Cronaca

Camorra e Covid, le famiglie piĆ¹ potenti in Campania | La relazione aggiornata della Dia

Camorra in Campania, le famiglie piĆ¹ potenti: la relazione Dia del periodo che va da luglio a dicembre del 2020

Quali sono leĀ famiglieĀ diĀ camorraĀ piĆ¹Ā potentiĀ inĀ Campania?Ā Lo spiega la Direzione Investigativa Antimafia con la relazione semestrale sull’attivitĆ  della criminalitĆ  organizzata in Italia relativa al periodo che va da luglio a dicembre del 2020. In Campania, la criminalitĆ  organizzata di tipo mafioso si conferma un fenomeno in continua trasformazione, anche in ragione di un tessuto sociale molto complesso.

Secondo quanto emerge dal rapporto sull’Indice di PermeabilitĆ  dei territori alla CriminalitĆ  Organizzata (IPCO) presentato da EURISPES presso la sede della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo il 15 dicembre 2020Ā¹ le province della Campania si confermano insieme a quelle calabresi aree del Paese con i valori piĆ¹ elevati di vulnerabilitĆ  e di appetibilitĆ  per le organizzazioni criminali. Sulla base della considerazione che “la permeabilitĆ  ha una natura complessa e multidimensionale che non puĆ² essere ridotta esclusivamente a un fenomeno di violenza ma deve essere analizzata attraverso una piĆ¹ ampia lente socio-economica”, lo studio dimostra come l’arretratezza economico-sociale figuri tra gli indicatori maggiormente correlati al fenomeno.

Inoltre, l’analisi testimonia come vi sia una corrispondenza positiva fra la permeabilitĆ  criminale e il manifestarsi di crisi economico-finanziarie nazionali e internazionali. In realtĆ , si tratta di unĀ circolo vizioso poichĆ©, come osservato dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, il flusso ĆØ biunivoco cioĆØ sono anche le mafie a ingenerare l’arretratezza socio-economica tanto che “quando le mafie hanno cominciato a prendere il sopravvento eĀ manovrare elementi della societĆ  e dell’economia, una parte del Paese si ĆØ fermata e si ĆØ arretrata.

Ora il rischio ĆØ che queste mafie infiltrino e contaminino anche l’altra parte.Ā Per quanto attiene specificamente alla camorra, appare in linea con i risultati della ricerca la capacitĆ  delle consorterie campane di strumentalizzare a proprio vantaggio le gravi situazioni di disagio quale si pone nella contingenza il protrarsi dell’epidemia da COVID-19. In effetti, la storia criminale della camorra”…ĆØ stata caratterizzata da un andamento carsicoĀ» (Sales, 1988): Ā«sembra scomparire nei periodi di forte repressione, per riapparire, piĆ¹ forte e determinata nelle fasi di debolezza delle istituzioni e di crisi economica. La visibilitĆ  dell’organizzazione sembra essere un indicatore negativo dello stato di sviluppo di un sistema socialeĀ»…”. Le prestazioni previdenziali verso famiglie e imprese in crisi finanziaria rappresentano infatti per i clan un’occasione per incrementare il consenso sociale e consolidare il proprio controllo del territorio. Ma connesso alla crisi finanziaria ĆØ anche il rischio ulteriore, denunciato dal Procuratore della Repubblica.

Camorra in Campania, le famiglie piĆ¹ potenti ai tempi del Covid

Le organizzazioni piĆ¹ solide come i clan Mazzarella, Licciardi, Contini, Amato-Pagano (nell’area metropolitana), Mallardo, Nuvoletta-Polverino, Moccia (nel Napoletano), Schiavone e ZagariaĀ (nel Casertano) hanno preservato nel tempo il controllo del territorio consolidando la propria capacitĆ  di gestire gli interessi criminali anche nel resto del Paese e all’estero. Il traffico di sostanze stupefacenti”, il prestito a usura, le estorsioni, il commercio di prodotti contraffatti, il contrabbando di TLE”, l’esercizio abusivo del gioco e delle scommesse”, le truffe assicurative, telematiche e in danno degli anziani, nonchĆ© le frodi fiscali costituiscono un bacino da cui attingere le maggiori risorse da destinare al riciclaggio.

