AVELLINO. Prosegue la battaglia del magistrato Carlo Fucci che ha presentato ricorso al Consiglio di Stato, impugnando la deliberazione del Consiglio superiore della magistratura con cui il D’Onofrio diventava Procuratore ad Avellino.
Ci vorrà almeno un mese ma probabilmente questa storia troverà il suo compimento.
Oggetto dell’impugnazione è la valutazione con cui il Csm aveva preferito l’attuale procuratore al magistrato Fucci.
Carlo Fucci, rappresentato e difeso dall’avvocato Michele Damiani, contesta il presupposto su cui poggia l’incarico di D’Onofrio, ovvero – per citare la delibera impugnata e ripresa dalla sentenza del Consiglio di Stato – la «maggiore esperienza maturata in indagini complesse di contrasto alla criminalità organizzata presso le direzioni distrettuali antimafia di Reggio Calabria e di Napoli, che denotano attitudine organizzativa per la sicura e dimostrata capacità di coordinamento e direzione di uomini e mezzi oltre che per la necessità di collaborare con altre autorità giudiziarie».
Motivo della contestazione è il fatto che Avellino non ha sede una Direzione antimafia e neanche si contraddistingue per la presenza di organizzazioni criminali, come desumibile dai dati statistici relativi a reati di competenza delle Direzioni distrettuali antimafia.
Per questo motivo il Consiglio di Stato annulla gli atti con esso impugnati e invita il Csm a rivedere la sua decisione.
Come specifica Il Mattino, non è automatico che D’Onofrio sarà sostituito dal suo “antagonista” e, nel merito, non solo il Csm avrà da svelare le sue intenzioni ma anche Fucci potrebbe preferire altri incarichi.
Resta ovvio che il lavoro svolto da D’Onofrio non è minimamente intaccato da questa storia e che il procuratore è legittimato nella sua posizione fino alla prossima pronuncia del Csm.