Assolto dopo 9 anni, perché il fatto non sussiste, Giuseppe Vetrano: l’avvocato e docente di Avellino era coinvolto nel caso Scognamiglio. La vicenda prende il nome dal giudice che, assolta in primo grado, faceva parte del collegio del Tribunale chiamato a esprimersi sull’incandidabilità del governatore Vincenzo De Luca nel 2015. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Caso Scognamiglio: assolto dopo 9 anni Giuseppe Vetrano
Il caso Scognamiglio si conclude con una sentenza di assoluzione piena, “perché il fatto non sussiste”, dopo nove anni di indagini e processi. Tra gli imputati c’era anche Giuseppe Vetrano, avvocato e docente di Avellino. La vicenda prende il nome dal giudice che, assolta in primo grado, faceva parte del collegio del Tribunale chiamato a esprimersi sull’incandidabilità del governatore Vincenzo De Luca nel 2015.
I giudici della Terza Sezione Penale della Corte di Appello di Roma hanno annullato la sentenza di primo grado emessa dall’Ottava Sezione del Tribunale di Roma, che aveva visto coinvolti Guglielmo Manna, all’epoca dirigente dell’Azienda Santobono Pausillipon, l’avvocato Gianfranco Brancaccio e l’infermiere del Cto di Napoli Giorgio Pozziello. Questi ultimi erano difesi da vari legali, tra cui Bruno Von Arx, Francesco Cedrangolo, Ernesto Palmieri e Mario Auriemma, oltre all’avvocato Vetrano. La Corte ha dichiarato tutti gli imputati non colpevoli.
I fatti risalgono al 2015, quando gli imputati, insieme alla giudice Anna Scognamiglio, erano stati accusati di induzione indebita. Quest’ultima era stata assolta in primo grado, mentre gli altri imputati erano stati condannati a un anno e sei mesi per traffico di influenze illecite, con sospensione della pena e senza menzione.
I fatti
La sentenza di primo grado è stata emessa nel 2022 dal giudice Roia. Dopo due anni e numerosi rinvii, è giunta la sentenza di assoluzione in secondo grado. A richiedere l’assoluzione per Vetrano e gli altri imputati è stato lo stesso procuratore generale, che ha ritenuto infondata l’accusa iniziale di concussione per induzione, successivamente modificata in “traffico illecito di influenza”. Ieri, la Corte di Appello ha assolto tutti gli imputati “perché il fatto non sussiste”. Di conseguenza, sono state annullate anche le decisioni civili, poiché gli imputati erano stati condannati a risarcire circa 40mila euro. «Questa assoluzione rappresenta la conclusione di un dolore intenso, celato per nove anni e difficile da esprimere, ma non elimina le cicatrici che porto e le sofferenze inflitte alla mia famiglia», ha dichiarato l’avvocato Giuseppe Vetrano dopo la lettura della sentenza.
«Nove anni fa, senza alcuna responsabilità da parte mia, fui coinvolto in una grande polemica mediatica che vedeva come protagonisti il Presidente De Luca, una magistrata di Napoli e altre persone, tra cui me stesso, che avevo coordinato la vincente campagna elettorale di De Luca in Irpinia. Il teorema accusatorio si rivelò infondato dopo pochi mesi, a causa della totale mancanza di prove contro De Luca. Tuttavia, il clamore mediatico generato dall’inchiesta portò gli inquirenti a richiedere il rinvio a giudizio, con un’accusa che divenne surreale dopo l’uscita di scena di De Luca. Il processo di primo grado mise in luce la debolezza dell’accusa, ma, nonostante l’assoluzione della giudice, non si concluse con l’assoluzione di tutti gli altri imputati.»
L’avvocato coinvolto nella vicenda giudiziaria che si è conclusa con l’assoluzione di tutti racconta la sua esperienza: «Nove anni per ottenere giustizia sono un periodo estremamente lungo, un tempo che logora lentamente, soprattutto le persone innocenti e per bene, poiché influisce sulla loro vita, sui loro affetti, sul loro lavoro e sulle loro idee. Un processo così prolungato ti cambia profondamente! Ognuno reagisce in base alla propria indole e al proprio carattere. Nel mio caso, nonostante l’affetto e la stima che mi hanno sempre circondato, la mia reazione è stata quella di ritirarmi progressivamente nella mia vita privata, fino a desiderare di diventare invisibile».