Peraltro, ai livelli piĆ¹ elevati l’estensione imprenditoriale delle consorterie consente loro di mimetizzarsi nei tessuti produttivi come componenti ordinarie dei mercati”. In diversi casi, invero, ĆØ emersa una pericolosa coincidenza tra vertici delle organizzazioni criminali e management aziendale. Peraltro, in certi ambienti della politica e della pubblica amministrazione verrebbero anche replicate quelle strategie relazionali che, secondo logiche di totale asservimento agli interessi mafiosi, favoriscono sistemi e tecniche proprie dell’illecito (dall’evasione fiscale alla corruzione) con una grave contaminazione dell’economia legale. Nel semestre il fenomeno ha trovato riscontro in una serie di rilevanti attivitĆ  investigative, preventive e giudiziarie, descritte nei paragrafi dedicati alle singole province anche extraregionali.


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Camorra, le famiglie piĆ¹ potenti di Napoli

Sul fronte giudiziario, l’Alleanza di Secondigliano ĆØ stata pesantemente colpita dalle condanne emesse all’esito del processo “Cartagena” che hanno confermato tra l’altro le ingerenze del clan Contini nella gestione degli appalti e delle assunzioni presso l’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Inoltre, a seguito dell’operazione “Hammer” sono stato condannati dal GUP del Tribunale di Bologna per intestazione fittizia di beni i componenti di un gruppo criminale riferibile sempre al clan Contini che avrebbe replicato nel riminese le tipiche modalitĆ  operative camorristiche. Infine, nel novembre 2020 si ĆØ concluso il primo grado del pro cedimento penale scaturito dall’indagine “At last” della DDA di Venezia che ha visto applicare diverse condanne nei confronti degli elementi del clan Donadio riferibile ai Casalesi, attivi nel comune di Eraclea (VE) e responsabili di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura e altri reati fiscali. CiĆ² che emerge, in via generale, ĆØ come il processo di espansione fuori dai confini campani non comporti per i clan napoletani un radicamento territoriale attraverso la formazione di articolazioni organizzative locali ma piuttosto l’esportazione dei metodi tipici dell’impresa camorristica. In sintesi, quest’ultima ĆØ fondata sulla ricerca e il consolidamento di legami fiduciari, gestionali e speculativi finalizzati a ottimizzare i suoi interessi.


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La rilevanza del fenomeno ĆØ altresƬ confermata dall’elevato numero di interdittive antimafia emesse dalle autoritĆ  prefettizie anche in altre Regioni a carico di imprese per le quali ĆØ stata rilevata la vicinanza delle relative compagini societarie ai clan campani. Le ditte colpite operano prevalentemente nei comparti dell’edilizia, agricoltura e allevamento (con connesse attivitĆ  casearie), autotrasporti e onoranze funebri. In particolare, nel napoletano ĆØ stato rilevato il pericolo d’in filtrazione mafiosa per un gruppo di aziende attive nel settore della diagnostica medica poichĆ© nelle relative compagini societarie compaiono soggetti vicini ai clan Puca e Ranucci coinvolti nell’operazione “Antemio” del giugno 2020.


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Camorra a Caserta, le famiglie piĆ¹ potenti ai tempi del Covid

Lo scenario criminale casertano ĆØ tuttora contraddistinto dalla presenza di organizzazioni che conservano il controllo del territorio favorite da una coesione interna fondata su solidi vin coli familiari, sulla costante ricerca del consenso di una consistente parte del tessuto sociale e sulla complicitĆ  di “colletti bianchi” espressione del cartello criminale nell’imprenditoria e nei circuiti politico-amministrativi. Il clan dei CASALESI composto dai gruppi SCHIAVONE, ZAGARIA, BIDOGNETTI e IOVINE resta egemone nell’intera area della provincia di Caserta anche attraverso legami con altri sodalizi campani. Il cartello ĆØ specializzato nel controllo cri minale delle attivitĆ  economiche attraverso la gestione monopolistica di interi settori imprenditoriali e commerciali al fine di acquisire appalti e servizi pubblici anche interferendo nella composizione e nel lavoro degli organismi politici rappresentativi locali come comprovato dal numero di Amministrazioni comunali casertane sciolte.

