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Chi è Johann Wolfgang von Goethe? Vita e opere del più importante esponente dello Sturm und Drang

Johann Wolfgang von Goethe nasce a Francoforte Sul Meno il 28 agosto 1749, ed è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo, esponente del romanticismo tedesco, lo Sturm und Drang. Ripercorriamo insieme sua vita e le opere più importanti.

Johann Wolfgang von Goethe: vita e opere del poeta tedesco

Johann Wolfgang von Goethe è figlio di un consigliere imperiale, Johann Caspar e di Katharina Elisabeth Textor. Aiutato dalla madre, giovane e intelligente, mostrò genialità precoce, imparando facilmente più lingue, e scrivendo prestissimo per il teatro delle marionette (dove poté conoscere, tra l’altro, la popolare leggenda del dottor Faust).


Johan wolfgang von goethe


A 16 anni lasciò Francoforte per studiare legge a Lipsia. Johann s’inserì senza difficoltà nella frivola vita di società, così diversa da quella conservatrice e patriarcale di Francoforte. Ebbe una relazione con Kätchen Schönkopf, scrisse Die Laune des Verliebten (“Il capriccio dell’innamorato”), una commedia arcadica, e Die Mitschuldigen (“I correi”), altra commedia senza pretese, e varie poesie musicate da quel Bernhard Breitkopf, proprietario di una Casa editrice musicale che sarebbe diventata molto famosa, del quale il giovane Goethe frequentò la famiglia.

Il ritorno a Francoforte e la malattia

Fra il febbraio e il marzo del 1768 si trasferì a Dresda, visitando le collezioni d’arte raccolte nella città e in giugno venne a conoscenza della tragica morte di Johann Joachim Winckelmann, che egli apprezzava molto.

Tuttavia, i componimenti di Johann non vennero apprezzati e il 28 agosto 1768 ritornò a Francoforte senza aver concluso nulla. A Francoforte Johann soffrì di coliche, vomitò sangue e dovette subire anche un intervento chirurgico al collo. Pensando di non poter vivere a lungo e si aprì all’influsso religioso pietistico della madre e della sua amica Susanna Katharina von Klettenberg (1723-1774), che avrebbe ricordato in Poesia e verità, e nelle Confessioni di un’anima bella.

Il trasferimento a Strasburg

Con il ritorno della buona salute decise di riprendere gli studi universitari. Si trasferì a Strasburgo avrebbe potuto imparare bene il francese e studiare in una università di cultura tedesca.

Conobbe e subì l’influenza di Johann Gottfried Herder, letterato e filosofo già noto, il quale, al termine di un suo viaggio in Francia, era stato costretto a soffermarsi in settembre a Strasburgo per un’operazione agli occhi. A lui Goethe dedicò il lied Rosellina della landa.


johan goethe


Lesse con interesse i romanzi inglesi di Goldsmith, Fielding e Sterne e s’interessò a un personaggio storico, Götz von Berlichingen, e a un personaggio di fantasia che attraverso di lui ottenne poi una fama immortale, il Dottor Faust.

Nella primavera del 1771, nel vicino paese di Sessenheim, ebbe una relazione amorosa con Friederike Brion (1752-1813), figlia di un pastore protestante. La relazione gli ispirò diverse liriche, come Willkommen und Abschied (Benvenuto e addio), Maifest (Festa di maggio), Ob ich dich liebe, weiß ich nicht (Non so se ti amo) e Jetzt fühlt der Engel (Ora l’angelo sente).

Nell’estate dello stesso anno Johann non riuscì ad ottenere il titolo di dottore in legge a causa del rifiuto della sua tesi. In sostituzione, il 6 agosto 1771, presentò alcune tesi di diritto che, approvate, gli valsero il titolo inferiore di Licentiatus juris. Salutò Friederike, e ritornò a Francoforte.

La produzione a Francoforte

Nel 1771, a Francoforte, Goethe scrisse una prima versione del dramma Gotz von Berlichingen, cavaliere dell’età della Riforma il cui ribellismo libertario esaltava i giovani scrittori dello Sturm und Drang. Di quegli anni sono anche i frammenti lirici di due drammi mai scritti, Prometeo e Maometto, nei quali troviamo la coscienza orgogliosa della lotta e del dolore degli uomini e I’immagine della vita dell’umanità come acqua che scorre dalla sorgente al mare.


