Cronaca

Ha i capelli veri di una bimba ebrea: la “bambola di Auschwitz”. Si cerca la sua famiglia con il Dna

È stata denominata la “bambola di Auschwitz“: ha i capelli veri di una bimba ebrea. La bambola ha 78 anni ed è un pezzo particolare del Museo di giocattoli di Kepez, nella regione turca dell’Antalya, in Turchia, perché la testa fu adornata utilizzando i capelli veri di una bimba ebrea, morta nel 1941 nel campo di concentramento di Auschwitz. Secondo le informazioni in possesso del direttore del museo, Emrah Unlusoy, la piccola morì a causa delle disumane condizioni di vita.

Uno strumento di gioco e divertimento, destinato alle bambine, nato dall’orrore patito da loro coetanee. I capelli dei piccoli uccisi nei lager tedeschi, infatti, erano spesso utilizzati per produrre bambole da vendere poi ai nazisti ricchi: una pratica macabra e drammatica, che non ha lasciato indifferenti alcuni turisti ebrei in visita alla galleria, nel novembre 2017, poco dopo la sua esposizione.

La “bambola di Auschwitz” con i capelli veri di una bimba ebrea

I turisti hanno comunicato la scoperta alle autorità israeliane che – ignare finora di questa storia, raccontata da Hurriet Daily News – si sono attivate grazie alla segnalazione raccogliendo, con un permesso speciale, un campione di quei capelli umani. Lo scopo è risalire attraverso l’esame del Dna agli eredi, se ce ne sono, della famiglia della bimba senza nome.


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E magari fargliene un simbolico dono: i nipoti di qualche eventuale fratello o sorella, potrebbero essere in vita da qualche parte oggi nel mondo, e l’analisi non dovrebbe rivelarsi particolarmente difficile con le tecniche moderne, data la buona conservazione del reperto.

Si cerca la famiglia con il Dna

Acquistata da un curatore in una mostra in Germania, adesso la «bambola con i capelli della bambina ebrea», sistemata nella sua vetrinetta, costituisce per le sue tristi vicissitudini una delle principali attrazioni del museo, che con circa 13 mila pezzi da collezione provenienti da 16 diversi paesi ha attirato, nei primi 2 anni di attività, oltre un milione di visitatori di ogni età.

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