L’8 ottobre 2020 la Polizia di Stato e la Guardia di finanza hanno eseguito un decreto di confisca nei confronti di un ex consigliere regionale imprenditore nel ciclo dei rifiuti giĆ  con dannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa quale colletto bianco del clan dei CASALESI. Il provvedimento ablativo ha riguardato 9 fabbricati e un terreno siti nei comuni di Caserta, Casal di Principe, Teverola, Arienzo, Gaeta (LT) e Formia (LT), quote di 2 societĆ , molteplici rapporti finanziari, nonchĆ© indennitĆ  percepite e vitalizi per la consiliatura alla Regione Campania, per un valore stimato complessivo di 4 milioni di euro. Sempre a proposito di appartenenti all’area grigia collusa, il 30 settembre 2020 la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha confermato il provvedimento della Corte d’Appello che il 17 settembre del 2019 aveva disposto la misura di prevenzione della sorveglianza speciale e di confisca dei beni nei confronti di un avvocato accusato di minacce aggravate dal metodo mafioso, per aver letto nel 2008 nel corso di un’udienza del maxi processo “Spartacus” un documento ritenuto un proclama del clan contro i giornalisti Rosaria Capacchione e Roberto Saviano, considerati nemici dei Casalesi.


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Non solo Casalesi

Sul territorio casertano persistono anche sodalizi autonomi rispetto ai CASALESI. Originari di Marcianise e attivi anche nel capoluogo i BELFORTE rappresentano uno dei clan piĆ¹ radicati nella provincia97 sebbene sensibilmente ridimensionati dagli arresti e dalle pesanti condanne inflitte ai suoi maggiori esponenti. Nell’area gravitano il clan PICCOLOLETIZIA da sempre antagonista dei BELFORTE e altri aggregati criminali di profilo minore per lo piĆ¹ a struttura familiare e dediti prioritariamente ad attivitĆ  di spaccio e estorsioni, i MENDITTI presenti a Recale e a San Prisco e i BIFONE a Macerata Campania, Portico di Caserta, Casapulla, Curti, Casagiove e San Prisco.

Camorra a Salerno, le famiglie piĆ¹ potenti ai tempi del Covid

Dalla lettura della Relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2020 presentata il 30 gennaio 2021 dalla Presidente della Corte di Appello di Salerno, Iside Russo, in occasione dell’inaugurazione del nuovo Anno giudiziario per la provincia di Salerno si rileva che”…l’a spetto principale da mettere in risalto ĆØ, da un lato, la conferma della tradizionale configurazione strutturale e dinamica della criminalitĆ  organizzata, che assume una fisionomia disomogenea a seconda delle aree geografiche, dall’altro, la rapida ascesa sulla scena del crimine organizzato di gruppi nuovi emergenti dediti essenzialmente al narcotraffico, che comunque non hanno la capacitĆ  di radicarsi stabilmente sul territorio”.

Lo scenario criminale salernitano resta eterogeneo e profondamente condizionato dalle peculiaritĆ  economico-sociali dei diversi contesti territoriali in cui le organizzazioni criminali sono radicate o tentano d’infiltrarsi. Va infatti considerata la specifica diversitĆ  tra la macroarea del centro urbano salernitano che comprende il porto commerciale, quella dell’Agro nocerino-sarnese e le zone turistiche della Costiera Amalfitana, del Cilento e del Vallo di Diano,

A fattor comune, negli equilibri locali dell’intera provincia continuano ad esercitare la propria influenza storiche organizzazioni camorristiche piĆ¹ strutturate e profondamente radicate nel territorio che confermano la loro capacitĆ  rigenerativa rispetto all’azione repressiva della Magistratura e delle Forze di polizia. CiĆ² anche grazie alle relazioni consolidate nel tempo con clan napoletani, casertani e, in ordine a specifici traffici, calabresi con i quali i sodalizi condividono all’occorrenza interessi e sinergie criminali. Il Procuratore Capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, ha sottolineato, ad esempio, che “…recenti indagini, in particolare, evidenziano come attivitĆ  illecite, specialmente nel settore del gioco d’azzardo on line vengano svolte da soggetti operantiĀ nel salernitano in favore di una pluralitĆ  di gruppi criminali, anche extraregionali e che il Cilento, in particolare, risulta essere teatro di reinvestimento di capitali illeciti da parte di soggetti legati ad organizzazioni mafiose non salernitane.

