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Pizzo e sequestro di persona, la controdenuncia del principale indagato

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MONTEFORTE IRPINO. Pizzo e sequestro di persona, il principale indagato per estorsione e sequestro di persona, nel caso in cui sono convolte 7 persone e un gruppo di pakistani, ha sporto una controdenuncia contro il gruppo di immigrati che in un prim momento hanno identificato il giovane come loro aggressore.

Pizzo e sequestro di persona, l’aggressore diventa vittima

Durante la testimonianza in tribunale del principale indagato, Gianpiero Aufiero, 26enne accusato di sequestro di persona ed estorsione insieme ad altre 6 persone a Monteforte Irpino, ha rilasciato una versione completamente diversa da quella rilasciata dall’accusa.

Il giovane, infatti, ha dichiarato:

La vittima sono io, sono stato sequestrato dai pakistani e picchiato brutalmente con dieci pugni al volto mentre mi conducevano nei pressi del castello di San Martino, a Monteforte Irpino. Mi hanno costretto a lavare ad una fontana per ripulire il sangue che scorreva sul mio viso e per non farmi vedere da mio cognato in quello stato. Un altro pakistano ha ripreso tutto con il cellulare.

Le denunce presentate dal gruppo di pakistani hanno fatto scattare gli arresti domiciliari oltre che per Gianpiero Aufiero anche per:

  • suo cognato Pino Barbarulo,
  • Ferdinando Bianco,
  • Francesco Coppola,
  • i gemelli Alessio e Ivan Di Somma
  • Saverio Valente

Intanto l’avvocato di Gaetano Aufiero, ieri mattina, ha presentato una controdenuncia  in Procura per segnalare l’iniziativa della conferenza stampa convocata dalle persone offese durante le indagini e soprattutto sul contenuto delle dichiarazioni rilasciate sull’accaduto. Giovedì verranno discussi i primi riesami contro le misure cautelari.

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