Cronaca

Campania, tutte le criticità della seconda ondata: mancano i medici, scuole allo sbando

Coronavirus, la Campania sta riscontrando numerosi problemi nell'affrontare la seconda ondata che molti scienziati aveva previsto

Coronavirus, la Campania sta riscontrando numerosi problemi nell’affrontare la seconda ondata che molti scienziati aveva previsto. Mancano i medici, le scuole sono state chiuse dopo l’escalation dei contagi e si registrano ritardi sui tamponi. Ecco tutte le criticità.

Coronavirus, i problemi in Campania della seconda ondata

Cos’é che non ha funzionato in Campania dopo il lockdown? In primis il tracciamento dei positivi. Mancano ancora igienisti, epidemiologi e tecnici della prevenzione. I 977 posti letto programmati in origine si sono rivelati insufficienti per far fronte all’emergenza, soprattutto a fronte del mancato avvio dei Covid modulari, e ora si corre ai ripari cercando di amplicare la disponibilità a 1651 unità.

Le problematiche delle scuola

Il primo problema che le scuole hanno dovuto affrontare in vista della riapertura è stato il rebus banchi. Sono arrivati prima al nord, come aveva annunciato il commissario Arcuri. A Napoli rispetto alla richiesta di ben 250mila tra monoposto sedute con ribaltine, alla fine della scorsa settimana ne sono stati consegnati meno di un terzo, ovvero 65mila. Numeri che hanno dato filo da torcere ai dirigenti scolastici.

Le assunzioni

In 1943 tra docenti e personale Ata solo a Napoli sono andati in pensione. Duemila le immissioni in ruolo effettuate quest’anno, 4600 le assegnazioni provvisorie, 6000 i posti in deroga coperti sul sostegno e ben 10mila supplenti in tutta la Campania. Non tutti i posti sono stati coperti dalle supplenze ne mancano all’appello 400 in tutta la regione, 250 solo a Napoli.

Il personale Covid è arrivato in ritardo. Il meccanismo è il seguente. Alla regione Campania sono stati destinati dal ministero dell’Istruzione 256 milioni di euro proprio per il personale aggiuntivo, diviso tra le diverse istituzioni scolastiche in base al numero di iscritti. Ogni dirigente, in pratica, ha la possibilità di scegliere se assumere bidelli o potenziare il corpo docente. Una operazione, questa, avviata solo dopo l’inizio della scuola che sta generando confusione soprattutto sul fronte dei bidelli-

La Dad

Il meccanismo della didattica a distanza è ormai rodato dopo l’esperienza del lockdown. Già ieri hanno messo in moto la procedura. C’è chi parte da lunedì prossimo e chi è invece non ha voluto perdere neanche la giornata di oggi. A macchia di leopardo, invece, gli alunni della primaria dove la situazione è più complessa e dove tuttavia si stanno attrezzando. L’ufficio scolastico regionale, guidato da Luisa Franzese, con gli ispettori ha predisposto una riunione d’urgenza proprio per la Dad (Didattica a distanza) e la Did (Didattica integrata) a supporto delle scuole.

I trasporti

Le diverse modifiche sulla capienza hanno mandato in tilt il sistema. Per l’avvio dell’anno scolastico, il limite fissato di capienza era all’80%. Sono state ripristinate e potenziate le linee scolastiche. Nove linee e trenta mezzi in più (già sospesi nella giornata di ieri) in tutto con corse scaglionate in base all’ingresso degli studenti. Si parla del trasporto che ha visto nei giorni scorsi una media di 15mila studenti sui bus e 30mila nella metropolitana. In sostanza solo il 60% degli studenti ha utilizzato il trasporto pubblico per recarsi a scuola rispetto al pre-lockdown. Ora, per la riapertura delle scuole, si pensa al raddoppio dei mezzi proprio per garantire ancora di più la distanza di sicurezza.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio