Caserta, Cronaca Caserta

Capua, disabile ucciso al campo sportivo: picchiato a morte da una persona che conosceva

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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Sono ancora tanti i punti da chiarire sulla vicenda del disabile ucciso a Capua. Il corpo senza vita del 62enne Petru Muntean è stato rinvenuto presso il campo sportivo in disuso di via Giardini. Come riporta anche l’odierna edizione de Il Mattino, sono in corso le indagini da parte delle forze dell’ordine. Si cerca di individuare un movente e soprattutto di definire l’esatta dinamica degli ultimi istanti di vita della vittima, barbaramente uccisa con feroci percosse.
Potrebbe essere stato colpito con calci e pugni, ma anche con un bastone e con qualsiasi altro oggetto capace di procurare ferite mortali. Si cerca, infatti, anche una potenziale arma del delitto, ma indicativo sarà il riscontro – che seguirà l’esito dell’autopsia – dell’orario del probabile omicidio. Sfuma l’ipotesi di una caduta accidentale.

Disabile ucciso al campo sportivo di Capua

L’uomo disabile e costretto sulla sedia a rotelle, è stato picchiato a sangue fino alla morte. La terribile vicenda si è consumata introno alle 17:30 di ieri , presso il campo sportivo in disuso di via Giardini a Capua. L’uomo ucciso è il 62enne Petru Muntean, ed è stato ritrovato dal fratello Florea.

Il ritrovamento

L’uomo era riverso a terra accanto alla carrozzella in un lago sangue con vistose lesioni sul corpo. Sotto shock, il fratello della vittima ha allertato i soccorsi. Sul posto sono giunti gli agenti della polizia municipale di Capua ed il personale del 118 che non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo.

Le indagini

Dopo il primo intervento dei poliziotti locali le indagini sono affidate ai carabinieri della compagnia di Capua. Un nipote è irreperibile, ma prove schiaccianti circa sue eventuali responsabilità non ci sono, almeno per il momento. Il corpo della vittima è stato trasportato presso l’Istituto di Medicina Legale di Caserta per l’esame autoptico.

Ucciso da una persona che conosceva

Prende forma l’ipotesi che la vittima e l’assassino fossero soliti frequentarsi. Ad orientare gli investigatori verso questa pista è stato l’atteggiamento particolarmente aggressivo dei cani dello sfortunato romeno, che non hanno permesso – nell’occasione del ritrovamento del cadavere – di avvicinarsi con facilità al corpo senza vita del disabile, tant’è che è stato necessario un intervento veterinario per allontanare i randagi, consentendo con maggior facilità la realizzazione dei primi accertamenti.

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