Cronaca

Immuni disponibile in tutte le regioni d’Italia da domani: ecco come funziona

Dopo i primi test condotti in 4 regioni, da domani l’app Immuni sarà disponibile in tutta Italia. Fin ora 2 milioni e 200mila  persone l’hanno scaricata, l’applicazione è disponibile sugli store digitali di Apple e Google, e per i dispositivi Huawei e Horor.

La app Immuni disponibile in tutte le regioni d’Italia

L’app Immuni è disponibile sugli store digitali di Apple e Google dal 1 giugno, dall’8 invece è stata disponibile in fase di test in quattro regioni (Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia). Secondo gli ultimi dati disponibili forniti dal ministero dell’Innovazione, è stata scaricata da 2,2 milioni di persone.

Come funziona Immuni?

Il sistema di notifiche di esposizione di Immuni mira ad avvertire gli utenti quando sono stati esposti a un utente potenzialmente contagioso.

Il sistema è basato sulla tecnologia Bluetooth Low Energy e non utilizza dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del GPS. L’app non raccoglie e non è in grado di ottenere alcun dato identificativo dell’utente, quali nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email. Immuni riesce quindi a determinare che un contatto fra due utenti è avvenuto, ma non chi siano effettivamente i due utenti o dove si siano incontrati.

Un esempio

Una volta installata da Alice, l’app fa sì che il suo smartphone emetta continuativamente un segnale Bluetooth Low Energy che include un codice casuale. Lo stesso vale per Marco. Quando Alice si avvicina a Marco, gli smartphone dei due utenti registrano nella propria memoria il codice casuale dell’altro, tenendo quindi traccia di quel contatto. Registrano anche quanto è durato il contatto e a che distanza erano i due smartphone approssimativamente.

I codibci sono generati del tutto casualmente, senza contenere alcuna informazione sul dispositivo o l’utente. Inoltre, sono modificati diverse volte ogni ora, in modo da proteggere ulteriormente la privacy degli utenti.

Supponiamo che, successivamente, Marco risulti positivo al SARS-CoV-2. Con l’aiuto di un operatore sanitario, Marco potrà caricare su un server delle chiavi crittografiche dalle quali è possibile derivare i suoi codici casuali.

Per ogni utente, l’app scarica periodicamente dal server le nuove chiavi crittografiche inviate dagli utenti che sono risultati positivi al virus. L’app usa queste chiavi per derivare i loro codici casuali e controlla se qualcuno di quei codici corrisponde a quelli registrati nella memoria dello smartphone nei giorni precedenti. In questo caso, l’app di Alice troverà il codice casuale di Marco, verificherà se la durata e la distanza del contatto siano state tali da aver potuto causare un contagio e, se sì, avvertirà Alice.


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Il sito del Ministero della Salute

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