Cronaca

Il papà di Nicola, il bimbo scomparso: “L’avevamo messo a letto, forse è uscito per cercarci”

Bambino scomparso a Firenze, il racconto del padre. Lui e la compagna si sono accorti della scomparsa del piccolo a mezzanotte

Si chiama Leonardo Tanturli  il padre del bambino di Firenze scomparso nella notte tra lunedì 21 e martedì 22 giugno. Al Corriere della Sera ha raccontato le ultime ore e i momenti che hanno preceduto la scomparsa del piccolo Nicola, di soli 2 anni. “Ieri pomeriggio (lunedì, ndr )lo abbiamo messo a letto e ieri sera a mezzanotte quando siamo andati da lui non c’era più” ha raccontato Leonardo Tanturli.

Bambino scomparso a Firenze, parla il padre

Leonardo e Giuseppina, madre e padre del piccolo Nicola, raccontano di averlo messo a letto alle 19. Si sono accorti della scomparsa del piccolo a mezzanotte, cinque ore dopo. Resta dunque da capire a che ora Nicola è scomparso. Un elemento, quello relativo all’orario, che potrebbe rivelarsi decisivo ai fini delle indagini e delle ricerche che proseguono senza sosta.

A che punto sono le ricerche di Nicola Tanturli, il bimbo di 2 anni scomparso a Firenze

Il bambino  vive con la sua famiglia nella comunità alternativa di Campanara, immersa nella natura. La comunità nacque nel 1984 quando un gruppo di persone di ritorno da un viaggio in India decise di dare vita a una piccola società più a contatto con la natura.

Cos’è e come si vive nell’Ecovillaggio di Campanara

Ma che cos’è l’Ecovillaggio di Campanara? “Il progetto prende avvio nel 1985, dall’acquisto della canonica e chiesa di Campanara.  Vi risiedono 7 adulti e 7 bambini, membri della stessa famiglia. L’obbiettivo del gruppo è l’autosussistenza, la riscoperta e valorizzazione di arti e mestieri antichi e il rispetto dell’ecosistema – si legge nel sito della comunità che offre ai turisti “orti sinergici con forme cosmiche, impianti di frutti di bosco e rose antiche, percorsi naturalistici sul tema della biodiversità e della sostenibilità”, “workshop di arti e mestieri, concerti musicali, eventi culturali, teatrali e didattico-formativi volti anche a scolaresche”, “ospitalità in tende indiane attrezzate (teepe)” e altro ancora.

“La nostra comunità ha una lunga storia che ha conosciuto tante situazioni diverse . In questo momento stiamo ristrutturando un grande casolare vicino alla nostra attuale casa che ci permetterà di finalizzare il nostro ampio progetto scritto con il corso Gaia educational design for sustainability nel 2011 che prevede di creare una scuola aperta a tutte le fasce di età nella quale promuovere un ampio spettro di attività”, si legge sul sito. 

Le ipotesi

Quando i genitori di Nicola non l’hanno trovato nel suo lettino, hanno immediatamente contattato le forze dell’ordine. La prima ipotesi è stata quella dell’allontanamento volontario. Nonostante le ricerche abbiano impedito di effettuare ulteriori valutazioni sui motivi della scomparsa, quella di un allontanamento volontario sarebbe un’ipotesi da approfondire vista la tenera età del bambino.

Gli inquirenti, per il momento, mantengono il massimo riserbo. Tutte le energie sono dispiegate nelle ricerche a tappeto su tutta l’area della provincia di Firenze. Scandagliati i boschi dei dintorni: all’opera ci sono i volontari della Protezione Civile con 18 squadre provenienti anche da Firenze, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco e il Soccorso Alpino. Il piano delle ricerche viene coordinato dalla prefettura. Impiegati anche i droni.

Le ricerche nel lago artificiale 

I soccorsi si sono spinti verso l’invaso per l’approvvigionamento idrico della zona per scongiurare che il bimbo di 2 anni fosse affogato. Il lago si trova a circa 200 metri dai confini di Campanara e il fondo è stato perlustrato da alcuni sommozzatori dei Vigili del Fuoco palmo a palmo. Le ricerche però hanno dato esito negativo e si continuerà a perlustrare la zona anche durante la notte.

Soffre di sonnambulismo

La risposta potrebbe arrivare da un suo disturbo del sonno. “Il bimbo soffriva di sonnambulismo” è ciò che trapela dai primi elementi raccolti. Altri episodi si sarebbero già verificati e potrebbero spiegare perché il bambino non era più nel suo letto.

 

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