«Apprendiamo con soddisfazione la presentazione in Commissione Attività Produttive della proposta di legge della maggioranza di governo che disciplina gli orari di apertura degli esercizi commerciali. Era tempo di dare un segnale a migliaia di italiani, imprenditori e lavoratori, che aspettano un intervento correttivo sulla deregulation totale oggi in vigore». Così, in una nota, Nicola Grasso, presidente provinciale e componente del Consiglio Nazionale della CIDEC (Confederazione Italiana Degli Esercenti e Commercianti).
La nota della Cidec
«Con l’eliminazione degli orari di chiusura degli esercizi commerciali ad opera di Monti , si sono messe in competizione piccole botteghe e grandi centri commerciali». Situazione di mercato che ha scatenato “una concorrenza al ribasso” e che «ha ottenuto come unico risultato lo sfaldamento del nucleo familiare del negoziante e dei dipendenti, lontani dalla famiglia 7 giorni su 7. L’effetto sugli incassi è stato praticamente nullo, si sono spalmati gli stessi introiti su 7 giorni. Ma la qualità della loro vita è ulteriormente precipitata».
Facendo il punto sulle liberalizzazioni del governo Monti, il presidente della Federazione Territoriale Nicola Grasso parla degli Studi dell’osservatorio nazionale che attesta un incremento di fatturato dello 0,8% per gli esercizi alimentari che avevano abbracciato l’apertura totale, sette giorni su sette per 24 ore, e del 2% per gli altri settori. In tempi di crisi possono sembrare indicatori positivi ma si fa anche riferimento a una precisa proposta di legge, a firma Dell’Orco, che risale all’aprile del 2013 e che impone sei giorni di chiusura nel lotto di dodici “festivi comandati” nell’arco dell’anno. Una proposta che contiene anche l’istituzione di un Fondo per il sostegno delle piccole imprese del commercio – quelle che non arrivano a 150 metri quadri di superficie nei piccoli comuni (e 250 nelle città oltre 10mila abitanti). Richiamando quella proposta di legge – sostenuta dalla Cei – Grasso attacca la lobby delle multinazionali che la «tiene bloccata al Senato e non permette di approvarla definitivamente. Le liberalizzazioni sfrenate hanno fallito, dovevano essere il volano dell’economia, ci stanno rendendo addirittura più poveri: i livelli di povertà relativa aumentano tra coloro che lavorano (sembra un paradosso) e tra questi ci sono tanti dipendenti dei centri commerciali e degli esercizi commerciali».
La sua riflessione si estende poi al tema dell’e-commerce. «È inutile finger di non vedere, presto la vendita online renderà questi megacentri commerciali sempre più inutili, e i loro dipendenti indirizzati verso altre mansioni, tra cui la consegna a domicilio».