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Il governo britannico perde altri pezzi, Boris Johnson pronto alle dimissioni | COSA SUCCEDE ORA

Boris Johnson pronto alle dimissioni: l'annuncio arriverà oggi, giovedì 7 luglio: motivi, cosa succede ora e successori del primi ministro

Boris Johnson pronto alle dimissioni: l’annuncio arriverà oggi, giovedì 7 luglio. A renderlo noto sono i media britannici. Stando a quanto ricostruito Johnson dovrebbe restare in carica fino a quando non subentrerà il nuovo leader dei Tory. Secondo l’accordo che Johnson ha accettato dopo non poche resistenze, a breve ci saranno nuove elezioni interne: in “autunno”, spiega Chris Mason, political editor della Bbc, il vincitore prenderà automaticamente il posto di Johnson anche alla guida del governo britannico. L’addio ufficiale da Downing Street potrebbe quindi avvenire in ottobre. Ma che cosa sta succedendo? E quali sono le motivazioni che hanno portato il primo ministro inglese a dimettersi?

Le dimissioni di Boris Johnson oggi: motivi e perché si dimette

La decisione, quasi obbligata, arriva dopo che più di 50 ministri e collaboratori hanno lasciato il proprio incarico in polemica con il primo ministro britannico. L’ultimo in ordine di tempo è il ministro della Giustizia, James Cartlidge, appena preceduto dal ministro delle Pensioni Guy Opperman, e da quelli per la Scienza George Freeman, e per l’Irlanda del Nord Brandon Lewis. Ma qual è il motivo delle dimissioni di massa? Le decisioni di “mollare” il primo ministro sono arrivate dopo l’ennesimo scandalo che ha coinvolto Johnson.

Dopo il party gate (a Downing Street si festeggiava mentre erano in vigore le misure anti-Covid) imperversa il caso dell’alleato di Johnson Christopher Pincher, costretto a dimettersi da deputy chief wip – incaricato di sorvegliare la disciplina del gruppo di maggioranza alla Camera dei Comuni – dopo che è stato accusato di essersi ubriacato in un gentlemen club di Londra e di aver molestato due uomini, incluso un altro deputato. A Johnson viene contestato di aver nascosto il tutto.


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Il primo ministro britannico Boris Johnson

Gli scenari: chi sono i possibili successori di Boris Johson?

Ma cosa succede ora con le dimissioni di Boris Johson? Quali sono gli scenari e i possibili successori? Tra i nomi che circolano ci sono: l’ex-cancelliere Rishi Sunak, l’ex-ministro della Sanità Sajid Javid, il rivale Jeremy Hunt, la ministra degli Esteri Liz Truss, e il ministro della Difesa Ben Wallace. L’outsider più quotata è la fuoriclasse Penny Mordaunt, ex-ministra della Difesa.

Chi è Boris Johson: carriera e vita privata

Alexander Boris de Pfeffel Johnson (New York, 19 giugno 1964) è un politico, giornalista e scrittore britannico. Dal 23 luglio 2019 è leader del Partito Conservatore e dal giorno seguente primo ministro del Regno Unito. È stato sindaco di Londra per due mandati, dal 4 maggio 2008 al 9 maggio 2016, e dal 13 luglio 2016 al 9 luglio 2018 è stato invece Segretario di Stato per gli affari esteri e del Commonwealth dei governi May I e II.

Dopo gli studi, divenne noto come giornalista dei maggiori quotidiani britannici. Membro del Partito Conservatore, è stato eletto alla Camera dei comuni nelle elezioni generali del 2001 nella circoscrizione di Henley (Oxfordshire) e rieletto dopo quelle del 2005.

Nel 2008 si è dimesso dal Parlamento in seguito alla sua elezione a sindaco di Londra contro il sindaco uscente, laburista Ken Livingstone, venendo riconfermato nel 2012. Il suo mandato è stato segnato dalle Olimpiadi estive del 2012, da un calo della criminalità e della povertà, dal divieto di consumo di alcol nei trasporti pubblici, dall’introduzione di una nuova generazione di autobus e biciclette Santander (noti come “Boris Bikes”), nonché dalla difesa del settore finanziario di Londra e dalla promozione della costruzione di un nuovo aeroporto per la capitale, nell’estuario del Tamigi. Eletto di nuovo come membro del Parlamento nel 2015, questa volta nel collegio di Uxbridge and South Ruislip (Grande Londra), non ha cercato un nuovo mandato come sindaco nel 2016.

Opponendosi alla maggioranza delle personalità del Partito Conservatore, è stata una delle principali figure del campo favorevole all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (“Brexit”), dove nel referendum del 23 giugno 2016 vinse il sì. Fu poi nominato Segretario di Stato per gli affari esteri e del Commonwealth nel governo di Theresa May. In disaccordo con lei sulla condotta della Brexit, si è dimesso il 9 luglio 2018.

Eletto alla guida del Partito Conservatore l’anno successivo, succede a Theresa May come Primo ministro, promettendo una rapida uscita del Regno Unito dall’Unione europea. I suoi tentativi sono stati vanificati dal parlamento britannico, ha indetto elezioni anticipate per ottenere una nuova maggioranza parlamentare per l’adozione di un accordo di recesso. I conservatori hanno ottenuto la loro più grande maggioranza dal 1987, Boris Johnson ha guidato nel gennaio 2020 la realizzazione della Brexit, seguita da un accordo commerciale con l’UE alla fine dello stesso anno. Allo stesso tempo, sta affrontando la pandemia di Covid.

Il 5 aprile 2020 Johnson viene ricoverato al St Thomas’ Hospital di Londra a causa degli effetti del Coronavirus e il giorno successivo viene trasferito in terapia intensiva a causa dell’aggravarsi dei suoi sintomi. Guarito dalla convalescenza, Johnson riprese le redini del governo alla fine di quel mese.

Boris Johnson è una delle figure politiche (e giornalistiche) britanniche più controverse degli ultimi anni. I suoi sostenitori sottolineano, come punti positivi, la sua personalità, l’umorismo e il fascino popolare che vanno oltre la figura tradizionale presentata all’elettore conservatore. Tuttavia, è anche duramente criticato da figure di sinistra e di destra, come un elitario, accusato di disonestà, razzismo e islamofobia. Johnson è molto presente nella cultura popolare britannica, oggetto di innumerevoli libri, biografie e parodie. Dal 24 luglio 2019 ha assunto la presidenza del Commonwealth delle nazioni.

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