Venendo all’analisi degli assetti criminali, nell’area urbana di Salerno continuerebbe ad esercitare la propria supremazia il clan D’AGOSTINO attivo nel traffico e spaccio di stupefacenti, nell’usura e nelle estorsioni e il cui potere non sembra messo in discussione dalla presenza di gruppi criminali di piĆ¹ recente formazione. Lo scorso semestre era emerso uno spaccato sui rapporti di forza in atto tra le diverse compagini, in seguito all’inchiesta dei Carabinieri “Pre stigio” (9 giugno 2020) riguardante diversi sodalizi criminali orbitanti soprattutto nel centro cittadino fra i quali figura il clan PERSICO diretto da uno storico ex esponente del clan PANELLA-D’AGOSTINO. Il sodalizio, tramite accordi con i NATELLA-FRUNCILLO del quartiere Mariconda e con il clan DE FEO aveva acquisito il controllo del traffico e dello spaccio di stupefacenti in cittĆ  e aree limitrofe. Nei contesti criminali urbani sarebbe peraltro maturato il ferimento di un pregiudicato vittima di un agguato in pieno centro, il 24 luglio 2020.


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L’evoluzione delle famiglie

Contrapposto ai D’AGOSTINO ĆØ il gruppo STELLATO-IAVARONE apparentemente rinvigorito dalla recente scarcerazione di un suo autorevole esponente di vertice la cui presenza sul territorio, come ricordato dal Questore di Salerno “…rende presumibile un riacutizzarsi dei conflitti tra le locali consorterie criminali, a causa di rancori mai sopiti (vedasi l’omicidio del fratello…) con la pianificazione di azioni violente e vendicative. Inoltre, tale ‘uscita’ potrebbe far riacquistare “capacitĆ  operativa anche ad altri sodali…”.

Anche questo sodalizio risulta particolarmente attivo nel traffico della droga come confermato dall’operazione “Specchio conclusa il 16 luglio 2020 dalla Polizia di Stato con l’esecuzione di una misura cautelare nei confronti di 29 soggetti che dovranno rispondere di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Tra i de stinatari del provvedimento figura uno degli elementi di vertice del sodalizio criminale STEL LATO-JAVARONE promotore dell’associazione. L’indagine ricostruisce l’organizzazione e le attivitĆ  del gruppo nella cittĆ  di Salerno “con individuazione di referenti dell’attivitĆ  di spaccio in una pluralitĆ  di zone cittadine (cd. centro storico, S. Eustachio, Canalone, cosiddetto Villaggio dei Puffi, Pastena, Torrione, Mercatello, Mariconda)” ma soprattutto i canali di approvvigionamento anche dall’ Albania.

Nella Valle dell’Irno il comune di Mercato San Severino si conferma area particolarmente effervescente sotto il profilo degli interessi criminali anche qui fondamentalmente riconducibili al commercio della droga. In tale contesto il 2 ottobre 2020 si ĆØ consumato un duplice omicidio per il quale i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato un pregiudicato del luogo. Il movente del grave delitto sarebbe infatti da rapportare a un regolamento di conti per una fornitura di droga non pagata. Nella zona si confermerebbe l’influenza del gruppo DESI DERIO il cui boss si sarebbe imposto quale referente locale per le attivitĆ  estorsive ai danni di commercianti e per i traffici di stupefacenti.

