Cronaca

Covid, Arcuri: “Oggi abbiamo condizioni diverse, risultato di uno sforzo collettivo” 

"Oggi abbiamo condizioni diverse", afferma Arcuri "l'impegno dell'Italia per contrastare il Covid non ha pari nel mondo"

Oggi abbiamo condizioni diverse, risultato di uno sforzo collettivo” , ad affermarlo il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri in un’intervista. “L’impegno dell’Italia per il contrasto del Covid non ha pari nel mondo” .

Arcuri: “L’impegno dell’Italia per il contrasto del Covid non ha pari nel mondo”

Ora ci troviamo ad affrontare una seconda ondata di questa tragedia che in tutto il mondo ha una forza inaspettata. Oggi ci troviamo di fronte a uno scenario molto diverso: durante la prima ondata, il 50% dei contagiati si curava in isolamento domiciliare e il 43% veniva ricoverato, in questa seconda ondata il 95% si cura a casa e il 5% viene ricoverato. Se le condizioni di base fossero state uguali saremmo di fronte a una sfida impossibile, invece questo è il risultato di uno sforzo collettivo”.

Continua Arcuri

Sarei contento di dare tutto ciò di cui c’è bisogno ma spesso non è sempre possibile. A marzo eravamo l’epicentro della pandemia, non producevamo nessun dpi, avevamo al picco circa 4.500 italiani in terapia intensiva e una capacità di fare poco più di 20mila tamponi al giorno ed eravamo in una terribile guerra commerciale.

Sono passati 7 mesi oggi abbiamo produzione completamente autosufficiente di dispositivi di protezione individuali e non ne acquistiamo più all’estero, abbiamo aumentato posti letto e facciamo più di 200mila tamponi al giorno e malgrado l’impeto dell’epidemia abbiamo 3.400 italiani ricoverati in terapia intensiva questo è successo grazie al contributo di tutti e lo sforzo straordinario che non ha pari in nessun altro paese del mondo. Siamo stati efficaci nel contrasto della pandemia malgrado caratteristiche nostro sistema e lungaggine nostre procedure decisionali”.

“Dopo pandemia pensare più a crescita Pil e meno a debiti”

Da questa pandemia dobbiamo trarre alcuni insegnamenti, in primis il fatto che nei tre decenni abbiamo pensato troppo ai debiti e troppo poco alla necessità di far crescere il nostro prodotto interno lordo. Dimenticandoci che non c’è modo migliore di pagare i debiti della capacità di produrre ricchezza“.

Fonte: Rainews


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