Lo afferma l’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Avellino: nella vendemmia 2017, «la quantità delle uve è stata inferiore a quella degli altri anni di circa un terzo, mentre la qualità è nettamente superiore, con punte di eccellenza». L’Ordine si è riunito per fare il punto sull’annata agraria 2017. Nello specifico si è parlato della stato dell’arte della vendemmia, delle condizioni climatiche che hanno caratterizzato l’annata, delle tecniche agronomiche adottate per superare lo stress climatico subito dalle piante, dei risultati qualitativi ottenuti e delle tecniche colturali da adottare per preparare le piante ad una nuova annata agraria.
«La vendemmia 2017 è già terminata. La maturazione delle uve è stata anticipata di circa 10-15 giorni. Le uve sono state sanitariamente perfette, con elevate concentrazioni zuccherine e basse acidità: esprimeranno sicuramente dei vini di grande profilo e qualità. Le condizioni climatiche favorevoli avute durante il periodo della vendemmia hanno consentito di ultimare la maturazione, in modo particolare dell’Aglianico, senza grande stress, all’insegna dei migliori auspici per il vino che verrà».
L’Ordine degli agronomi e dei forestali della provincia di Avellino afferma che «dal punto di vista tecnico, le operazioni gestionali sono state orientate alla protezione della vigna da eccessi di calore» e aggiunge che «in alcune aree e su alcune varietà sensibili, come il Fiano di Avellino e l’Aglianico di Taurasi, l’oidio (malattia della pianta causata da funghi) è stato abbastanza virulento, ma agendo in prevenzione si è riuscito a tenere sotto controllo».