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Questo momento “titanico” di Goethe si espresse in inni scritti in ritmo libero; fra questi è il cosiddetto “Ciclo del viandante”, composto fra il 1772 e il 1774, e concluso nel 1777, quando il poeta era già a Weimar, col Viaggio d’inverno nello Harz.

I Dolori del giovane Werther

Tra il maggio e il settembre 1771 Goethe era stato a Wetzlar dove si era innamorato di Charlotte Buff. Di ritorno a Francoforte, traspose quell’amore irrealizzabile nel romanzo epistolare I dolori del giovane Werther.

Il travolgente successo internazionale di quest’opera, e lo scandalo da essa suscitato, fecero di Goethe il dominatore incontrastato della scena letteraria tedesca. Entrò in rapporto con Klopstock, Lavater e i fratelli Jacobi, e si accostò al misticismo di Swedenborg e a Spinoza.

L’esperienza da precettore a Weimar e il Faust

Nell’ottobre del 1775, il diciottenne duca di Weimar, Karl August, gli offrì il posto di suo precettore, carica che Goethe accettò. Aveva già scritto e nel dicembre lesse alle dame di corte, un dramma su Faust: è il cosiddetto “Urfaust“, il capolavoro dello Sturm und Drang, ritrovato nel 1887 fra le carte di una damigella che l’aveva copiato.

Nelle linee principali la vicenda corrisponde a quella che sarà la prima parte del Faust definitivo: ci sono il dramma del mago e la tragedia di Margherita, espressi in un linguaggio duro e vibrante, soprattutto nelle scene in prosa, che la successiva rielaborazione in versi attenuerà in vista d’una diversa armonia.


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Il primo decennio weimariano (1775-1786) è profondamente segnato dalla relazione amorosa e intellettuale, di reciproca educazione sentimentale, con Charlotte von Stein; con lei scambiò un memorabile carteggio, ne educò il figlio, le dedicò molte delle sue poesie più belle. In quegli anni Goethe continuò a lavorare al Faust, scrisse la prima versione del “Meister” (“La vocazione teatrale di Wilhelm Meister”, anch’essa pubblicata dopo più di un secolo).

Il viaggio in Italia

Nel 1786 decide di lasciare Weimar gli sta stretta per inseguire l’idea di un viaggio in Italia, nata dall’immagine che lui perseguiva e che avrebbe rintracciato nella grecità e nella “naturalezza” italiana. Arrivato a Roma ne 1786, sente subito rinascere dentro di lui la volontà poetica, il desiderio di stendere versi sublimi che riportassero sulla pagine le sensazioni offerte dal Bel Paese.


Johan wolfgang von goethe


Visita anche Palermo e Napoli, dove sale sul Vesuvio. Dirà ad Eckermann in un colloquio datato 6 ottobre 1829: “Non mi dispiace affatto che il dottor Gottling parli dell’Italia con tale entusiasmo. So bene anch’io quale era allora l’animo mio! Sì, io posso dire che solamente a Roma ho sentito cosa voglia dire essere un uomo”.

Il ritorno a Weimar

Tornato definitivamente a Weimar inizierà la sua vita con Cristiane Vulpius, anche se da questo momento in poi è forte la sua crisi nei confronti della società e dell’ambiente mondano. Da un altro vero, però, ha inizio il forte e straordinario sodalizio con Schiller, improntato ad un recupero, soprattutto da parte di Goethe di un nuovo e rinvigorito “Classicismo“. Con Schiller, inoltre, scriverà violenti epigrammi polemici (“Xenien“), oltre ad articoli e saggi su varie riviste.

Le ultime opere

Nel 1809 pubblicò, per l’editore Cotta, Le affinità elettive e cominciò la sua autobiografia, Della mia vita. Poesia e verità (1831). Nel 1814, la lettura del Divan dello scrittore persiano Hafiz gli ispirò le poesie del Divano occidentale-orientale (1819).

Negli ultimi anni la sua creatività raggiunse livelli altissimi: oltre a scrivere numerose recensioni, elegie, poesie, portò a termine il Meister e il Faust. Morì a Weimar il 22 marzo 1832.

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