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Caro carburante: alle “pompe bianche”: ecco dove si risparmia | L’elenco completo

Caro carburante, alle pompe bianche si risparmia. Ecco dove e l'elenco completo.  Superata la soglia dei 2 euro al litro: ecco dove risparmiare

Caro carburante, alle pompe bianche si risparmia. Ecco dove e l’elenco completo.  Superata la soglia dei 2 euro al litro, fare rifornimento è sempre più costoso. I distributori «no logo» applicano prezzi inferiori. Non di tanto, ma la somma di piccoli «sconti» fa la differenza, a fine mese. Ecco tutti i trucchi per ridurre il consumo

Caro carburante, ecco dove si risparmia alle pompe bianche

La corsa dei prezzi dei carburanti è iniziata da qualche settimana e non accenna a fermarsi. La soglia dei due euro al litro, per benzina e gasolio, è stata superata non solo nelle aree di servizio autostradali, notoriamente più care della media nazionale. Anche in città il carburante aumenta ogni giorno. La forbice tra benzina e diesel si è ridotta e il metano è raddoppiato in quattro mesi. Cresce anche il Gpl, pur rimanendo — per ora! — competitivo rispetto alla verde. È possibile difendersi? Con quali strategie?

I distributori «bianchi»

Bisogna limare tutte le spese: il singolo risparmio sarà poca cosa in sé, ma la somma di tanti piccoli «sconti» avrà la sua importanza, a fine mese. Il primo passo è risparmiare all’acquisto. Ci sono distributori con prezzi più bassi della media: bisogna identificarli e avere la costanza di rifornirsi da questi. Le cosiddette «pompe bianche» o «no logo» — cioè: le indipendenti, le senza marchio, insomma quelle che non appartengono alle grandi compagnie — sono di solito (ma non sempre, attenzione) più economiche. Hanno una presenza regionale o provinciale, spesso si tratta di imprenditori indipendenti. A Sondrio, per esempio, la verde costa 2,10 euro di media, mentre nell’area commerciale alle porte della città il prezzo è di 1,94. Sono 16 centesimi al litro: poco, è vero, ma su un pieno da 50 litri vuol dire risparmiare 8 euro.

Perché costano meno

I distributori «no logo» sono quasi ottomila in tutt’Italia. Ci si può fidare? In linea di massima, sì. Perché la differenza non è dovuta alla qualità del carburante, pari a quella proposta dalle grandi compagnie (i controlli sono gli stessi, dunque le possibilità di incappare in un’adulterazione sono le stesse), ma all’assenza di costi rilevanti: dal personale ridotto al minimo all’assenza della pubblicità e del marketing, tipo le raccolte punti con «premi» e altre più o meno allettanti trovate, che servono a fidelizzare la clientela. Tutti costi ignoti alle «pompe bianche», che non devono trasferire alcunché al consumatore.

Come trovarle

Il problema è trovarle, le «pompe bianche». La ricerca è facilitata dal web. Sul sito www.pombebianche.it (che aggiorna il data base in continuazione) basta inserire il proprio indirizzo per veder apparire su una cartina i distributori «no logo» e «indipendenti» della zona. La piattaforma fornisce anche una specie di indice di gradimento dei distributori, conteggiando le condivisioni dei consumatori. Quando abbiamo fatto la ricerca per scrivere questo articolo, il 9 marzo, il sito metteva in evidenza la stazione di servizio Galoil di Montebelluna. Cliccando sul segnaposto, si apre una tendina con l’indirizzo e un link al sito «prezzi benzina», che fornisce più dettagliate informazioni, dagli orari ai prezzi (benzina: 1,93 euro; gasolio: 1,89; gpl 0,848; metano: 1,649). Pompebianche.it e Prezzibenzina.it sono raggiungibili anche dallo smartphone, tramite le rispettive app iOS e Android.

Non arrivare mai alla «riserva»

La seconda regola per difendersi dal caro carburante discende dalla prima: per non dover correre al primo distributore che capita, fosse anche il più caro della zona, è bene non ridursi a fare rifornimento quando l’auto è in riserva. Avere un po’ di margine consente di raggiungere l’obiettivo con serenità. A questo punto, la differenza la fa soltanto lo stile di guida. E può essere una grande differenza. Le accelerazioni violente e le «sgasate» al semaforo, per esempio, aprono «falle» enormi nel serbatoio… È un errore credere che lo start&stop faccia consumare di più: al contrario, disinserirlo sarebbe economicamente autolesionistico. Mentre è bene usare il motore nel primo quarto di contagiri, accarezzando il pedale dell’acceleratore e procedendo con la massima progressività.

Le altre strategie

Altra strategia efficace è mettersi in viaggio evitando gli orari di massimo traffico: lo stop ang go e la permanenza su strada incidono parecchio. Ma questo, ovviamente, non è sempre possibile. Si può, invece, ridurre la velocità in autostrada: con una vettura diesel compatta tra i 130 km/h e i 120 «ballano» circa 6 km/litro. Su un tratto Milano-Bologna (circa 200 km), si risparmiano circa 4 litri di gasolio. Che diventano 8 sommando il ritorno Bologna-Milano. Se fate questo «pendolo» ogni giorno lavorativo, diciamo per 20 giorni al mese, sono 160 litri di gasolio risparmiati. Una bella differenza sia per il portafoglio sia per l’ambiente… Anche l’aiuto dei navigatori non va sottovalutato: conviene seguire i loro consigli sui percorsi «più brevi» e/o più «ecologici».

L’auto in forma

Lo stato di «salute» dell’auto incide sul consumo, e di conseguenza sulle emissioni: fare i tagliandi programmati e controllare spesso la pressione delle gomme (più sono sgonfie, maggiore è l’attrito: oltre a consumare più carburante, si usurano più velocemente gli pneumatici, altra spesa grossa…) dà risultati inimmaginabili. Altre idee «salva portafoglio»? Togliere portapacchi e portasci quando non servono; non viaggiare, specialmente su strade veloci, con i finestrini aperti; non esagerare con l’uso del climatizzatore e degli altri dispositivi elettrici, tipo il riscaldamento dei sedili e del volante (sono tutte funzionalità «confortevoli», ma assorbono parecchia energia).

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