Cronaca

Bologna, licenziato per una bestemmia al lavoro: sciopero di 16 ore

Un operatore di un call center è stato licenziato per aver detto una bestemmia sul posto di lavoro. A denunciare l’accaduto sono state – come riporta l’Agenzia Dire – le sigle sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil di Bologna, che hanno quindi deciso di proclamare 16 ore di sciopero insieme alle Rsu.

Bologna, licenziato per una bestemmia al lavoro: sciopero di 16 ore

Un lavoratore di un call center è stato licenziato per aver bestemmiato sul luogo di lavoro. L’azienda in questione è la stessa in cui, due mesi fa, un’operatrice era stata licenziata dopo otto anni di lavoro per aver detto una parolaccia a una cliente durante una telefonata.

“Ennesimo licenziamento disciplinare in Covisian”. Per questo motivo Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil di Bologna e le Rsu proclamano “un pacchetto di 16 ore di sciopero”, fanno sapere gli stessi sindacati, in una nota congiunta, spiegando che “ieri un altro collega è stato licenziato per aver esclamato, tra sé e sé, una bestemmia sul posto di lavoro in seguito all’ennesimo malfunzionamento dei sistemi aziendali che impedivano di lavorare”.

“Se non fosse reale, ci sembrerebbe di vivere in un film, in un brutto film già visto soltanto poche settimane fa. Un altro collega è stato licenziato per aver esclamato, tra sé e sé, una bestemmia sul posto di lavoro in seguito all’ennesimo malfunzionamento dei sistemi aziendali che impedivano di lavorare”, scrivono i sindacati in un comunicato congiunto.  

“È inconcepibile togliere un posto di lavoro per un fatto del genere, il lavoratore ha indubbiamente sbagliato, ma la sanzione deve essere commisurata a buonsenso e proporzionalità e deve rispettare quanto previsto dal contratto nazionale”, aggiungono. 

Inoltre, i sindacati contestano il “riferimento nella contestazione disciplinare a una norma penale risalente al 1930, quasi cent’anni fa, che fa tornare indietro il Paese a periodi bui di oscurantismo e quando lo Stato era confessionale” e “il richiamo dell’azienda alla sanzione amministrativa per violazione del Codice penale da 51 e 309 euro quasi che la società potesse sostituirsi agli organi della Pubblica amministrazione”.

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