Cronaca

Busto Arsizio, 20enne scomparsa da 5 giorni: la paura di un nuovo femminicidio

L’Italia con il fiato sospeso per le sorti di una ragazza di 20 anni di Busto Arsizio, Kimberly Bonvissuto, scomparsa da 5 giorni. La paura dei genitori, quell’ultimo messaggio alla cugina e il mistero sull’incontro con un ragazzo.

Busto Arsizio, ragazza 20enne scomparsa da cinque giorni

La 20enne sarebbe uscita di casa il 20 novembre scorso e da allora non si hanno più sue notizie. La giovane e la cugina si erano messa d’accorso per “coprirsi” a vicenda. Kimberly Bonvissuto avrebbe così convinto i genitori ad andare a cena con l’altra ragazza ma in realtà si sarebbe dovuta incontrare con un ragazzo misterioso.

Alle 21:30 poi il messaggio alla cugina: “Tra mezz’ora sono a casa”, ma non è mai arrivata. Dopo la denuncia ai carabinieri e i vari appelli sui social i genitori hanno paura che possa esserle capitato qualcosa di brutto: “Ancora nessuna notizia. Come ieri, come l’altro ieri. È una settimana che siamo in queste condizioni. Senza sapere, con la paura, la preoccupazione di non sapere dove sia Kimberly, di non sapere come stia mia figlia”, scrive la madre Graziana Tuccio, con la quale vive la 20enne, “che idea ci siamo fatti? Me lo chiedete in continuazione ma noi idee su quello che è successo non ne abbiamo. Siamo terrorizzati: Kimberly non si era mai allontanata senza farci più avere sue notizie. Ti prego facci sapere come stai, torna. Poi supereremo tutto insieme”.

Non è ancora chiaro se si sia trattato di un allontanamento volontario o meno: le ricerche continuano nella speranza che qualcosa si smuovi. Ieri è stato utilizzato un elicottero che ha sorvolato il comune del Varesotto e le zone limitrofe, mentre si stanno visionando le telecamere per individuare il tragitto della ragazza e capire se era in compagnia, o se ha ricevuto un passaggio in macchina.

«Deve capire che papà è sempre presente»

Il padre è stato poi intervistato, dopo il colloquio in Questura, da Fanpage. “Qualsiasi cosa è successa a me non interessa: sono sempre presente e pronto a risanare se c’è qualcosa da risolvere. Io la sto aspettando, non si deve preoccupare. Deve capire che papà è sempre presente. Se lei mi sta sentendo, che prenda il telefono. Se ha difficoltà a venire a casa anche a piedi faccio una maratona per lei e le faccio vedere non è successo nulla. Basta che torni a casa. Io sono qui”. Poi il pensiero a Giulia Cecchettin, alle ore di angoscia vissute dal padre appena pochi giorni prima di lui. “Non voglio che quello che è successo nei giorni scorsi accada anche a mia figlia, quello che sto vivendo io fino all’altro ieri non me lo immaginavo. Ora capisco il dolore che sta provando la famiglia di Giulia Cecchettin. Sono un morto che cammina”.

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