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Caro benzina e salari bassi: incubo per le famiglie italiane

Con i prezzi della benzina alle stelle ed i salari nettamente bassi, rispetto alla media europea, le famiglie italiane arrancano

L’avvicinarsi della data di scadenza prefissata per il taglio delle accise ed un implemento notevole dei prezzi della benzina tornano a destare preoccupazioni. Il tema è nuovamente al centro del dibattito politico e la risoluzione sembra essere legata ad un imminente intervento dell’Esecutivo.

I prezzi dei beni, risentendo del problema energetico e del caro benzina, sono in continua crescita, nonostante il potere d’acquisto delle famiglie italiane sia addirittura diminuito nel corso del tempo, come evidenzia uno studio dell’Ocse dello scorso ottobre.

I salari bassi, la pandemia, la guerra, il caro benzina e l’emergenza energetica contribuiscono a generare un clima di pessimismo.

Il caro benzina e la reazione degli italiani

Il caro benzina continua ad essere una spina nel fianco, nonostante i precedenti interventi del governo. L’Unione consumatori, dallo scoppio della guerra in Ucraina, ha stimato un implemento del prezzo della benzina di oltre 3 centesimi al litro, mentre il gasolio ha superato i 9 centesimi di aumento per litro.


prezzi benzina diesel

Un vero e proprio lusso, ormai, potersi recare al distributore di carburante. Addirittura, “per il servito”, il prezzo ha superato i 2€ al litro, sia per la benzina che per il gasolio. Il rincaro evidentemente pesa maggiormente sulle famiglie, traducendosi in un aggravio economico notevole.

Il taglio delle accise terminerà l’8 luglio, ma non è escluso che il governo possa muoversi in anticipo in vista delle prossime ferie estive.

Il caro benzina determina un’impennata generale dei prezzi

Già la pandemia aveva reso i carrelli sempre più vuoti. La guerra ed il caro benzina hanno rimarcato il delicato momento storico. I salari bassi ed i prezzi sempre in aumento spremono le tasche ed i risparmi di milioni di famiglie e cittadini, costretti a centellinare e ponderare ogni singola spesa.

Soltanto nel 2021, quindi a seguito della pandemia, i prezzi dei generi alimentari avevano conosciuto un aumento del 31%. Quest’anno, complice l’aumento dei costi del carburante, dell’elettricità e delle materie prime in generale, sarà previsto un ulteriore implemento del 23%, secondo quanto affermato dallo studio di Allianz Trade, presentato al G7 di Stoccarda. 

Secondo lo stesso studio, “l’inflazione alimentare” graverà sulla spesa dei cittadini europei per oltre 243€ in più, rispetto all’anno appena trascorso. Numeri da capogiro considerando la già acuta inflazione subita nel 2021.

L’economia italiana vuole crescere senza tener conto dei salari bassi

A fronte dell’impennata dei prezzi, sarà necessario un ulteriore intervento dell’Esecutivo, anche in protezione dei lavoratori. Il bonus da 200 euro in busta paga, per far fronte alle nuove spese, non sarà sicuramente soddisfacente e gli italiani rischieranno di essere “sempre più poveri”.

In Italia gli stipendi sono più bassi del 1990.

L’analisi OCSE proietta, nello stesso arco temporale, un aumento del 30% in Francia ed in Germania, così come in tutti gli altri paesi europei. Le criticità sarebbero dovute ad una scarsa produttività del sistema economico, al punto che il Pnrr resta l’unica soluzione per la ripresa.

In tutta Europa “molti posti di lavoro sono andati perduti e il numero di ore lavorate in media ha registrato un calo, soprattutto per quanto riguarda le professioni meno retribuite. Mediamente nel 2020 la massa salariale, con cui si intende il totale dei salari lordi non standardizzati, è infatti diminuita rispetto all’anno precedente (-6,5% di massa salariale, in Europa, tra prima e dopo la pandemia, secondo le stime dell’Oil)”. Continua qui

 

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