Cronaca

Caso Grillo, le ragazze: “Arrivati alla villa nessuno era ubriaco”

La versione di una delle due giovani: "Dopo la prima violenza ho pensato di scappare, poi mi hanno costretta a bere"

“Arrivati alla villa nessuno era ubriaco. Ero sobria, mi rendevo conto di ciò che accadeva, così come ho già detto per gli altri ragazzi e per Silvia. Certamente ero molto stanca perché avevamo fatto molto tardi”: così Roberta riassume a verbale il suo stato psicofisico a casa di Ciro Grillo, il figlio del garante del movimento Cinquestelle.

Caso Grillo, la versione delle ragazze

Come scrive il Corriere della Sera, la vodka, e quindi la ragazza stuprata da ubriaca di cui parla il capo di imputazione del caso Grillo, è entrata in scena nella seconda parte della violenza di gruppo. Sia lei sia la sua amica Silvia hanno dichiarato che quella notte di luglio del 2019 non erano ubriache quando sono arrivate nella villetta, dove Silvia ha poi raccontato di aver subito lo stupro di gruppo.

Il primo stupro sarebbe avvenuto dopo la spaghettata, per la quale le due ragazze avevano seguito i quattro amici dopo la discoteca. Finita la pasta e sparecchiato tutto Roberta si addormenta sul divano mentre Silvia, ancora sobria, subisce la prima delle violenze che racconta ai magistrati.

Francesco, dice la sua denuncia, si infila nel suo letto (con gli altri che guardano, commentano e ridono davanti alla porta) e la costringe a un rapporto sessuale che comincia in camera da letto e finisce in bagno, dove lui la trascina. Lei prova a resistere ma è inutile ogni tentativo di liberarsi, racconta. Silvia dice di aver provato a svegliare Roberta per andar via da quella casa ma che lei, nel dormiveglia, non ha capito la situazione d’allarme.

Di fatto, così Silvia racconta ai carabinieri nella sua denuncia, fra le 8.30 e le 9 ricominciano le violenze e stavolta, però, compare una bottiglia di vodka. Lei dice che l’hanno afferrata per i capelli, costretta a berne mezza bottiglia e ad avere rapporti di gruppo.

E la Procura contesta ai ragazzi l’aggravante della “minorata difesa” dovuta allo stato di alterazione psicofisica indotto dalla vodka. I ragazzi negano tutto. Negano di aver costretto Silvia a bere la vodka. Vittorio Lauria dichiara che “lei l’ha bevuta per sfida, gocciolandola”. Qualcuno dei tre ha aggiunto davanti ai pm che la vodka “era pure allungata”.

Fonte: Corriere

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