Cronaca

Bimba nata da maternità surrogata lasciata in Ucraina: la coppia italiana nega l’abbandono

"Quello che è emerso non corrisponde al vero. I miei clienti sono stati additati come i responsabili dell'aberrante comportamento, quando in realtà non c'era nessuna intenzione di abbandonare la bambina"

I genitori biologici della bambina nata in Ucraina tramite la maternità surrogata respingono le accuse di abbandono sul quale la Procura di Novara nei giorni scorsi ha aperto un fascicolo di inchiesta. “Non volevamo abbandonare la piccola, ma stavamo facendo tutte le pratiche per riportarla in Italia”, è la difesa della coppia piemontese accusata di avere lasciato a Kiev la bimba che ora ha 15 mesi.

Bimba abbandonata in Ucraina, i genitori si difendono

Come riporta Il Mattino, a rappresentare i genitori biologici sono gli avvocati Riccardo Salomone ed Enzo Carofano. “Quello che è emerso non corrisponde al vero. I miei clienti sono stati additati come i responsabili dell’aberrante comportamento, quando in realtà non c’era nessuna intenzione di abbandonare la bambina – sostiene il legale – La situazione è delicata e ci sono ancora tanti aspetti da chiarire, ma ci sono prove che la volontà dei miei clienti fosse quella di tenere con sé la bimba“.

La vicenda

La vicenda è emersa alcuni giorni fa quando la piccola è stata portata in Italia dall’Ucraina dal Servizio per la Cooperazione Internazionale della Polizia, lo Scip, e dalla Croce Rossa, dopo che la tata che la teneva a Kiev si era rivolta al Consolato Italiano. I genitori della piccola erano andati in Ucraina nell’agosto 2020, durante una pausa dei divieti degli spostamenti aerei dettati dalle misure anti Covid, per avere un figlio attraverso una madre surrogata.

Dopo la nascita e il puntuale riconoscimento della bambina erano rientrati in Italia per preparare la pratiche per portarla a casa, affidando la neonata nel frattempo alla tata, a cui veniva corrisposta mensilmente una somma di denaro per il mantenimento. Ma dopo il compimento di un anno da qualche mese la baby-sitter non sarebbe più stata più pagata e non avrebbe più avuto notizie della coppia. Così si è rivolta al consolato. L’alternativa al viaggio in Italia, per la bambina sarebbe stato un orfanotrofio nella capitale ucraina.

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