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Omicidio di Augusto Grillo, uccide l’amico al culmine di una lite dopo cena a Castel Volturno: sconto di pena per Ulderico Piccolo, condannato a 9 anni di carcere

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Augusto Grillo, Ulderico Piccolo

Uccide l’amico al culmine di una lite dopo cena a Castel Volturno: sconto di pena per Ulderico Piccolo, condannato a 9 anni e 4 mesi di carcere per l’omicidio di Augusto Grillo. La sentenza della IV Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli.

Omicidio di Augusto Grillo: condannato a 9 anni di carcere

Sconto di pena per Ulderico Piccolo, condannato per l’omicidio dell’amico Augusto Grillo, avvenuto a Castel Volturno durante una lite scaturita dopo una cena il 24 maggio 2020. La IV Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha ridotto la pena dell’imputato a 9 anni e 4 mesi, rispetto ai 14 anni inflitti nella precedente sentenza di secondo grado. Questo nuovo verdetto, risultato di un processo bis resosi necessario dopo l’annullamento della Cassazione, segna un ulteriore abbassamento rispetto alla pena iniziale di 21 anni di carcere.

Nella nuova decisione, i giudici hanno escluso tutte le aggravanti precedentemente considerate, accogliendo pienamente la linea difensiva presentata dall’avvocato Claudio Davino, legale di fiducia di Piccolo. La difesa ha sostenuto che l’omicidio sia stato il tragico epilogo di una colluttazione e di un “abbraccio” anomalo, in realtà un avvinghiamento, durante il quale Piccolo colpì l’amico con un colpo mortale.

Il delitto

La drammatica vicenda ha avuto inizio dopo una giornata trascorsa tra amici, con Piccolo e Grillo – entrambi originari di Giugliano – che avevano passato insieme il sabato. La serata si era conclusa con una cena a Castel Volturno, dove i due erano stati raggiunti da un terzo amico. Con l’alcol che continuava a scorrere, la tensione tra Piccolo e Grillo era aumentata, sfociando infine in una lite accesa. Secondo le testimonianze, Grillo avrebbe iniziato a comportarsi in modo inappropriato, spingendo Piccolo a richiamarlo più volte fino a invitarlo ad andarsene. La discussione, inizialmente verbale, si trasformò poi in un confronto fisico lontano dagli occhi del terzo commensale.

La situazione degenerò in un corpo a corpo che culminò con una coltellata fatale. Questa ultima sentenza, riducendo ulteriormente la pena, ha suscitato reazioni contrastanti, riaprendo il dibattito sulle dinamiche e le responsabilità di un delitto che ha scosso entrambe le famiglie e l’intera comunità.

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