Almanacco

Il 10 dicembre del 1198 ci lasciava Averroè: uno dei più influenti filosofi musulmani del Medioevo

Percorriamo le gesta di Averroè: la sua figura, sia nel suo contesto storico, sia nel contesto della storia della filosofia è stata indispensabile per l'evoluzione del pensiero occidentale

Averroè è stato un filosofo, medico, matematico, giudice e giurisperito berbero, considerato, insieme al suo precursore Avicenna, il più influente filosofo musulmano del Medioevo.

10 dicembre 1198: muore Averroè, influente filosofo musulmano del Medioevo

Averroè nacque nato a Cordova (nella Spagna musulmana) il 14 aprile del 1126 e in una famiglia di famosi giuristi della scuola malikita; sia il nonno paterno ʿAbd al-Walīd Muḥammad, sia il padre, ʿAbd al-Qāsim Aḥmad, erano qāḍī (autorità locali incaricate di amministrare la giustizia) nella Cordova almohade.


averroè


Il suo percorso educativo e scolastico è stato convenzionale; iniziò con gli studi del ḥadīth, ossia l’insieme dei racconti tradizionali attribuiti a Maometto, proseguì con la giurisprudenza e la teologia. Gli storici ritengono che data la notevole influenza esercitata su di lui da Avempace, la possibilità di una reale collaborazione tra i due, con Averroè come allievo, non sia da scartare completamente.

A  Marrakesh

Divenne medico, giurista e filosofo. Fu anch’egli qadi di Siviglia e poi di Cordova. Scrisse numerosi commenti su Aristotele, alcune opere filosofiche originali e una enciclopedia di medicina.


Averroè


Risultò fondamentale la sua permanenza a Marrakesh ai tempi del califfo ‘Abd al-Mu’min, nel momento della forte espansione militare degli Almohadi e della loro influenza religiosa, priva di eresie, ma caratterizzata da rigidi formalismi e da una stretta obbedienza al Corano e alla tradizione ortodossa o Sunna, ossia ai codici di comportamento.

L’incoerenza dell’incoerenza

L’opera filosofica più importante di Averroè fu L’incoerenza dell’incoerenza (Tahāfut al-tahāfut), diventata in lingua latina la Destructio destructionis philosophorum, in cui egli prese le difese della filosofia aristotelica contro le critiche esposte da al-Ghazali nel trattato L’incoerenza dei filosofi (Tahāfut al-falāsifa), che in latino era diventata la Destructio philosophorum, in cui si sosteneva che il pensiero di Aristotele, e la filosofia in generale, fossero in contraddizione con l’Islam.


Averroè
Averroè (ritratto di Raffaello)

La tesi fondamentale di Averroè era esattamente opposta: egli sosteneva che la verità può essere raggiunta sia attraverso la religione rivelata sia attraverso la filosofia speculativa.

Esilio e morte


Averroè


Durante l’ondata di fanatismo religioso almohade che attraversò al-Andalus alla fine del XII secolo, egli fu esiliato a Marrakesh, dove divenne un uomo di corte del “califfo” Abū Yūsuf Yaʿqūb al-Mansur e lavorò come medico nel maristan (ospedaleDār al-Faraj fino al 10 dicembre del 1198 (giorno della sua morte).

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