Restituiti i soldi trovati in casa al Don Nicola, i 170mila euro sequestrati dalla Polizia Postale: ora si passa agli accertamenti sul pc. Annullato il sequestri: “Nessun collegamento materiale pedoporno”.
Restituiti i soldi trovati in casa al Don Nicola: 170mila euro sequestrati
Il Tribunale del Riesame di Benevento ha stabilito che il denaro trovato nell’abitazione non è collegabile al materiale pedopornografico trovato nel suo pc nel corso della perquisizione effettuata dalla Polizia postale su ordine della Procura di Torino. I magistrati hanno accolto il ricorso presentato dai difensori del sacerdote Massimiliano Cornacchione e Alessandro Cefalo e dato credito alle dichiarazioni che il sacerdote, agli arresti domiciliari, aveva fatto nel corso dell’interrogatorio sostenendo che si tratta di denaro per eseguire dei restauri nella chiesa di San Modesto e di una parte dell’eredità ricevuta alla morte dei genitori.
Accertamenti sul pc oggi
Questa mattina a Napoli, si procederà ad accertamenti tecnici sui computer sequestrati nell’abitazione del sacerdote. In questa sede gli avvocati difensori dell’ex direttore della Caritas nomineranno un loro perito, un ingegnere informatico di Napoli. Al centro dell’accertamento le dichiarazioni rese da don Nicola, che aveva sostenuto che quel materiale risaliva al 2015 quando aveva condotto una inchiesta sulla consistenza del fenomeno della pedofilia anche nell’ambito ecclesiastico. Ora i periti dovranno stabilire se quelle immagini erano state realmente archiviate in quel periodo e che non vi sono state altre visualizzazioni.