AVELLINO. Utilizza nel suo ristorante cibi surgelati senza indicarlo sul menu. Un ristoratore avellinese è stato condannato in via definitiva a due mesi di reclusione per frode in commercio.
Cibi surgelati non dichiarati in menu, condannato ristoratore avellinese
Secondo la Cassazione è frode in commercio conservare in un ristorante sostanze alimentari non fresche ma surgelate senza che sul menu venga fornita alcuna informazione ai consumatori in ordine a tale caratteristica.
La misura – come si legge su il Mattino – è attenuata dal fatto che non è stata raggiunta la prova dell’avvenuta somministrazione dei prodotti surgelati. Nulla da fare per il ricorrente, invece, per quanto riguarda la pena accessoria rappresentata della pubblicazione su di un giornale quotidiano.
Era stato infatti lamentato che fosse stata confermata la pena accessoria della pubblicazione della sentenza su di un giornale quotidiano e non del semplice rimando sul sito Internet del Ministero della Giustizia.
Questo sebbene la sentenza della Corte di appello fosse stata emessa dopo la intervenuta modifica dell’art. 36 codice penale, che stabilisce appunto le modalità di pubblicazione delle sentenze di ergastolo e in particolari materie fra le quali appunto la frode in commercio sul versante alimentare.
La terza sezione della Corte di Cassazione ha ritenuto che le modifiche al codice debbano valere per il periodo successivo al 2011 in quanto «non hanno introdotto nel sistema penale una nuova sanzione accessoria, ma hanno diversamente modulato il contenuto della pena accessoria già ivi prevista, sostituendo alla tradizionale forma di pubblicazione sulla stampa quella via internet, che ha rafforzato il carattere afflittivo di detta pena stante la potenziale maggiore diffusività del mezzo di pubblicazione, sicché, ai sensi della nuova disciplina non è applicabile ai fatti pregressi, quale è quello ora in scrutinio, rispetto alla entrata in vigore della novella».