Cronaca

Caso Eitan, il nonno fa ricorso al Riesame contro il mandato d’arresto internazionale

A poche ore dall'udienza in Appello in Israele dove il giudice deciderà per un possibile ritorno in Italia del piccolo Eitan, l'unico sopravvissuto alla strage del Mottarone

Caso Eitan, a poche ore dal mandato di cattura internazionale, emesso dalla Procura di Pavia, il nonno Shmuel Peleg, tramite il suo avvocato Paolo Sevesi, ha già depositato il ricorso al Tribunale del Riesame di Milano. I legali però non hanno avuto ancora accesso agli atti e all’ordinanza e per questo il ricorso è stato depositato oggi con riserva di motivazioni.

Eitan, nuova udienza in Israele domani

Tutto arriva a poche ore dall’udienza in Appello in Israele dove il giudice deciderà per un possibile ritorno in Italia del piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto alla strage del Mottarone. In primo grado il giudice di Tel Aviv aveva già deciso per il ritorno a Pavia dove abita la zia paterna Aya Biran Nirkom, unica tutrice legale di Eitan. La decisione era stata presa su quanto stabilito in materia di rapimento di minori dalla Convenzione dell’Aja, accordo firmato anche da Italia e Israele.

Qualche giorno dopo la famiglia materna ha depositato il suo ricorso e domani così si ritorna in aula. Non è chiara ora se questo mandato di cattura internazionale potrà influire sulla decisione di domani. Da capire inoltre cosa accadrebbe nel caso il piccolo fosse affidato proprio al nonno o alla famiglia materna.

Il rapimento di Eitan

Per ora le indagini si stanno concentrando su quanto accaduto l’11 settembre scorso quando, con la scusa di trascorrere qualche ora con il nipote, nonno Peleg lo ha allontanato dalla famiglia paterna, affidataria del piccolo, e lo ha fatto salire a bordo di un aereo privato con direzione Israele. Per organizzare tutto nei minimi dettagli ha avuto la complicità di Gabriel Alon Abutbul: su di lui è stata accertata l’appartenenza alla compagnia militare privata denominata “Blackwater” ed è stato “assunto” dai nonni materni per assisterli ed aiutarli nel loro progetto di trasferimento del piccolo Eitan in Israele.

A conferma della scrupolosità adottata dagli indagati – come si legge nella nota della Procura – ci sono i numerosi viaggi in Svizzera effettuati nei giorni precedenti il sequestro e verificati “grazie all’analisi del traffico telefonico, in cui si sente “sia Peleg che Alon definire le fasi finali del progetto criminoso“.

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