Inchiesta

Le Bestie di Satana: quando fragilità ed emarginazione diventano orrore

I crimini della setta sono stati definiti come tra i peggiori commessi in Italia: chi erano e cosa hanno fatto le Bestie di Satana

A volte il male si presenta a noi sotto false vesti, spesso approfittando delle nostre debolezze e dei nostri desideri, e ci accorgiamo del suo vero volto solo dopo essere stati sedotti e trascinati nel buio dell’inferno. Se dovessimo riassumere la storia delle Bestie di Satana, una pagina orribile della cronaca nera italiana, potremmo farlo con questa frase. Le bestie di satana fu una setta attiva tra gli inizi degli anni ’90 e il 2004 nelle province di Varese e Milano, i cui membri si resero responsabili di almeno tre omicidi e un suicidio indotto.

Le bestie di Satana: la nascita della setta 

La nascita della setta risale probabilmente agli inizi degli anni ’90 quando Nicola Sapone, idraulico incensurato residente a Dairago (MI), incontrò durante una visita di leva militare Paolo Leoni, figlio di un ex detenuto per omicidio conosciuto nella zona per essere satanista. I due, sin da subito, trovarono dei punti in comune e iniziarono a costruire una realtà parallela fatta di finto senso di appartenenza, deliri a sfondo mistico e violenza. Una realtà di cui loro due erano leader e in cui iniziarono ad attrarre giovani emarginati e disadattati, ma anche criminali comuni e tossicodipendenti, il più delle volte facendo leva sulle loro fragilità e sul loro bisogno di approvazione.

La setta si poneva come un gruppo di matrice satanista afferente alla corrente del satanismo acido, i cui seguaci sono spesso dediti a messe nere, rituali esoterici e sacrifici umani, tutte cose che effettivamente furono praticate dal gruppo. Non molto tempo dopo la fondazione, venne introdotto nel gruppo Andrea Volpe, un giovane tossicodipendente residente a Somma Lombardo. Tutti i membri furono concordi nell’affermare che proprio dopo l’entrata di Volpe nella setta, si iniziarono a progettare gli omicidi rituali. Altri membri di vecchia data che si unirono in quegli anni furono: Eros Monterosso, Mario Maccione, Fabio Tollis, Chiara Marino, Elisabetta Ballarin e Andrea Bontade.

Bestie di Satana
Bestie di Satana

Gli omicidi

Fabio Tollis, 16enne di Somma Lombardo, era un appassionato del genere musicale heavy metal e, proprio in virtù di questa sua passione, prese a frequentare la setta, sebbene egli non prendesse sul serio i rituali satanici, arrivando addirittura a prendere in giro Mario Maccione quando egli, durante le messe nere, cadeva in stato di trance. Ad ogni modo, il giovane Tollis si rese presto conto della piega che stava prendendo il gruppo, visto il crescendo di minacce e violenze, e manifestò l’intenzione di uscire dalla setta, cosa che decretò la sua condanna a morte.

La 19enne Chiara Marino, amica e poi fidanzata del Tollis, frequentava anch’ella la setta, ma venne condannata a morte dal gruppo, non solo per la sua relazione con il Tollis, ma perché, durante un rituale, Mario Maccione disse agli altri membri che la giovane ‘’somigliava troppo alla Madonna’’ (probabilmente a causa dei suoi lineamenti molto gentili).

Il duplice omicidio si consumò la sera del 12 gennaio 1998 nei boschi di Somma Lombardo; Nicola Sapone, Andrea Volpe, Mario Maccione e Andrea Bontade (che doveva fare da palo ma poi non si presentò la sera del delitto) attirarono Fabio Tollis e la Marino nei boschi con la scusa di un rituale. In realtà, ad attenderli c’era una buca profonda due metri, scavata il giorno prima dai tre aguzzini. Giunti in prossimità della buca, la Marino venne aggredita a coltellate da Nicola Sapone, mentre Andrea Volpe e Mario Maccione si avventarono su Fabio Tollis. La Marino venne sgozzata, mentre il Tollis, dopo aver ricevuto numerose coltellate, venne ucciso con delle martellate alla testa da Maccione. I due vennero quindi sepolti nella buca e da quella sera, per sei lunghi anni, non si saprà nulla di Tollis e la Marino. Il padre di Fabio Tollis, Michele, cercò a lungo il figlio, frequentando anche programmi televisivi e, quasi sin da subito, i suoi sospetti caddero proprio sulla setta.

Bestie di Satana
Bestie di Satana

D’altra parte, nel gruppo crebbero i malumori nei confronti di Andrea Bontade: i leader lo accusarono di non essersi presentato la sera del duplice omicidio di Chiara Marino e Fabio Tollis e, per questo, decisero di eliminarlo. La sera del 21 settembre 1998, Andrea Volpe e Nicola Sapone, avvicinarono il Bontade in un locale di Milano e, dopo avergli somministrato un cocktail a base di droghe, decisero di indurlo al suicidio. In particolare, i due pronunciarono la frase “o lo fai tu o lo facciamo noi”. Quella stessa sera, Andrea Bontade si mise alla guida della sua auto e si suicidò schiantandosi ad elevata velocità contro un muro.