La situazione dell’Agro nocerino-sarnese

L‘Agro nocerino-sarnese rappresenta “l’area maggiormente soggetta a interferenze con i conte sti associativi sub-pesuviani…in particolare, i territori di Angri e Scafati, dove la conurbazione o, in ogni caso, la particolare prossimitĆ  a Comuni quali Poggiomarino, Boscoreale, Pompei,Ā Castellammare di Stabia e Sant’Antonio Abate agevola di fatto, in misura mutevole e con esiti alterni in ragione dei rapporti di forza e delle eventuali alleanze contingenti, sconfinamenti e proiezioni di interessi ed attivitĆ  criminali ascrivibili alternativamente a vere e proprie alleanze con i sodalizi camorristici locali ovvero alla soggezione di questi ultimi a una maggiore forza militare espressa dai primi. Tale fenomeno ha rilevanza prevalentemente passiva e interessa, in particolar modo, i clan operativi nell’area di Boscoreale (AQUINO-ANNUNZIATA, GALLO-LIMELLI-VANGONE) e Castellammare di Stabia (CESARA NO), con particolare riferimento alla gestione dei traffici illeciti, sotto forma di imposizione delle forni ture di stupefacenti e controllo delle piazze di spaccio, nonchĆ© del condizionamento di determinati settori di mercato in cui operano aziende di riferimento dei sodalizi stessi.Ā  di affiliazione organica di soggetti originari di quest’ultimo Comune.

Pertanto, la locale mappatura criminale ha subito nel tempo costanti rimodulazioni connesse a riorganizzazioni interne, ma soprattutto all’incisiva azione repressiva subita anche a seguito delle diverse collaborazioni la giustizia avviate da esponenti di spicco dei clan. Anche se tali mutamenti hanno fatto registrare in alcuni casi uno sfaldamento delle organizzazioni criminali in gruppi minori la presenza di soggetti dotati di un consolidato spessore criminale ne ha preservato la capacitĆ  di controllo del territorio soprattutto attraverso la pressione estorsiva e usuraia ma anche mediante l’infiltrazione degli Enti locali.

La camorra nella Piana del Sele

Nella Piana del Sele che ĆØ caratterizzata dalla presenza di un aeroporto e da importanti insediamenti produttivi (specie della filiera agroalimentare) i piĆ¹ gravi riscontri investigativi hanno riguardato forme di infiltrazione della Pubblica Amministrazione. Le indagini degli timi anni hanno anche evidenziato “sinergie criminali tra esponenti di organizzazioni camorristiche locali ed esponenti apicali di gruppi napoletani, evidentemente rivelatrici di una comunanza di interessi ben comprensibile se si tiene conto della filiera produttiva agroalimentare presente sul territorio, che offre evidentemente ampie possibilitĆ  di svolgimento di attivitĆ  imprenditoriali in settori produttivi di tradizionale interesse delle organizzazioni camorristiche della provincia di Napoli (allevamenti di bufali, settore caseario). Il punto piĆ¹ evidente di tali sinergie ĆØ sicuramente costituito dall’omicidio.. di un autotrasportatore picentino avvenuto nel 2015…per il quale sono stati tratti in arresto, componenti del clan MALLARDO operante in Giugliano in Campania, un esponente apicale del clan CESARANO di Pompei-Castellammare di Stabia ed esponenti del clan Pecoraro.

In particolare a Eboli come accennato in premessa il 9 ottobre 2020 la Guardia di finanza ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un esponente di vertice del Comune indagato per corruzione ed abuso d’ufficio per presunte irregolaritĆ  in concorsi pubblici che avrebbero portato all’assunzione di persone considerate “vicine” al primo citta dino ebolitano. L’inchiesta nel cui ambito risultano indagate anche altre 12 persone tra le quali figura anche un dipendente del comune ha portato al sequestro di un opificio per la lavora zione e la frigoconservazione di prodotti agricoli realizzato in virtĆ¹ del permesso a costruire rilasciato dal suddetto appartenente all’Ente locale.

