Cronaca

Catturato l’ergastolano evaso dal carcere di Perugia: era ancora in città

L'uomo è stato catturato dalla Polizia in un boschetto nella zona di Prepo, non lontano da Capanne

È durata poco fuga verso la libertà di Domenico D’Andrea, l’ergastolano evaso nella mattinata di ieri, venerdì 7 maggio, dal carcere di Perugia mentre lavorava in un’area esterna all’istituto di pena. L’uomo è stato rintracciato dalla polizia ed arrestato in un boschetto nella zona di Prepo, non troppo lontano da Capanne dove si trova la struttura detentiva. A bloccarlo è stata la squadra mobile della questura.

Domenico D’Andrea evaso dal carcere di Capanne: la dinamica della fuga

Pare che D’Andrea, noto con il soprannome di Pippotto, fosse da solo.  L’uomo usufruiva dell’articolo 21 dell’ordinamento carcerario, che ammette anche gli ergastolani al lavoro esterno alle strutture detentive, “dopo l’espiazione di almeno dieci anni“. La dinamica dell’evasione L’allarme è scattato quando gli agenti si sono accorti dell’assenza di D’Andrea. L’ipotesi è quella che possa avere scavalcato le reti di recinzione dell’area dove lavorava ed era alloggiato.

La fuga potrebbe essere stata legata a timori per una possibile revoca del lavoro esterno. Non è ancora chiaro se qualche complice abbia agevolato l’evasione. Appena dato l’allarme è scattata una vera e propria caccia all’uomo con impegnate tutte le forze di polizia, coadiuvate anche da un elicottero. Per il Sappe la fuga è stata “frutto della superficialità con cui sono state trattate e gestite le molte denunce fatte dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria sulle condizioni di sicurezza dell’istituto, che sconta una grave carenza di personale di polizia penitenziaria“.

La carriera criminale di D’Andrea

E’ lunga la storia criminale di D’Andrea, che scontava l’ergastolo per l’omicidio di Salvatore Buglione, ucciso il 4 settembre del 2006 a Napoli durante un tentativo di rapina mentre si trovava nell’edicola della moglie, nel quartiere collinare del Vomero. L’uomo tentò di reagire e fu colpito mortalmente con una coltellata. Al fatto parteciparono quattro giovani e tra questi, come hanno stabilito i giudici, c’era anche Pippotto.

All’età di 13 anni D’Andrea fu accusato di essere a capo di una banda che rapinava motorini nei quartieri del Vomero e dell’Arenella. Fu anche ferito a una gamba da un carabiniere durante un tentativo di rapina. Venne quindi ritenuto responsabile di decine di rapine avvenute nel corso degli anni.

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