Il Comune di Avellino rischia di rimanere con poco personale a disposizione, mettendo così a serio rischio la situazione correlata all’erogazione dei servizi. Una situazione che sta già portando a collasso il personale Cisal, costretto a vedersi ridotti notevolmente di numero.
Il caso Cisal
Sulla vicenda si pronuncia il segretario provinciale della Cisal, Paolo Sarno: «Per i prossimi tre anni sono previsti 100 pensionamenti, ma nell’attuale piano occupazionale ci sono solo 23 assunzioni – prosegue – per superare i problemi strutturali del Comune servono programmazione e condivisione degli interventi».
L’Ente di Piazza del Popolo vive già una condizione critica dal punto di vista dell’organico, il suo status è strutturalmente deficitario e – in quasi tutti gli anni – si è vista la sua impossibilità di far fronte alle difficoltà, il rimpiazzo di tutti i pensionamenti è stato sempre un’impresa e la situazione si prospetta ancora più complicata in seguito alla dichiarazione di pre-dissesto effettuata lo scorso mese di marzo.
«Sappiamo che con lo stato attuale dei conti non sarà facile gestire la complessa macchina organizzativa dell’ente – spiega Sarno – sulla città grava un colossale debito e per questo sarà tenuta a privarsi di alcuni servizi, mentre per i prossimi 10 anni i cittadini non potranno sperare di vedersi diminuire le imposte o il costo dei servizi, già calcolati nelle misura massima consentita». Ed un’altra pesante mazzata la danno i pensionamenti in programma.
L’appello al sindaco Festa
Sarno che lancia, dunque, un appello al neo-sindaco, Gianluca Festa: «Si è già messo al lavoro incontrando i dirigenti dell’Ente. Crediamo che vorrà confrontarsi anche con i sindacati per affrontare la spinosa questione dei pensionamenti che, nei prossimi anni falcidieranno, ulteriormente la già carente dotazione organica. Si prevede, infatti, che soltanto nei tre anni a venire potrebbero andare in pensione oltre 100 dipendenti, mentre con l’attuale piano occupazionale è programmato il reinserimento di appena 23 unità, di cui tre dirigenti».
È destinata a peggiorare la condizione dei dipendenti comunali, ma con essa a farne le spese saranno i cittadini avellinesi: «In una tale condizione sarà praticamente impossibile per l’ente continuare a garantire alla città determinati servizi, anche di natura istituzionale, salvo affidamenti estemporanei verso l’esterno, come è già avvenuto in passato – conclude Sarno -. Non sempre però questa soluzione determina, a parità di servizio e di garanzie lavorative, un risparmio per l’ente o un miglioramento delle prestazioni» l’invito è quello di avviare, dunque, un confronto tra l’Amministrazione e parti coinvolte per «superare le difficoltà esistenti».