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Moscati, rischia di morire in sala operatoria: “A quei medici devo la vita”

Rischia di morire in sala operatoria dell’ospedale Moscati di Avellino. La donna, a seguito di un incidente stradale, aveva scoperto di avere un tumore benigno al cervello che andava rimosso attraverso un intervento chirurgico che, però, nelle sue condizioni poteva peggiorare il quadro clinico.

Moscati, rischia di morire in sala operatoria | LA STORIA

La sua vita è stata messa a rischio all’ospedale Moscati di Avellino. La donna, a seguito di un incidente stradale, aveva scoperto di avere un tumore benigno al cervello che andava rimosso attraverso un intervento chirurgico che, però, nelle sue condizioni poteva peggiorare il quadro clinico. Per fortuna così non è stato e l’intervento è riuscito alla grande. Questa è la storia a lieto fine di Caterina, salva grazie ad un farmaco sperimentale che ha reso possibile l’intervento urgente.

L’operazione

Il rischio, dell’operazione, era quello di un’emorragia. Ma il dottore Antonio Ciampa, responsabile del Centro Emostasi AORN “S.G.Moscati” di Avellino, è riuscito ad aiutarla. Il medico è riuscito a trovare un farmaco sperimentale americano che gli ha permesso di uscire sana e salva dall’intervento.

“Grazie a questa intuizione geniale del dottor Ciampa – racconta la donna – sono riuscita a superare l’intervento, poi brillantemente portato a termine dal neurochirurgo, il dottor Giuseppe Catapano. Sotto il controllo di anestesisti e rianimatori, ho assunto il farmaco prima, durante e dopo l’intervento e questo mi ha permesso di non avere nessun tipo di emorragia”.

“L’operazione è perfettamente riuscita ed io non ho avuto nessun tipo di problema, neanche motorio. Avrei potuto rimanere paralizzata alla parte sinistra del corpo, perdere l’occhio sinistro o avere il volto tumefatto. Nulla di tutto questo. Raccontando il mio vissuto, vorrei essere d’aiuto a tutti coloro che sono in difficoltà. Vorrei che questa storia si conoscesse perché nessuno rimanga solo ad affrontare questo terribile problema ma possa ricevere lo stesso aiuto che è stato dato a me”.

Moscati di Avellino