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Racconti della verde Irpinia: viaggio a Casalbore

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CASALBORE. Viaggio tra i comuni della verde Irpinia, tra cultura, gastronomia e racconti antichi. Questa settimana Casalbore.
 

 Il Paese:  Casalbore

Superficie: Kmq 27,98

Abitanti: 1.772 (Casalboresi)

Patrono: Madonna delle Nevi

Cenni storici

Borgo di altissimo livello archeologico, maestosi ruderi di età romana, ruderi del ponte Santo Spirito, attraversato in età imperiale dalla via Minucia/Traiana, aperta fra il 113 e il 117 d.c.

Non lontano dal Ponte, nei pressi della grotta di San Michele, è stata scoperta una grande villa rurale romana con annesso un complesso termale. Rinvenuti poi sepolcreti e iscrizioni funerarie su blocchi di travertino.

Sorto in epoca normanna, il primitivo borgo è menzionato per la prima volta in un documento del 1118, dove si legge che papa Gelasio II concedeva l’indulgenza agli abitanti che visitavano la Chiesa di S. Maria di Casalbore. Nel 1299 il feudo fu governato dalla famiglia Mansella. Morto lui senza eredi il paese passò alla Corte Regia, che lo vendette nel 1419 al provenzale Eleazaro Sabrano, conte di Ariano. Fu acquistato poi da Alfonso d’Aragona, che il 2 febbraio 1441 vi si accampò con il suo esercito. Dal re aragonese il feudo fu assegnato allo spagnolo Innico Guevara, Gran Siniscalco del Regno, nel 1452. Nel 1456 il centro fu colpito da un fortissimo terremoto che lo rase quasi completamente al suolo. Ad Innico succedette il figlio nel 1462 Pietro, che lo vendette nel 1497 ai Caracciolo, fino al 1783 feudatari del borgo con Tommaso III.

(spunti storici dal libro di Giampiero Galasso – I Comuni dell’Irpinia 1989)

 

Da visitare

Torre Normanna

Un’iscrizione del 1216 incisa su di una lastra di travertino è stata ritrovata durante i lavori di restauro agli inizi del XIII secolo. La torre ha forma quadrangolare con basamento a scarpa e pareti verticali. Ha un arco di pietra del XVII secolo commissionato dai Caracciolo, ai quali si deve anche la trasformazione dell’antico castello feudale in un settecentesco palazzo feudale.

 

Ponte Santo Spirito

Situato nella località omonima il ponte fu costruito nella prima metà del II secolo d.C. per l’attraversamento della via Minucia Traiana dei torreni Miscano e Ginestra. Ponte di muratura di pietra calcarea ed arcale a tutto sesto in opera laterizia con tracce di rifacimenti del XII e del XIII secolo.

 

Grotta di San Michele

Ubicata nei pressi del su indicato ponte, la grotta venne frequentata a scopo culturale fin dagli inizi del XVIII secolo. All’interno sono presenti un artistico altare in pietra del 1781 e qualche statua ottocentesca.

 

Centro Antico

Porta della Corte e porta Fontana con finestre e bifore in stile gotico si possono ammirare per le antiche strade del vecchio nucleo urbano, caratterizzate, queste ultime, da una pavimentazione lastricata con lastre squadrate di calcare.

 

Il Racconto: La Vecchia e l’Asino

 

Una vecchia trovò per strada del danaro e non sapeva cosa farne.

  • se mi compro le noci, devo buttare il guscio; se mi compro il pane, devo gettar via la corteccia, perché non ho i denti. Come spenderò questi soldi? –

Pensò alla fine di andare al mercato a comprare un asino che non costava più di quanto lo pagò e riprese la strada di casa. Lungo la via, sopraffatta dalla stanchezza, si fermò vicino ad una quercia e, senza curarsi dell’asino, si addormentò come un ghiro. Si svegliò dopo molto tempo e, non vedendo più l’asino, cominciò a cercarlo. E cercando sentì dei rumori; sembra il trotto di un asino: truttrù..trutturù..trutturù…

In verità era la tortora che cantava e lei ne seguì il richiamo. Tutta fatica sprecata, l’asino non c’era. Intanto si faceva notte e la povera vecchia pensava:

  • Gesù mio, quando lo troverò? –

All’improvviso  sentì una cornacchia che, dal ramo di un faggio, pareva risponderle:

  • ..cra…cra…

Aveva già deciso di rinunziare alla ricerca quando, più avanti, cantò una quaglia:

  • Qua cacà…Qua cacà…Qua cacà…

La vecchietta cominciò a seguire la voce e cercò disperatamente, finché sentì un colombo:

  • ..Curr…Curr…

Corse come una lepre in quella direzione e finì col trovarlo, l’asino. Quando lo vide per terra con la testa rotta, gridò disperata:

  • Madonna mia! Che è successo!

Le rispose l’asino guardandola:

– La testa mi sono rotta e il culo mi son cacato, alla faccia di chi mi ha trovato!

 

A cura di Elizabeth Iannone

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