AVELLINO. La nota di Maria Rusolo presidente EuDem Avellino:
“Le ultime 48 ore sono state per gli iscritti del Partito Democratico uno dei momenti più drammatici ed incomprensibili che il popolo democratico abbia vissuto dalla sua nascita. Più difficile di qualsiasi sconfitta o fallimento elettorale, più intellegibile di qualsiasi scelta sia mai stata compiuta negli ultimi 10 anni. Un dolore immenso per chi ha impegnato la propria vita nella costruzione di un percorso politico fondato sui valori del centro-sinistra, sui valori della condivisione e del contraddittorio, sulla valorizzazione degli iscritti e dei territori, sul coinvolgimento della comunità nelle scelte anche di rappresentanza”.
L’etica di EuDem
“In tal senso basta leggere il nostro Statuto ed il codice etico per comprendere compiutamente cosa pensavamo e volevamo fortissimamente costruire. Ed a dirla tutta, abbiamo sperato che dopo il Fallimento del 4 dicembre, ci si sarebbero rimboccate le maniche, ripreso gli strumenti ‘buoni’ della politica e si sarebbe potuto riprendere un cammino che per il bene del Paese non potevamo interrompere, soprattutto alla luce di un dilagante e violento Populismo e del ritorno delle fronde isolazioniste della Destra. Noi che abbiamo sempre creduto negli Stati Uniti d’Europa, noi che abbiamo mal digerito la Fornero, ed il Jobs Act, noi che credevamo che un leader lo si riconosce nella capacità di identificarsi con la sua base, noi popolo in cammino,ancora una volta siamo stati colpiti in pieno volto dalle scelte delle candidature per le prossime elezioni del 4 marzo”.
Le scelte del Pd secondo Eudem
“Badate bene non ci scandalizza un De Mita in lista quanto piuttosto quel metodo così tanto lontano da quel senso della misura che in Politica è davvero tutto, e sul quale si costruisce un legame solido con gli iscritti e con gli elettori, e che consente di partecipare alla selezione della Classe dirigente. Perché bisogna farla crescere questa “ maledetta” classe dirigente, che nessuno può più calare dall’alto, che non si può selezionare per censo, famiglia, o fatti di cronaca. Questo non sono scelte di opportunismo, ma scelte di opportunità da cui dipende il futuro di un Paese che non riesce ad essere Europeo, e che vive uno dei momenti più bassi della propria storia morale e civica.
Forse non ci saremmo dovuti neanche meravigliare, i segnali c’erano tutti, congressi provinciali organizzati all’improvviso in una notte d’estate, circoli inesistenti, tessere comprate un tanto al chilo, protetti incapaci e fedeli.
L’Irpinia verso il voto
“In un quadro come questo davvero i nomi sono il male minore, noi ci sentiamo umiliati per l’idea che la Politica sia un posto in cui trovare una occupazione stabile, e che non ci si debba giustificare con il proprio territorio. Ma in fondo qualcuno dice che questo Territorio non ha più nomi degni di nota, ed allora mi chiedo di chi sia la colpa, di chi la responsabilità di non far emergere, in politica, come nella dirigenza pubblica, o nel mondo delle professioni gli uomini e le donne capaci e qualificati, di chi l’assolutà volontà di cancellare la proposta ed il dissenso, ed un barlume di senso critico che pure ancora resiste nonostante le clientele ed i ricatti. L’ Italia e l’Irpinia meritano proposte serie ed immediate, prese di posizioni che consentano di ridare respiro reale all’economia, e che siano molto più di un banale slogan, il sogno e la possibilità di lasciare i giovani crescere ed investire qui e non altrove. Perdiamo,nel Paese Bello per antonomasia, il Capitale Umano, e questo è un delitto imperdonabile”.