La sera del 24 gennaio 2004 si consumò l’ultimo delitto accertato delle Bestie di Satana: Andrea Volpe aveva ricevuto l’ordine da Nicola Sapone di assassinare la sua ex fidanzata Mariangela Pezzotta, poiché era a conoscenza di troppi dettagli circa la scomparsa di Tollis e la Marino. Quella stessa sera, Volpe attirò con una scusa Mariangela in uno chalet a Golasecca, dove egli viveva con la sua fidanzata Elisabetta Ballarin (all’epoca dei fatti 18enne). Quest’ultima aveva conosciuto Andrea Volpe a 14 anni, mentre lui ne aveva già 25; dopo solo pochi mesi di relazione,  Volpe le aveva già infilato la prima siringa nel braccio spingendola verso la tossicodipendenza, in un’occasione arrivó addirittura a minacciarla con un fucile.

Ad ogni modo, quella sera, dopo un’accesa discussione, Andrea Volpe sparò due colpi di pistola a Mariangela Pezzotta, centrandola in pieno volto. Tuttavia, Mariangela era ancora viva, così Volpe e la Ballarin chiamarono in aiuto Nicola Sapone, il quale, giunto sul posto, finì la malcapitata a colpi di badile, ordinando poi ai due di far sparire sia il cadavere che l’auto di Mariangela. Il corpo venne frettolosamente sepolto sotto pochi centimetri di terra in una serra antistante lo chalet, successivamente, Elisabetta Ballarin si mise alla guida dell’auto di Mariangela (l’intento era di far scivolare l’auto nel fiume), seguita da Andrea Volpe nella sua auto. Tuttavia, sia Volpe che la Ballarin quella sera avevano assunto grosse quantità di speedball (un mix di cocaina ed eroina) e quest’ultima, mentre era alla guida dell’auto, entrò in stato pre-comatoso, quindi sbandò e si incastrò con l’auto in un muretto. Andrea Volpe, resosi conto della gravità delle condizioni della fidanzata, si precipitò in un parcheggio pubblico poco distante e iniziò a urlare aiuto dando in escandescenze.

Accorse una pattuglia dei Carabinieri, a cui Volpe inizialmente disse che lui e la fidanzata erano stati aggrediti da alcuni balordi. Tuttavia, i militari una volta giunti sul posto si resero immediatamente conto che i due giovani avevano avuto un incidente stradale causato dall’abuso di sostanze stupefacenti, quindi entrambi vennero trasportati in ospedale.

Ed è in ospedale che accadde qualcosa che cambiò per sempre la scena: la giovane Elisabetta Ballarin, pesantemente stordita e intossicata dalle droghe, iniziò a mugugnare con gli infermieri e i medici delle frasi apparentemente sconnesse, in cui ripeteva sempre “Uccisa, Mariangela, serra”. I sanitari riferirono questo particolare ai Carabinieri, che, insospettiti, si recarono subito nello Chalet di Golasecca dove nella serra venne rinvenuto il cadavere di Mariangela Pezzotta, semi-sepolto e completamente sfigurato. Nell’abitazione i militari ritrovarono numerosi simboli e oggetti satanici, oltre a un notevole quantitativo di stupefacenti. Volpe e la Ballarin vennero immediatamente arrestati poiché gravemente indiziati di omicidio e, il mattino seguente, Andrea Volpe, stremato da un lungo interrogatorio, confessò e iniziò a collaborare. Egli non si limitò a confessare l’omicidio di Mariangela Pezzotta ma svelò agli inquirenti l’esistenza della setta, indicando i nomi dei membri e confessò anche gli omicidi di Fabio Tollis e Chiara Marino, i cui corpi, ormai ridotti a scheletro, verranno rinvenuti la sera stessa, ponendo fine a un mistero che durava ormai da sei anni.

Le condanne alle bestie di Satana

Tutti i membri della setta vennero arrestati, il caso ebbe un’enorme clamore mediatico, non solo in Italia, ma anche all’estero, tanto che la BBC definì i delitti come i peggiori commessi in Italia. Non mancarono anche polemiche mediatiche sul legame tra l’heavy metal e la violenza, nonché sulla realtà sommersa delle sette sataniche e sul disagio giovanile, quest’ultimo il vero motore della pulsione omicidiaria.

Nel 2007 arrivarono le condanne definitive per le Bestie di Satana:

  • Nicola Sapone: doppio ergastolo e 18 mesi di isolamento diurno
  • Paolo Leoni: ergastolo e 9 mesi di isolamento diurno
  • Andrea Volpe: 20 anni di reclusione (la pena venne ridotta grazie alla sua collaborazione). Scarcerato il 14 marzo 2020
  • Elisabetta Ballarin: 23 anni di reclusione. Scarcerata in anticipo nel 2017.
  • Eros Monterosso: 24 anni di reclusione.
  • Mario Maccione: 24 anni di reclusione.

Enrico Giorgio

Enrico Giorgio ha 23 anni ed è di Campagna. Studente di giurisprudenza e appassionato di giornalismo, ambizioso e sempre desideroso di imparare tutto il possibile dal meraviglioso cammino della vita

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