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Mondragone, lotta al bracconaggio: fermati 6 cacciatori

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Operazione antibracconaggio
Operazione antibracconaggio

Nelle campagne di Mondragone sono stati fermati 6 cacciatori per aver utilizzato dei richiami proibiti e impallinato varie specie protette.

Mondragone, fermati 6 cacciatori

I cacciatori con regolare licenza in realtà si sono rivelati dei bracconieri. Avevano, infatti, impallinato varie specie protette, tra i quali zigoli gialli, ballerine bianche, pispole e storni. Erano in azione in provincia di Caserta, nelle campagne di Mondragone, e lì sono stati individuati e denunciati nell’ambito di una operazione antibracconaggio delle guardie venatorie volontarie Wwf Italia, nucleo provinciale di Caserta, condotta insieme ai volontari del Panda e dell’Ente per la Protezione degli Animali di Salerno, a sostegno dei Carabinieri Forestali del nucleo SOARDA, che sta per Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati a Danno degli Aninmali.

I bracconieri in azione erano sei e quando sono stati sorpresi dalle guardie venatorie stavano utilizzando richiami elettroacustici riproducenti anche il verso di uccelli protetti.

I richiami proibiti

I richiami utilizzati sono dispositivi vietati dalle norme in materia di caccia e tutela degli animali, ma la vendita dei quali è consentita anche nelle armerie. “Le sanzioni previste per i numerosi cacciatori che ne fanno uso – sottolinea peraltro il Wwf – sono irrisorie“.

Nel corso della operazione sono stati sequestrati, oltre ai dispositivi elettroacustici, sei fucili, diverse munizioni e tutti gli animali selvatici abbattuti. I bracconieri sono stati denunciati alla Procura della Repubblica.

Il Wwf ha commentato: “Si conferma che l’apertura dell’attività venatoria coincide con un sensibile aumento dei crimini contro gli animali selvatici e che questi reati vedono coinvolti, nella maggior parte dei casi, cacciatori muniti di regolare licenza. È quindi necessario che il mondo venatorio cambi rotta e, riconoscendo una propria diretta responsabilità, isoli chi continua a violare la legge e promuova modifiche legislative volte non ad ottenere concessioni ma a fornire allo Stato, in particolare alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria, strumenti più efficaci sia in termini di prevenzione che di repressione”.

È questo anche l’obiettivo del progetto Life Swipe – Successful Wildlife Crime Prosecution in Europe – finanziato dal programma europeo LIFE, che coinvolge il Panda e prevede varie azioni per rafforzare il contrasto ai crimini contro la natura tramite la collaborazione diretta con magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine, guardie giurate venatorie e tutti coloro che hanno un ruolo attivo nelle azioni di investigazione e persecuzione dei reati contro gli animali selvatici.

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