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Bruce Willis e l’afasia, che malattia è: con quali sintomi si manifesta

Bruce Willis e l’afasia, che malattia è? E con quali sintomi si manifesta? L'attore non potrà più recitare perché affetto da questa patologia

Bruce Willis e l’afasia, che malattia è? E con quali sintomi si manifesta? L’attore non potrà più recitare perché affetto da afasia. Ad annunciare sui social il ritiro delle scene dell’attore americano 67enne, la moglie Emma Heming-Willis e l’ex moglie Demi Moore. “L’afasia sta influendo sulle sue capacità cognitive”, si legge nei post. Ma cos’è l’afasia? Si tratta di un disturbo delle abilità comunicative acquisite di tipo linguistico dovuto a una lesione delle strutture cerebrali deputate alla codifica o decodifica dei messaggi. In pratica chi ne affetto non riesce più a formulare frasi di senso compiuto né a comprendere correttamente il linguaggio parlato o scritto. Inoltre, non è capace di leggere, di scrivere né di fare i calcoli, in quanto la scrittura e le capacità aritmetiche sono connesse con la funzione del linguaggio.

Afasia, che malattia ha Bruce Willis

Le cause più frequenti all’origine del disturbo sono: ictus cerebrale, trauma cranio-encefalico e tumore cerebrale. In genere l’afasia compare improvvisamente dopo un ictus o un trauma cranico, ma può anche svilupparsi lentamente insieme a un tumore cerebrale o a una malattia neurodegenerativa. L’afasia, inoltre, può associarsi anche altre patologie quali aterosclerosi, botulismo, ictus, Morbo di Alzheimer, Sclerosi multipla.

L’incidenza in Italia

In Italia sono circa 150.000-200.000 le persone che soffrono di afasia con un’incidenza annua di 2 nuovi casi per 1.000 abitanti per anno. In particolare, secondo i dati della Federazione delle Associazioni Italiane Afasici (A.IT.A), si calcola che nel nostro Paese circa 120.000 persone siano colpite ogni anno da ictus, di queste circa 40.000 presentano disturbi del linguaggio in fase acuta e almeno 15.000 presentano ancora importanti disturbi del linguaggio dopo un anno. Insomma, si tratta di una condizione molto diffusa. La maggior parte dei soggetti colpiti fa afasia è di mezza età o anziana (a causa di una maggiore probabilità di svilupparne le malattie responsabili), ma di fatto chiunque può esserne affetto.

I sintomi dell’afasia

Una persona con afasia può dimostrare difficoltà a tutti i livelli di utilizzo del linguaggio: lettura, ascolto, scrittura, eloquio (parlare). I più comuni sono i disturbi del linguaggio parlato, come ad esempio: parlare con frasi brevi o incomplete; parlare con frasi che non hanno senso; sostituire una parola con un’altra o un suono con un altro; pronunciare parole in modo sbagliato; non capire la conversazione di altre persone; scrivere frasi che non hanno senso. La severità dei sintomi varia da persona a persona, a seconda del danno cerebrale subito. Inoltre, va detto che l’afasia comporta sì difficoltà nella comunicazione, ma non ha conseguenze dirette sulla intelligenza, e può essere accompagnata anche da altri disturbi come: difficoltà visive, problemi nella mobilità e nella memoria.

Afasia fluente e influente

L’afasia può essere “fluente” o “non fluente”, a seconda della capacità di produrre ed esporre il linguaggio. In caso di “afasia fluente”, il linguaggio rimane fluente, ma potrebbe contenere termini sconnessi, perché il soggetto tende a mescolare elementi in frasi sensate e in altre totalmente prive di senso. Inoltre, la persona con afasia fluente potrebbe avere difficoltà a comprendere gli altri. In caso di “afasia non fluente”, invece, si ha un’evidente difficoltà nella capacità di eloquio: il soggetto, in particolare, sviluppa un linguaggio semplice fatto di poche parole ed assenza di elementi di complessità.

Tipi di afasia: di Broca, di Wernicke e globale

Le forma di afasia variano a seconda dell’area danneggiata del cervello. Le tre principali tipologie di afasia sono: 1

  •  L’afasia espressiva (o di Broca). E’ Il tipo più comune di afasia non fluente. I soggetti riescono a capire ciò che dicono gli altri ma fanno fatica a parlare, pronunciano frasi molto brevi e omettono parole. La consapevolezza di tale condizione può provocare una certa frustrazione.
  • L’afasia recettiva (o di Wernicke). E’ il tipo più comune di afasia fluente. I soggetti parlano facilmente e in maniera fluente, pronunciando anche frasi lunghe e complesse, ma che non hanno senso o includono parole sbagliate e talvolta irriconoscibili. Non comprendono bene la lingua parlata e spesso non si rendono conto che gli altri non riescono a comprenderli.
  • L’afasia globale. Come suggerisce anche il nome, i soggetti hanno difficoltà sia a comprendere quanto detto dagli altri sia a formulare parole e frasi di senso compiuto. Questo tipo di afasia è una conseguenza di danni a parti estese delle aree cerebrali del linguaggio, e chi ne soffre presenta gravi disabilità nell’espressione e nella comprensione.

Come viene diagnosticata

Nella gran parte dei casi l’afasia viene scoperta dal medico che ha in cura un paziente con lesioni cerebrali. Per confermare la presenza di danni cerebrali, come l’afasia, e identificarne con precisione la sede, il paziente viene sottoposto a: risonanza magnetica (RM) oppure a tomografia assiale e computerizzata (TAC). Se il medico sospetta un’afasia, richiederà la consulenza di un patologo del linguaggio, che condurrà un esame completo per esaminare la capacità di comunicazione del paziente.

Come si cura

Per trattare l’afasia è necessario trattare le malattie che hanno causato il problema. In una seconda fase si ricorre al trattamento logopedico (del linguaggio) per aiutare il paziente a ritrovare le capacità di comunicazione. Le terapie di riabilitazione logopedica hanno lo scopo di migliorare la capacità della persona afasica di usare il linguaggio e ridurre il danno, e possono essere fatte in regime di ricovero, in ambulatorio, a domicilio, e anche per via telematica grazie alla teleriabilitazione. Attualmente sono in corso studi per sviluppare e testare farmaci per il trattamento dell’afasia, ma saranno necessari ulteriori conferme scientifiche prima che questi possano entrare nella pratica clinica.

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