La ricomparsa sulla scena criminale locale di esponenti giĆ  condannati per la loro appartenenza alla NUOVA CAMORRA ORGANIZZATA sembra favorire un tentativo di ricomposizione del clan MAIALE. Il sodalizio fino agli anni ’90 aveva espresso una piena supremazia su quel territorio ma poi era stato completamente debellato da indagini giudiziarie e da collaborazioni con l’AutoritĆ  Giudiziaria. Nel locale scenario criminale sono comunque presenti anche piccoli gruppi criminali dediti a reati contro il patrimonio e allo spaccio di stupefacenti.Ā Sempre a Eboli e in altri comuni della Piana del Sele e dell’Agro nocerino-samese una recen tissima inchiesta ha portato alla luce, ancora una volta, l’interesse criminale nel ciclo dei rifiuti.

Camorra ad Avellino, le famiglie piĆ¹ potenti ai tempi del Covid

Il Decreto del Presidente della Repubblica che il 26 ottobre 2020 ha disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di Pratola Serra (piĆ¹ avanti illustrato) esordisce sottolineando come “la provincia di Avellino, pur non essendo percepita dall’opinione pubblica come una zona della Campania in cui la criminalitĆ  organizzata ha permeato il contesto economico-sociale e amministrativo, ha sempre avuto al suo attivo numerosi e pericolosi focolai di camorra.”

Nell’area, infatti, risultano radicati sodalizi che hanno efficacemente compensato le carenze negli organici determinate dalle attivitĆ  di contrasto attraverso il costante arruolamento di nuove leve e conservando la tipica capacitĆ  di gestione degli affari illeciti tradizionali come il traffico di stupefacenti e l’attivitĆ  estorsiva. Le organizzazioni operanti nella provincia dimostrano peraltro anche una sempre maggiore propensione all’infiltrazione dell’economia legale e dei contesti politico-amministrativi specie nei settori degli appalti pubblici, delle aste giudiziarie e delle acquisizioni immobiliari riuscendo a coinvolgere con successo anche imprenditori e professionisti locali.

Nell’area cittadina, permane la presenza del clan NUOVO PARTENIO guidato da 2 componenti della famiglia GALDIERI costola dello storico clan GENOVESE i cui capiergastoli reclusi dal 2001. A seguito degli ulteriori sviluppi investigativi dell’operazione “Partenio 2.0 (2019) il 9 novembre 2020 nell’ambito dell’operazione “Aste Ok” i Carabinieri e la Guardia di finanza hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 14 persone. Agli indagati sono stati contestati i reati di estorsione, scambio politico-elettorale, turbata libertĆ  degli incanti, falsitĆ  materiale, truffa, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio commessi avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo.


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ƈ emersa cosƬ una preoccupante espansione degli interessi del gruppo camorristico finalizzata ad acquisire il controllo delle attivitĆ  di carattere economico connesse con il ramo immobiliare per assicurarsi il monopolio delle procedure di esecuzione in seno al Tribunale del capoluogo. Il provvedimento ha contestualmente disposto il sequestro preventivo di 5 societĆ  riconducibili all’organizzazione criminale che ĆØ risultata completamente interconnessa a una serie di imprenditori e professionisti della provincia di Avellino i quali partecipavano alle attivitĆ  di turbativa delle aste giudiziarie per acquisire beni per conto del sodalizio. L’indagine ha infine documentato un’ingerenza mafiosa in occasione delle elezioni del Consiglio comunale di Avellino del giugno 2018 da parte di appartenenti al clan GENOVESE-GALDIERI volta a favorire la candidatura di uno stretto congiunto di un elemento di vertice del gruppo.

Camorra a Benevento, le famiglie piĆ¹ potenti ai tempi del Covid

Non sono registrati significativi mutamenti negli originari assetti criminali sul territorio bene ventano in prospettiva, tuttavia, la provincia appare appetibile tanto per i sodalizi locali quanto per quelli stanziati nelle province limitrofe o di altre regioni i quali sarebbero potenzialmente sempre animati dall’intenzione di iniettare capitali illeciti nei circuiti dell’economia legale. Per altro verso l’imprenditoria locale risente sicuramente della pressione dei sodalizi che affidano alle estorsioni e all’usura i mezzi da cui principalmente trarre risorse per il proprio so stentamento. Un chiaro spaccato sul fenomeno si rinviene negli esiti dell’operazione esegui ta il 14 gennaio 2021 congiuntamente dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza nei con fronti di 5 soggetti ritenuti responsabili di usura, estorsione, violenza privata e abusiva attivitĆ  finanziaria.

