Attacco al mercato di Sabrein, in Sudan: 54 persone sono morte mentre oltre 150 sono rimaste ferite. Msf: “Vite distrutte, obitorio colmo di cadaveri”. L’attacco è stato condotto dalle Rapid Support Forces (Rsf), un gruppo paramilitare in conflitto con l’esercito nazionale. La guerra, iniziata nel 2023, ha già causato oltre 28mila vittime.
Sudan, attacco al mercato di Sabrein: 54 morti e oltre 150 feriti
Una tragedia si è consumata in un mercato, con 54 morti e 158 feriti, tra cui numerose donne e bambini. L’assalto ha colpito il mercato di Sabrein, nello Stato di Khartoum, da parte delle Rapid Support Forces (Rsf), che combattono contro l’esercito del Paese. Il conflitto in Sudan è scoppiato ad aprile 2023, quando le tensioni tra i leader delle forze armate e dell’Rsf sono sfociate in scontri aperti nella capitale Khartoum e in altre città. Finora, oltre 28mila persone hanno perso la vita e milioni sono fuggite.
Molte famiglie si sono trovate costrette a nutrirsi di erba nel disperato tentativo di sopravvivere, mentre la carestia ha colpito diverse aree del Paese. Secondo le Nazioni Unite e le organizzazioni per i diritti umani, il conflitto è stato segnato da gravi atrocità, tra cui omicidi e violenze sessuali di natura etnica. La Corte penale internazionale ha annunciato di essere al lavoro su presunti crimini di guerra e contro l’umanità. Khalid al-Aleisir, ministro della Cultura e portavoce del governo, ha condannato l’attacco, sottolineando che ha provocato “una vasta distruzione di beni privati e pubblici”. “Questo atto criminale si aggiunge al già lungo elenco di violenze di questa milizia” e “rappresenta una chiara violazione del diritto umanitario internazionale”, ha dichiarato il portavoce del governo in un comunicato.
“Decine di persone con ferite gravi”
All’ospedale Al Nao, sostenuto da Medici Senza Frontiere (Msf), si stanno vivendo scene di devastazione, con corpi senza vita, pazienti e familiari giunti dopo l’attacco. I medici descrivono una situazione terribile, con uomini e donne, giovani e anziani, portati qui per ricevere cure. Christopher Lockyear, segretario generale di Msf, si trovava all’ospedale di Al Nao quando i pazienti hanno cominciato ad arrivare dopo questo orrendo attacco. “Osservo le vite di uomini, donne e bambini distrutte, con feriti che occupano ogni angolo del pronto soccorso, mentre i medici fanno del loro meglio. Ci sono decine di persone con ferite gravi, e l’obitorio è colmo di cadaveri. Davanti a me si presenta una scena di pura carneficina, l’ennesimo tragico esempio di questa guerra spietata contro la popolazione”, ha dichiarato Lockyear, secondo una nota di Msf.
L’ospedale Al Nao si trova a Omdurman, nello Stato di Khartoum, in una zona sotto il controllo delle forze armate sudanesi. È il più grande ospedale pubblico attivo rimasto a Omdurman. Medici Senza Frontiere (MSF) fornisce supporto a questa struttura attraverso donazioni di farmaci e forniture mediche essenziali, incentivi per il personale, assistenza tecnica per la logistica e i servizi igienici, oltre alla distribuzione di acqua e cibo per i pazienti. L’intervento si concentra principalmente sul pronto soccorso e sulla sala operatoria. MSF è attiva in 11 dei 18 Stati del Sudan, operando in aree controllate sia dalle forze armate sudanesi che dalle Forze di supporto rapido.