sentire che non c’era giudizio, che per lei io non ero la mia malattia. Ho cominciato a pensare che la bulimia fosse qualcosa da cui potevo allontanarmi”. Un grande aiuto fu anche la gravidanza della primogenita: “Jolanda ha riempito un vuoto. Quando me lo sono trovata dentro la pancia ho sentito che quel pezzo d’amore che cercavo ovunque in realtà era dentro di me. Questa però è solo la mia storia: non è che fare figli salvi dai disturbi alimentari“.

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