Il dato rilevante che peraltro emerge dal provvedimento riguarda le responsabilitĆ  individuate in capo ai 9 imprenditori indagati per favoreggiamento poichĆ© pur essendo risultati dai riscontri investigativi vittime di attivitĆ  estorsive e usurarie hanno scelto di tacere. Sulla posizione delle vittime il Questore di Benevento, Luigi Bonagura, ha sottolineato come ciĆ² determini “una condizione di estrema difficoltĆ  per raggiungere gli obiettivi” investigativi. Nel caso specifico, infatti, il buon esito dell’operazione ĆØ conseguito a “un lavoro meticoloso che ĆØ sta to svolto grazie alla collaborazione di una vittima di usura e grazie al ruolo delle associazioni antiusura e antiracket”, atteso che, come poi ribadito dal Procuratore Capo di Benevento, Aldo Policastro, il fenomeno dell’usura ĆØ “…purtroppo destinato a crescere a causa della crisi economica provocata dalla pandemia. L’esito delle indagini di oggi non ĆØ altro che la punta di un iceberg nel Sannio.

Nell’area urbana del capoluogo il clan SPARANDEO il cui promotore e organizzatore ĆØ sottoposto al regime detentivo differenziato si confermerebbe attivo soprattutto nel traffico di stupefacenti. Sarebbero parimenti operativi i sodalizi PISCOPO (legato da rapporti di parentela agli SPARANDEO) e NIZZA il cui elemento di spicco sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno ĆØ attualmente sottoposto anche alla misura cautelare della presentazione alla p.g.a seguito della violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale. Entrambi i gruppi sono attivi nel business del traffico di sostanze stupefacenti. Nella provincia tra la Valle Caudina e quella Telesina ĆØ presente il clan PANELLA principalmente attivo nel traffico di stupefacenti e nel controllo delle attivitĆ  estorsive nella zona di Montesarchio, Bonea, Bucciano, Castelpoto, Campoli del Monte Taburno, Tocco Caudio, Cautano e Forchia. Il referente dell’omonimo sodalizio il 30 luglio 2020 ĆØ stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito di un’indagine nella quale risultano indagate anche altre 17 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, intestazione fittizia di beni, truffa aggravata per il conseguimento di opere pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e indebita compensazione.


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La situazione in provincia

Il provvedimento ha contestualmente disposto il sequestro preventivo (tra le province di Roma, Firenze, Prato, Benevento, Verona, Aosta e Terni) di 7 societĆ  riconducibili ai capoclan operanti nei settori alberghiero, della consulenza tecnologi co-informatica, dei rifiuti, del noleggio autovetture, del commercio di prodotti petroliferi e della fabbricazione di mobili, per un valore di 3 milioni di euro. Dall’indagine ĆØ emerso l’uso di raffinati meccanismi di interposizione fittizia di persone che hanno permesso al capoclan risultato dotato di notevole disponibilitĆ  economica di creare realtĆ  imprenditoriali facenti capo a soggetti compiacenti (in genere della stessa cerchia familiare) al fine di sottrarre il patrimonio a possibili azioni giudiziarie preventive di confisca. Tale modus operandi del resto favorito dal contributo di alcuni professionisti pure destinatari della misura restrittiva, conferma la grave contaminazione dell’economia legale e del tessuto produttivo della zona di Montesarchio alimentando rapporti di contiguitĆ  e collusione anche fuori Regione come si rileva per un imprenditore padovano attivo nel settore delle macchine per la triturazione dei rifiuti.


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Paolo Siotto

Giornalista pubblicista dal 2015, collabora per l'Occhio da giugno 2019 dopo diverse esperienze con testate locali tra cui il quotidiano Metropolis. Redattore per Fantacalcio e Calciomercato.it, nel tempo libero ama dedicarsi alla buona musica.

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