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Iil 25 novembre del 1915 nasce Augusto Pinochet: generale e politico cileno

Percorriamo insieme la vita del generale Augusto Pinochet, l'uomo che governò il suo paese dall'11 settembre 1973 al giorno 11 marzo 1990

Augusto José Ramón Pinochet Ugarte è stato un generale e politico cileno, che, a seguito del colpo di Stato in Cile del 1973, governò il suo paese dall’11 settembre 1973 al giorno 11 marzo 1990.

Augusto Pinochet, ex-governatore cileno

Augusto José Ramón Pinochet Ugarte è nato a Valparaíso il 25 novembre del 1915. Ufficiale dell’esercito cileno, iniziò la sua entrata trionfale nelle sfere del potere nel 1973, anno in cui prese piede il golpe militare che, dopo la morte dell’allora presidente della Repubblica Salvador Allende, diede inizio al suo lungo governo.


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Pinochet rimpiazzò, infatti, il rinunciatario comandante in capo dell’esercito, Generale Carlos Prat, il quale aveva deciso di abbandonare l’incarico a causa delle forti pressioni esercitate dai settori più reazionari della società.

Bisogna sottolineare il fatto che la nomina a Generale, che contò inizialmente proprio sull’approvazione di Allende, fu dettata da una questione tecnica, legata all’anzianità del generale Prat, più che a doti particolari nel comando o a qualità professionali di Pinochet. Ciò avvenne nel tentativo estremo di placare il colpo di stato che era nell’aria da tempo.

Gli anni del golpe

Ad ogni buon conto Pinochet giocò un ruolo abbastanza secondario in questa turbolenta fase di transizione, poi, il giorno 11 settembre 1973 sfociò nel golpe sanguinoso che travolse il governo di “Unidad Popular”. I veri artefici e mandanti intellettuali del golpe furono, secondo storici autorevoli, come detto l’oligarchia e le élites imprenditoriali, appoggiate dai settori politici che le rappresentavano, ovvero la destra e la direzione della Democrazia Cristiana (tranne poche eccezioni). La sinistra mondiale inoltre, non ha mancato di additare anche consistenti aiuti all’ascesa del dittatore da parte degli Stati Uniti, timorosi che la pericolosa e illiberale macchia comunista si espandesse anche nell’area sudamericana.


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La soluzione della crisi di governo venne affidata all’esercito in quanto storico garante dell’ordine costituzionale e istituzionale della Repubblica, mito rafforzato dal profilo apolitico e professionale delle forze armate cilene. Formazione attuata principalmente attraverso la celebre scuola “delle Americhe”, allora stanziata a Panama.

Il giudizio storico e la condanna di Madrid

Dal 1973 al 1990 dunque il mondo fu testimone di migliaia di sparizioni, decine di migliaia di arresti, torture ed esili. Tutto si concluse, apparentemente, con il “Plebiscito” del 1989, proposto dalla stessa giunta pinochetista. Tuttavia Pinochet mantenne la carica di comandante supremo delle forze armate.


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La costituzione emanata dalla dittatura rimase invariata; i delitti commessi furono “liquidati” con l’attuazione della politica della riconciliazione nazionale; l’omicidio di Stato nei confronti di coloro che denunciavano il proseguo della repressione ai danni dell’opposizione rimaneva una realtà; l’assegnazione a Pinochet, una volta in pensione, della carica di Senatore a vita con conseguente immunità ed impunità venne difesa ferocemente.

La fine di un ciclo

La fine del governo Pinochet, fino a poco tempo prima considerato un intoccabile (stimato ed apprezzato in moltissimi ambienti militari) è iniziata il 22 settembre del 1998, quando l’ex generale andò a Londra per una operazione chirurgica.


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Amnesty International e altre organizzazioni chiesero subito il suo arresto per violazione dei diritti umani. Pochi giorni dopo il giudice spagnolo Baltasar Garzon emise un mandato di cattura internazionale, chiedendo di incriminare il generale per la morte di cittadini spagnoli durante la dittatura cilena.

A sostegno di questa richiesta si espressero le sentenze dell’Audiencia Nacional di Madrid e della Camera dei Lords di Londra, richiamandosi al principio della difesa universale dei Diritti dell’Uomo e stabilendo rispettivamente che la Giustizia spagnola era competente per giudicare i fatti avvenuti durante la dittatura militare in Cile – dal momento che si tratta di “crimini contro l’umanità” che colpiscono, come soggetto giuridico, il genere umano nel suo insieme – e che i presunti autori di gravi delitti contro l’umanità, come appunto Pinochet, non godono di immunità per i loro crimini, neanche se si tratta di capi di Stato o ex capi di Stato.

La liberazione e la morte

Purtroppo il Ministro dell’Interno del Regno Unito, il laburista Jack Straw, il 2 marzo 2000 decise di liberare Pinochet e di permettere il suo ritorno in Cile, negando quindi l’estradizione per ragioni umanitarie.


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A Santiago il giudice Guzman continua la sua inchiesta contro Pinochet, ma il vecchio governatore resiste in tutti i modi per non essere portato davanti a un tribunale del suo Paese, quel Cile che ha governato per oltre vent’anni. In seguito ad un attacco di cuore, Pinochet muore il 10 dicembre 2006 dopo alcune settimane di degenza nell’ospedale militare di Santiago, a 91 anni.

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