Camorra ad Avellino, la relazione della Direzione Investigativa Antimafia inerente al secondo semestre del 2018, traccia un quadro ben preciso su quelli che sono i clan dominanti nella provincia. Secondo il rapporto, le famiglie dominanti in Irpinia avrebbero ramificazioni estese anche alla provincia di Napoli.
Camorra ad Avellino: ecco il quadro dei clan che comandano la provincia
Il contesto criminale della provincia Irpina resta particolarmente permeabile ad infiltrazioni di clan delle province di Napoli e Caserta. Per quanto riguarda gli assetti dei sodalizi locali, non si registrano mutamenti di equilibri nelle aree a maggior densità criminale (Vallo di Lauro, Baianese, Valle Caudina, comprensorio Montorese – Solofrano, alta Irpinia e Arianese).
La camorra nella città di Avellino e a Quindici
Nel capoluogo opera il clan GENOVESE, con proiezioni anche su territori adiacenti, mentre, a Quindici, si conferma la presenza, storicamente radicata, degli antagonisti clan GRAZIANO e CAVA: il primo ha proiezioni anche nell’alta Valle dell’Irno (al confine tra le province di Salerno ed Avellino) e nel Vallo di Lauro; il secondo estende la sua influenza anche nell’agro vesuviano e nolano tramite la famiglia SANGERMANO.
La camorra nella Valle Caudina
Nella Valle Caudina opera il clan PAGNOZZI, con proiezioni nelle province di Benevento, tramite sodalizi satellite, e Caserta, attraverso storici rapporti con il cartello dei CASALESI e con gruppi di Marcianise. Il clan PAGNOZZI è operativo anche a Roma, dove è radicato da anni con un ruolo di primo piano in diverse zone del quadrante sud della Capitale.
Per quanto attiene al settore degli stupefacenti, nel mese di novembre sono stati eseguiti alcuni arresti nella Valle Caudina, nei confronti dei partecipi ad un‘associazione, con base a Brusciano (NA), finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, provenienti da Spagna, Olanda e Germania. Al vertice dell’organizzazione – di cui si è trattato nel paragrafo dedicato alla Provincia Orientale di Napoli – figurava un pregiudicato definito da diversi collaboratori di giustizia come “uno dei maggiori trafficanti campani”.
Il successivo mese di dicembre, la DIA di Napoli e la Guardia di finanza hanno eseguito, nell’ambito dell’operazione “Snake”605, un provvedimento cautelare che ha riguardato un vasto traffico di cocaina e hashish, importati attraverso la Spagna, e destinati alle piazze di spaccio delle province di Napoli e Avellino.
L’organizzazione era capeggiata da un imprenditore nolano e dal figlio. Al primo era anche riconducibile una struttura ricettiva, con sede a Roccarainola (NA), oggetto di sequestro preventivo, che sarebbe stata utilizzata come base per lo stoccaggio della droga, per lo svolgimento di riunioni fra gli associati e come rifugio, tra il 2012 e il 2014, durante la latitanza, per il capo del clan LO RUSSO (attualmente collaboratore di giustizia). Assieme a quest’ultimo, l’imprenditore avrebbe gestito il traffico di droga606.