Cronaca

Chi era Elio Pandolfi, l’attore morto all’età di 94 anni

Chi era e com'è morto Elio Pandolfi, l'attore aveva 94 anni. Biografia | Vita | Carriera | Doppiaggio | Moglie

Chi era Elio Pandolfi, l’attore morto oggi 11 ottobre, all’età di 94 anni? Nato a Roma da una famiglia numerosa, terzo dei quattro figli di Saturno Pandolfi, custode dell’Istituto Tecnico Commerciale “Vincenzo Gioberti”, situato nel meraviglioso Palazzo Sora, dove abitò con la famiglia fino al 1954, e di Maria Queroli. Ha un fratello di nome Piero, e due sorelle, Maria Luisa, detta Marisa, deceduta nel 1943 a 23 anni, e Lucilla.

Chi era e com’è morto Elio Pandolfi

Diplomatosi all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma, debuttò a Venezia nel 1948 come mimo-ballerino in Les malheurs d’Orphée di Milhaud; nello stesso anno entrò con Orazio Costa al Piccolo Teatro di Roma.

Alla radio approdò nel 1949, scritturato da Nino Meloni per la Compagnia del teatro comico musicale di Roma. Dalla fine degli anni 1940 partecipò a trasmissioni di rivista quali La Bisarca di Garinei e Giovannini (1949-51) a Briscola di Puntoni e Verde (1949-51), dal Giringiro (1951) a Caccia al tesoro (1952-54) di Garinei e Giovannini, da La canasta di Fiorentini a Rosso e nero con Corrado (1951-57) e Campo de’ Fiori, diretto da Giovanni Gigliozzi (1955). Luchino Visconti lo scelse per interpretare il ruolo del cantante castrato nello spettacolo L’impresario delle Smirne, insieme a Rina Morelli.

Nel 1954 debuttò come cantante nell’operetta di Alfredo Cuscinà La barca dei comici, per poi dedicarsi all’attività teatrale con Wanda Osiris, Carlo Dapporto, Lauretta Masiero, Febo Conti e Antonella Steni.

Negli anni 1960 prese parte con Dino Verde a numerose trasmissioni radiofoniche di varietà, fra cui Urgentissimo, Scanzonatissimo, con Antonella Steni e Alighiero Noschese, I discoli per l’estate (1974-75) e 20.30 Express, insieme alla Steni.

Come doppiatore è stato la voce italiana dell’attore francese Jacques Dufilho in tutti i film della serie sul Colonnello Buttiglione. Elio Pandolfi ha doppiato anche Stanlio della coppia Laurel & Hardy, assieme a Pino Locchi che dava la voce a Ollio, in alcuni ridoppiaggi tra i quali quelli di Allegri eroi (1957) e La bomba comica (1958). Ha doppiato anche due personaggi Disney: Paperino, nei cartoni degli anni sessanta e settanta come seconda voce alternato a Oreste Lionello, e Le tont ne La bella e la bestia. Negli anni 1960 e 1970, Elio Pandolfi doppiò anche Daffy Duck, come la seconda voce nei cortometraggi dei Looney Tunes e Merrie Melodies.

Elio Pandolfi è stato un doppiatore molto attivo all’interno di Carosello, dando voce a una serie di personaggi animati, soprattutto della Paul Film di Paul Campani. In particolare era la voce di Toto del duo Toto e Tata.

Negli anni settanta, tra gli impegni teatrali (Alleluja brava gente di Garinei e Giovannini, 1970; Le femmine Puntigliose Goldoni. Regia di Giuseppe Patroni Griffi (1977) Il vizietto di Salce, 1979) e televisivi (vari spettacoli e romanzi sceneggiati), continuò a partecipare ad alcune trasmissioni radiofoniche come Il fischiatutto (1971) e Lei non sa chi sono io! (1972).

Per il teatro Verdi nel Teatro Stabile Politeama Rossetti nel 1972 è il Conte Boni Cancianu ne La principessa della Czarda con Adriana Innocenti, nel 1974 Leopoldo Branmayer ne Al cavallino bianco con Sergio Tedesco e Sandro Massimini, nel 1979 Pancrazio XIV ne La duchessa di Chicago con Massimini e la regia di Gino Landi, nel Teatro Lirico Giuseppe Verdi nel 1988 Njegus ne La vedova allegra con Daniela Mazzucato, Roberto Frontali e Luciana Serra, nel 1992 L’Imperatore Francesco Giuseppe in Parata di primavera (Frühjahrsparade) di Robert Stolz, nel 1993 Gioacchino XIII Principe di Flausenthurn in Sogno di un valzer di Oscar Straus con José Cura per la regia di Massimo Scaglione, nel 2002 Toby Gutter in Scugnizza con Gennaro Cannavacciuolo, nel 2005 il Narratore in Gasparone di Karl Millöcker e nel 2008 Il capo degli eunuchi ne Il paese del sorriso con Silvia Dalla Benetta.

Elio Pandolfi, Pietro De Vico e Raffaele Pisu in una trasmissione di Radio Rai nel 1954
Al Teatro La Fenice di Venezia nel 1988 è Njegus ne La vedova allegra con Raina Kabaivanska e la regia di Mauro Bolognini, nel 1990 lo è al Teatro dell’Opera di Roma sempre con la regia di Bolognini[2]

Tra la fine degli anni ottanta e il decennio successivo, è tornato alla radio, soprattutto come lettore, in trasmissioni come Mi racconti una fiaba? (1987-1991), Impara l’arte e Il Signor Bonalettura, questi due ultimi programmi condotti da Luciano Rispoli. Attore fra i più affezionati al mezzo, Pandolfi continua a frequentare i microfoni della radio, partecipando da diversi anni al programma di Rai Radio 3 Hollywood Party e conducendo dal 2002 Di tanti palpiti.

Pandolfi inoltre alterna al cinema anche esperienze teatrali fino al 2000 quando debutta con La mandragola di Niccolò Machiavelli con la regia di Paolo Gazzarra con Antonella Elia.

Tra il 2004 e il 2005 prodotto da Teatro Il Primo di Arnolfo Petri si dedica all’operetta, interpretando col Maestro Marco Scolastra due recital musicali, Operetta mon amour (2004) e Le Vispe Terese (2005). Nello stesso biennio assume la direzione artistica del Premio Nike per il Teatro e della Accademia Primostudio diretta dallo stesso Petri.

Pandolfi ha lavorato anche in televisione partecipando a varietà e sceneggiati: Fuori programma, presentano Elio Pandolfi e Raffaele Pisu, con il complesso di Bruno Quirinetta, 1955; Orgoglio e pregiudizio, sceneggiato televisivo diretto da Daniele D’Anza (1957); Za-bum, varietà diretto da Mario Mattoli (1964); La domenica è un’altra cosa, varietà (1969); Suonare Stella, regia di Giancarlo Nicotra (2006).

Nel 2012 è di scena al teatro Manhattan di Roma con lo spettacolo “Letterine per Silvia e altri sogni” scritto e diretto da Paolo Silvestrini. Nel 2016 è stato premiato alla casa del Cinema di Roma, con il Nastro d’argento alla carriera per il documentario a lui stesso dedicato dal titolo “A qualcuno piacerà”, diretto da Caterina Taricano e Claudio De Pasqualis. La stessa Caterina Taricano ha dedicato a Pandolfi una monografia, “Elio Pandolfi che spettacolo”, uscita nel 2017 per l’editore Gremese.

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