Ancora follia nel carcere di Carinola dove un poliziotto, nella giornata di ieri venerdì 20 settembre, è stato aggredito a pugni e morsi da un detenuto. Lo riporta il Sappe: “Non siamo carne da macello: tolleranza zero verso i violenti”.
Carinola, poliziotto aggredito a pugni e morsi da detenuto
Ancora caos presso la casa circondariale di Carinola, nel Casertano, che torna al centro delle cronache. Come riferisce Ettore Natale, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “ieri un detenuto di origini calabresi ha preso a pugni e a morsi un Assistente Capo. Lo stesso detenuto, già qualche giorno fa, ha distrutto parte dell’infermeria e aggredito con due bastoni gli agenti presenti, prima di essere immobilizzato, fortunatamente senza che nessuno si facesse male. Portato nelle camere d’isolamento, ieri ha approfittato dell’apertura della cella per cambiare un materasso, ha spinto violentemente un agente ed è scappato nel corridoio. Un altro agente presente ha cercato di fermarlo ma è stato aggredito con pugni e morsi: solo grazie l’intervento di altri poliziotti, che sono riusciti a fermarlo e a riportarlo in cella, si è scongiurato il peggio. L’agente aggredito è stato costretto a ricorrere alle cure mediche al pronto soccorso”.
La denuncia
Per Tiziana Guacci, responsabile campano del SAPPE, “ormai Carinola è un carcere senza controllo: da un lato vi sono più di 510 detenuti, (il numero più alto raggiunto finora), di cui almeno la metà per ordine e sicurezza; dall’altro abbiamo il numero più basso di agenti in servizio 140 sulla carta meno di 100 effettivi. Impossibile garantire l’ordine e la sicurezza con questi numeri: per il Provveditore ci dobbiamo arrangiare con il personale che c’è, per il Dap invece la carenza di personale è solo una scusa: la verità è che loro non hanno soluzioni e i pochi poliziotti rimasti sono stanchi”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che esprime vicinanza e solidarietà ai colleghi, “la vicenda ripropone nuovamente le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario nazionale. La tensione nelle carceri è palpabile ogni istante ed è grave che a pagare lo scotto siano i servitori dello Stato: è un’offesa alla Nazione, un gesto vile e da censurare in quanto commesso in stato di detenzione all’interno di un carcere mentre si è soggetto ad un’opera di risocializzazione. Uno scempio unico e senza appelli! L’aggressione di ieri, per altro, è solo l’ultimo di una serie di episodi che evidenziano la necessità di un intervento urgente e sistematico per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno degli istituti penitenziari”.
Capece annuncia che “il SAPPE lancia un appello forte e chiaro alle istituzioni chiedendo l’immediato intervento del D.A.P. e del Ministero della Giustizia. Il primo sindacato della Polizia Penitenziaria sottolinea la necessità di adottare misure più severe nei confronti dei detenuti violenti reputando che soggetti come questi non meritino alcun tipo di beneficio. È necessario applicare l’art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario e fornire al personale strumento adeguato alla propria difesa”.