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Il mistero della scomparsa di Domenico Manzo

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Resta avvolta nel mistero, dopo oltre un anno, la scomparsa di Domenico Manzo. L’uomo, conosciuto anche come Mimì, pensionato di 69 anni, la sera dell’8 gennaio 2021, era uscito di casa per andare a fumare una sigaretta, per poi scomparire. Siamo a Prata di Principato Ultra, un paese di circa 3.000 abitanti, in provincia di Avellino. Al momento della scomparsa indossava pantaloni chiari, giubbotto chiaro e scarpe sportive. Non si hanno più notizie dal gennaio 2021.

La scomparsa di Domenico Manzo, detto Mimì

Mimì all’età di 16 anni va via da Prata P.U. e va a vivere a Terni, in Umbria. Diventa calciatore professionista nella Ternana (nella foto sotto è l’uomo al centro, seduto, dietro al bambino).

scomparsa di Domenico Manzo

Dopo questa esperienza a Terni durata quasi 25 anni, fa ritorno a Prata P.U. dove mette su famiglia.
Ha due figli, Romina di 21 anni e Francesco di 18.  Domenico sorride sempre e gli piace far sorridere, ha sempre una battuta pronta ed è sempre frizzante.

Ha una grande energia, che trasmette agli altri. Così ne parla chi lo conosce e chi ha giocato a calcio con lui lo affermerebbe senza nessun dubbio. Domenico affronta la vita incitando gli altri a fare di più e trascinando in avanti chi non ce la fa, chi resta indietro.

Mimì è uno sportivo dentro, ha imparato a vincere e a perdere sul campo, sin da ragazzino, quando erano altri tempi. Così anche nella vita. Ha sempre amato profondamente la sua “squadra” Romina e Francesco.
Romina ha un incidente gravissimo nel 2018 e papà Domenico le sta sempre accanto.

Anche se per un periodo Mimì non versa in buone condizioni economiche, negli ultimi tempi le cose migliorano e arriva anche il risarcimento dell’assicurazione dell’incidente di Romina, con il quale compra una una bella casetta.

Domenico si separa dalla moglie, Pina Ciuci e questo, forse, rende più uggiosi alcuni momenti delle giornate sue giornate. Quando ci si separa, tutti cercano un modo e un tempo per uscire consapevolmente da una fase ed entrare in un’altra.

E Domenico Manzo sta facendo questo, sta percorrendo quel tunnel che collega il suo passato al suo futuro.
Forse, come tutti gli uomini, ha i suoi alti e bassi mentre va avanti e si prende cura tenacemente dei suoi figli e cerca di non soffrire troppo, per il vuoto che prova dentro di sé da un po’. Ma il sorriso e la battuta sono sempre lì.

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Quello che sappiamo della sera della scomparsa

È gennaio 2021, Domenico Manzo, 69 anni, apparentemente in buona salute, durante la festa di compleanno della figlia Romina, decide di uscire di casa per andare a fare due passi e per fumare una sigaretta. Siamo nel comune di Prata di Principato Ultra in Provincia di Avellino e per fare lo stesso percorso che ha fatto Mimì quella sera, sarebbe opportuno partire da Via Padre Semenza.

Una bella casetta in mezzo ad altre belle casette, una festa di compleanno. Sono circa le ore 22, il portoncino principale si apre, dentro ci sono i ragazzi che festeggiano e Mimì si incammina per strada, dando le spalle alla porta di casa.

Da casa sua, svolta a destra e proseguendo su Via Padre Semenza, raggiunge l’incrocio con la Strada Provinciale 46. Domenico alla sua destra, adesso, ha Via Carlo Grillo SP127 e la SP46 che prosegue dritta, leggermente in discesa verso un altro incrocio.

Mimì, attraversa e prosegue sulla SP46, passando davanti ad altre abitazioni e ad un ristorante, per poi raggiungere un altro incrocio. Ora, davanti a sé Mimì ha la SP46 che prosegue attraversando un ponte verso altri snodi, sulla sua sinistra, c’è Via Annunziata e sulla sua destra, c’è Via Guglielmo Marconi SP127, quest’ultima conduce sia alla stazione ferroviaria di Prata P.U., sia, se percossa tutta, al ricongiungimento con Via Carlo Grillo e il resto degli snodi.

Mimì si ferma a questo incrocio, si mette sotto un balcone di un palazzo che fa angolo, fa per imboccare Via Annunziata, ma ci ripensa, cambia direzione e prende quella opposta, ossia Via Guglielmo Marconi, appunto. Da questo momento di Domenico Manzo non si sa più nulla. I familiari, i parenti e gli amici si sono subito allertati.

Le Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco e unità specializzate si sono adoperati nelle ricerche nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa,

Non potendo escludere nessuna possibilità, sono stati scandagliati i pozzi, le intercapedini, le terre, i casolari e il nucleo sommozzatori ha ispezionato il Fiume Sabato.

Sono stati utilizzati elicotteri, i cani molecolari e i droni, ma niente, nessuna traccia. Bisogna aggiungere che in quei giorni, compreso la sera della scomparsa, ci sono stati forti piogge, il Fiume Sabato era “furente”, in piena e quindi il maltempo non ha dato una mano.

Tutti quelli che conoscono bene Mimì escludono categoricamente che si sia mai potuto suicidare o allontanare volontariamente. Ama troppo la vita e non abbandonerebbe mai i suoi figli.

Il Mistero

Ci sono due telecamere che hanno un ruolo importante in questa storia. Una, è quella del ristorante, che riprende Domenico fino all’incrocio dove lui imbocca Via Guglielmo Marconi e da dove scompare. Tra l’altro è anche la telecamera che ci dà le ultime immagini di Mimì, ad ora.

Sì, perchè un’altra telecamera, posta più o meno all’incrocio dove Via Guglielmo Marconi e Via Carlo Grillo si ricongiungono, da quanto risulta, non lo riprende. Un vero mistero come Mimì sia potuto scomparire in un così breve tratto di strada, senza lasciare traccia. Le ricerche sono state effettuate anche in zona stazione ferroviaria, ma tutti gli sforzi hanno dato esiti negativi.

A distanza di un anno, le ricerche di Domenico Manzo si sono interrotte.

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Le indagini

Questo caso, in questo momento è sulla “cresta dell’onda”, sta riscuotendo molto interesse mediatico. Per quanto riguarda le indagini, sono aperte e in pieno svolgimento. Non è un caso facile, sotto diversi aspetti e per tanti motivi, ma spetta sempre e solo agli inquirenti investigare ed effettuare indagini.

Sono sempre gli organi di competenza che attraverso gli strumenti a loro disposizione operano come meglio ritengono opportuno.

Anche in questo caso si fanno tante ipotesi, ma: “(…) La possibilità di conoscere notizie relative alla fase delle indagini è vietata (…)”. La verità la conosce Mimì, l’unico che purtroppo non possiamo ascoltare al momento e la persona o le persone che eventualmente gli hanno fatto del male.

Confidiamo nel fatto che presto, se non è già accaduto, anche gli inquirenti vengano a conoscenza della verità. Ma il caso è aperto e le indagini in corso.

Quando la Procura avrà chiuso le indagini, il Tribunale avrà istruito un processo, alla fine del quale verrà emessa una sentenza definitiva di colpevolezza e quindi una condanna per qualcuno, allora avremo almeno una verità, quella processuale. La speranza è quella di ritrovare Mimì, ma per il momento questo caso resta un vero Mistero Campano.


di Giuseppe De Micco

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