CronacaPolitica

Molti leghisti tra i furbetti del bonus, le giustificazioni che hanno dato sono tra le più fantasiose

Sarebbero già venuti fuori i primi nomi dei deputati che hanno intascato il bonus Inps da 600 euro, ma i 5 di Montecitorio sono solo la punta dell’iceberg di uno scandalo che non ha (purtroppo) conseguenze penali, ma morali: perchè se la gente aveva perso fiducia nella classe politica italiana, adesso si rischia di passare dal discredito all’infamia, in un momento delicato in cui le persone hanno bisogno di punti di riferimento solidi, e di figure che possano dare voce alle loro necessità, non che se ne approprino.

Bonu 600 euro: le giustificazioni di chi li ha ricevuti

Se per i nomi dei parlamentari che si sono appropriati del bonus mancano ancora alcune conferme, sono certi, invece, i nomi dei consiglieri che lo hanno intascato e si sono autodenunciati, sperando nella comprensione dell’opinione pubblica e dell’elettorato.

La lega nei guai

Dopo i leghisti Andrea Dara e Elena Murelli, tra i politici locali che hanno richiesto il bonus ci sono addirittura altri  sei leghisti, di cui tre veneti, due piemontesi e uno toscano.

Tanti “Non lo sapevo”

Lacrime di coccodrillo dalla consigliera comunale milanese della lista Milano Progressista, Anita Pirovano, che ha ammesso la sua colpa e ha spiegato le sue ragioni in un lungo sfogo su Facebook.

Gianluca Forcolin, vicepresidente della Regione Veneto e braccio destro di Zaia, in quota Lega, ha spiegato che a presentare la domanda per il bonus sarebbe stato il suo studio ma che il bonus a lui non sarebbe stato concesso

Sono socio di uno studio associato tributaristi, tre soci e sette impiegate. Io ovviamente sono con una percentuale ridotta visto l’incarico politico. Nel periodo Covid lo studio ha richiesto, come tutti, di ottenere le risorse previste dal governo per far fronte alle inevitabili spese di gestione, visto che le ragazze erano a part time ed era stata attivata la cassa integrazione. Alla fine comunque ci stiamo riprendendo senza nessun aiuto tranne, in parte, la cassa integrazione. Il sottoscritto non ha ricevuto un solo centesimo, inclusi i famosi 600 euro.

Beneficenza

Il consigliere leghista, Riccardo Barbisan invece il bonus l’ha preso, ma si è affrettato a chiarire che ha devoluto i 600 euro in beneficenza, con tanto di bonifici come prova

Il 5 maggio ricevo 600 euro dall’Inps. Non capisco cosa siano, chiamo la banca, chiamo il commercialista cui ho affidato da tempo le mie credenziali Inps e lui mi spiega “è il bonus, ho fatto richiesta e te l’hanno concesso”. Esattamente il giorno dopo, ho i bonifici che lo provano, verso l’intera somma sul conto corrente che in Comune a Treviso – io sono anche consigliere comunale- avevamo aperto per le famiglie in difficoltà. Nelle stesse ore do indicazioni al mio commercialista di non richiedere altri bonus. Quei 600 euro li ho sentiti in più fin da subito, ma sono contento di averli tolti a Roma e dati a Treviso che era stata penalizzata nell’assegnazione dei buoni alimentari. Treviso aveva ricevuto molti meno soldi di città simili per popolazione. Se ho potuto aiutare chi era più in difficoltà nella mia città, non mi sento colpevole.

Il terzo leghista ad aver preso il bonus è Alessandro Montagnoli, un altro “benefattore dei 600 euro”

Ci sono momenti nella vita in cui puoi fare finta di nulla o scegli di dire semplicemente come stanno le cose. Ho deciso di affrontare questa situazione a testa alta. Durante l’emergenza Coronavirus in forma anonima ho aiutato delle realtà sociali impegnate nella sanità del territorio. Quando è uscito il decreto Cura Italia, che riguardava tutti i lavoratori autonomi, ho deciso con mia moglie di richiedere il bonus con l’intento fin da subito di devolverli per l’emergenza Covid e a chi lavora nella protezione civile. Ho sbagliato: con il senno di poi ho fatto una leggerezza, ma in buona fede. Questi soldi ero sicuro sarebbero stati spesi bene, dal territorio per il nostro territorio. Nessuno mi toglie dalla testa che la vicenda Inps sia stata montata a livello mediatico con un obiettivo: spostare l’attenzione da una gestione fallimentare dell’emergenza a livello governativo. Il mio pensiero va ora anche a tutti quei sindaci e consiglieri comunali sotto attacco per la strumentale fuga di notizia dell’Inps.

I leghisti del Piemonte

In Piemonte ancora due leghisti: Claudio Leone, 53 anni, di Rivarolo Canavese, e Matteo Gagliasso, 27 anni, di Alba. Leone, dal 1990 svolge l’attività di commerciante principalmente nei settori dell’abbigliamento e della telefonia. Dal 2002 inizia a occuparsi di sviluppo di reti franchising. Gagliasso, ingegnere, si occupa di consulenze in campo immobiliare.

Il coordinatore del centrodestra a Firenze

Sempre del centrodestra, anche il coordinatore di Firenze e consigliere comunale che, scelto da Matteo Salvini, ha sfidato il sindaco Nardella alle ultime elezioni, Ubaldo Bocci, avrebbe richiesto il bonus 600 euro, ma non per sè, sempre per beneficenza (nonostante il suo reddito, al 2019, sia di 277mila euro)

Ho pensato di chiederli per donarli a chi ne aveva bisogno davvero. Vero, ho preso quei soldi ma non li ho tenuti per me. Il commercialista mi disse che avrei potuto averli anche io visto che si trattava di denari a pioggia, dati in maniera sbagliatissima, senza distinguere reddito e posizione di ciascuno. E allora pensai che potevo richiederli per donarli a chi ne aveva davvero bisogno. E così ho fatto. Ho i bonifici che lo testimoniano. Lo dichiarai anche alla conferenza dei capigruppo in Comune.

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